Intervista ad Arrigo Moglia

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27 novembre, 2012 - 20:06

 

a cura di F. Bollorino e S. Guida

Cominciamo con una presentazione di questi cinque giorni a Cernobbio: i numeri, il progetto scientifico� Partiamo dai numeri che sicuramente possono colpire.
Abbiamo una partecipazione di circa 3000 persone, perché gli iscritti alla società di neurologia sono più di 2800 ormai; ci sono ben 1037 contributi liberi sottoforma di comunicazioni orali o poster, il che significa che la società è viva, vivace, presente e attiva. Una serie considerevole di simposi, 30, si tiene tutti i pomeriggi, molti di questi sono in collaborazione con altre società scientifiche del settore delle neuroscienze. Trenta sono anche le riunioni serali, dalle 17 alle 19, dei gruppi di studio e delle associazioni autonome afferenti alla SIN che manifestano un particolare interesse alla ricerca nel campo delle neuroscienze cliniche. Abbiamo poi cinque corsi di aggiornamento che sono l'evento più importante della parte di formazione che la società fornisce ai suoi iscritti.
A proposito della formazione, con che criterio avete scelto gli argomenti di questi corsi di aggiornamento?
Innanzitutto si tratta di temi scottanti con i quali ci confrontiamo quotidianamente.
Prendiamo come esempio il primo giorno in cui si parla di farmacoresistenze nell'epilessia, un fenomeno che interessa il 30% dei malati e che impone la ricerca di percorsi alternativi. Abbiamo allora il grosso impegno delle case farmaceutiche, nuovi farmaci che sono entrati nel trattamento di queste epilessie e dietro l'angolo l'avvento della farmacogenomica. Al momento le prospettive più attuabili sono fornite dalla chirurgia dell'epilessia che risolve una ridotta percentuale di casi perché ci sono ancora pochi centri altamente specializzati in materia e perciò un numero ristretto di pazienti che superano una superselezione possono accedere a questi centri. In questo ambito ci sono delle novità nel campo della chirurgia funzionale e nella deep brain stimulation sulla quale ci sono voci discordanti in letteratura, ma soprattutto nella stimolazione vagale praticata in centri come quello di Genova e di Ancona, con notevole successo su molti malati.
Si è cercato anche di mettere in luce temi meno conosciuti che emergono dalle esigenze quotidiane come il tema del secondo giorno sulle cure palliative. Si tratta di un argomento che non coinvolge solo i neurologi, ma anche i medici di medicina generale, numerosi operatori e l'intera società. E' giusto parlarne, è giusto trovare una linea di comportamento comune, è giusto affrontare anche questi argomenti per poter accompagnare il paziente fino alla fine della sua malattia nel migliore dei modi.
Ho notato che sempre di più le società scientifiche hanno un'attenzione particolare non soltanto nei confronti dei colleghi medici, ma anche delle figure professionali non mediche. Voi avete uno spazio molto importante nella prima giornata dedicato a un corso di aggiornamento per gli infermieri. Qual è la sua visione, come primario neurologo, ma anche come membro autorevole della SIN, della formazione dei collaboratori che spesso devono pagare per accedere ai corsi ECM, a differenza dei medici?
Si tratta di un problema di notevole peso che in passato veniva risolto in modo 'casereccio', cioè ogni équipe si occupava della formazione del proprio personale. L'armonia e lo spirito di collaborazione tra il medico e i suoi collaboratori sono fondamentali data la rilevanza degli infermieri professionali nel trattamento dei malati.
La possibilità di aprire i corsi di educazione continua in medicina alle figure non mediche rappresenta un momento di incontro piacevole e di crescita comune che viene praticato anche da altre società come quella di neurofisiopatologia per i propri tecnici. 
Dal punto di vista della politica sanitaria, offrire degli spazi di formazione per infermieri all'interno dei classici convegni può essere considerato come un segnale importante rivolto ai politici che devono risolvere il problema. Finora tale questione spinosa è stata affrontata solo sulla carta, ma né lo Stato, né la Regione, né le Aziende l'hanno risolta concretamente.
In effetti, io vivo in un'isola felice perché l'IRCSS Mondino di Pavia ha come compito specifico lo svolgimento di corsi ECM per medici, infermieri e addirittura operatori di altre strutture. Tuttavia penso che sia un'eccezione rispetto alle strutture ospedaliere e alle ASL.
La SIN già da alcuni anni cerca di sfruttare il proprio successo per promuovere questo genere di discussioni. La stessa politica è stata intrapresa nei confronti dei giovani, infatti sono state aumentate le borse a loro disposizione per poter partecipare al congresso gratuitamente, nel caso presentino un poster o una comunicazione orale, o con forti sconti. Sono stati inviati 300 contributi liberi di cui 180 hanno superato l'esame della commissione scientifica. Si tratta di una giusta politica attuata dalla società, perché il futuro sono loro. La vivacità, la voglia di fare, la creatività, le idee nuove, vengono da loro; io ammiro molto questa politica che è cominciata con il convegno SIN di Milano del 2000.

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