IV GIORNATE ASCOLANE PSICHIATRICHE - "L'ARCIPELAGO DELLE EMOZIONI". Tra vissuto, comprensione e spiegazione scientifica.

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Ascoli Piceno
Italia
Da 8 maggio, 2003 - 00:00 a 10 maggio, 2003 - 00:00

Abbiamo accettato con grande piacere l’invito del Dottor Mariani a partecipare a questo Convegno perché il titolo fortemente evocativo ci ha messo in immediata risonanza con le emozioni che entrano in campo quando ci si confronta, come terapeuta, con i DCA.
 

Disturbi che possono essi stessi percepiti come un’arcipelago, un insieme di isole di diversa grandezza, caratterizzate da limiti incerti, da coste frastagliate, da parti sommerse, circondate da un mare burrascoso difficilmente navigabile. Sottolineare questa percezione non significa affievolire la consapevolezza che esistono tratti comuni, strategie comportamentali assimilabili, lacerazioni interiori della stessa intensità tra le pazienti che abbiamo conosciuto, ma non possiamo dimenticare che ciascuna di loro ha presentato un percorso così individuale da scoraggiare facili generalizzazioni e minare la tentazione di edificare categorie certe e incrollabili. Di fronte a tanta complessità e diversità, se usassimo come sottofondo interpretativo l’archetipo dei miti(1), potremmo immaginare il terapeuta come Ulisse, desideroso di conoscenza, capace di indagare sul proibito e di lottare per portarlo alla luce,ma anche timoroso di affrontare ,di trattare e gestire un materiale cosi’ pericoloso come le sofferenze, le paure e i desideri umani più reconditi. Nei DCA è il corpo magro ad occupare il centro della scena mentre i sentimenti sono respinti sullo sfondo : ma quando ci si propone nel segno di una magrezza allarmante, ricercata drammaticamente in mille modi, si è alla ricerca, nonostante tutto, di un corpo che significhi, che parli.Anche il ripiegare sul proprio corpo e il fare di esso il solo orizzonte, il solo significante ,diviene comunque un modo. una via, certo carica di sofferenza, attraverso la quale lasciar filtrare una tensione aperta e viva. Chi ha avuto esperienza con pazienti anoressiche sa quali e quante sono le emozioni che si originano dal sentirsi stretti in un tempo che le pazienti vorrebbero fermo e immutabile.Conosce l’angustia dell’imprigionamento se accetta il cappio della richiesta e il pericolo di "vedere" l’esito, più volte da loro realizzato, di un’interruzione definitiva nel momento in cui confermano il teorema interno dell’inguaribilità.

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