Intervista a: Don Gallo sulle dipendenze

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5 dicembre, 2012 - 18:56

 

Domanda: Ho notato che persone che come lei si occupano da molti anni di tossicodipendenti hanno idee diverse riguardo a quello che potrebbe essere più utile per aiutarli, in particolare riguardo al tema caldo di questi giorni: la cosiddetta liberalizzazione. Lei cosa ne pensa?

 

Risposta: Le comunità che contrastano in modo acceso ed indignato questa idea, sono in ritardo e sono un minimo blindate, soprattutto in una sede competente dove si discute il problema, dove il ministro della sanità, un cattedratico, fa una conferenza, bisogna almeno ascoltare, vedere, analizzare?

 

Domanda: Come mai lei pensa che la liberalizzazione sia, fra le due alternative, la migliore?

 

Risposta: Perché io ci sono nel fenomeno e so che è complesso. E' vero o no che è fondamentale in qualunque campo, ma in particolare in quello psichiatrico, il percorso soggettivo? Nel rispetto di qualunque terapia e metodologia è troppo importante avere un pluralismo terapeutico. Se il ministero, venendo allo specifico, parla di 500.000 eroinomani, noi abbiamo i figli addirittura già maggiorenni dei tossici dei primi clan e allora è indispensabile facilitare l'attuazione di percorsi individuali.

 

L'altro aspetto ancora più importante, di cui forse il ministro, badando più alla sua specificità è inconsapevole, ma che ha colpito proprio nel giusto senso è che dopo tutto questo periodo di proibizionismo è necessaria una revisione poiché ci sono due importanti fenomeni causati da tutto questo: il primo è legato alla cultura che è stata trasmessa e cioè la demonizzazione di queste sostanze per cui si arriva a perseguitare chi le usa, il secondo, ancora più importante e grave e di cui nessuno parla, è che ad un certo momento fasce di giovani, in questo clima di chiusura e di blindatura, mitizzano queste sostanze, le caricano di aspetti e valenze che non hanno.

Guarda che in italiano droga significa cannella, rosmarino.., drug in inglese vuol dire farmaco e questo forse ci dà già un messaggio su cui riflettere.

 

Ad ogni modo, qualunque sia il parere, in una sede così, o non si viene - e gli assenti hanno sempre torto; Don Mazzi dice:" io non vengo perché Veronesi ha parlato così", io ieri sera a Primo Piano gliel'ho detto :" Ma se non vieni? gli assenti hanno sempre torto!"- o si viene per acquistare competenze, per verificare.

Se veramente il tuo obiettivo principale è il bene e la salvezza del giovane, il binomio vita-salute, devi ascoltare chiunque; sai cosa diceva Don bosco, e pensa più di cent'anni fa cosa era il demonio, "Se un consiglio buono me lo dà il diavolo io l'accetto."

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