I DIRITTI DEI SOFFERENTI PSICHICI
Come possiamo organizzare leggi, istituzioni, associazioni e SSN per garantire l'emancipazione
di Manlio Converti

DIRITTO alla MOBILITA’

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9 settembre, 2013 - 23:19
di Manlio Converti
Molti pazienti psichiatrici sono vessati dal pregiudizio anche per quanto attiene la loro possibilità di spostarsi autonomamente. Nonostante le statistiche degli incidenti stradali siano univoche ed addossino tutte le colpe di quelli gravi e mortali a chi abusa di alcolici e droghe, tanto la paura irrazionale del cittadino comune, quanto l’errata considerazione degli effetti degli psicofarmaci moderni, finiscono per dare al “pazzo” la maggior parte delle volte ogni colpa, soprattutto quando l’autista al volante fugge via dopo aver investito un inerme pedone o un raro ciclista.
 
In Italia è prevista anche una patente speciale, come per tutte le categorie a rischio per patologia cronica,  specifica per pazienti psichiatrici che facciano uso di psicofarmaci, con obbligo di rinnovo più frequente, ma ben pochi la conoscono o ne fanno uso. L’effetto principale sarebbe d'altra parte solo quello di un’ulteriore vessazione economica, per pazienti e famiglie generalmente povere, soprattutto nel meridione.
 
In realtà molti pazienti psichiatrici, che facciano o meno uso di psicofarmaci non hanno nessun problema a condurre in modo più che adeguato l’automobile. Soprattutto quelli che lavorano ne hanno un particolare bisogno, anche per raggiungere i Centri di Salute Mentale, spesso collocati nelle più estreme ed irraggiungibili periferie. Molti altri semplicemente non la usano perché non ne hanno intenzione, perché non ne hanno voglia, perché non lo sanno fare o perché si rendono conto di non riuscire a guidare.
D’atro canto, a differenza delle droghe, gli effetti collaterali EPS o l’eccessiva sedazione, vengono avvertiti dal paziente anche prima che appaiano in modo evidente, come è noto ad ogni psichiatra, con l’effetto di autoregolazione automatica. Non si deve dimenticare neanche tutta quella quota di pazienti che non userebbe l’automobile spontaneamente, a causa degli effetti inibitori o claustrofobici della patologia psichiatrica così come tutti quelli che non possono accedere all’uso dell’auto privata a causa dell’eccessivo costo delle assicurazioni.
 
Sono a conoscenza di alcuni pazienti che hanno avuto numerosi piccoli incidenti con la propria automobile, ma ne conosco ancora di più tra le persone sane di mente: basta vedere la qualità della carrozzeria delle automobili in circolazione. A Napoli dipende spesso dalla restrizione degli spazi della carreggiata e per la sosta, dove è famosa la manovra “ ‘na botta annànze e ‘na botta arrète”.
 
I pazienti che per incapacità personale, legata alla patologia, causata dagli psicofarmaci o più spesso dall’indigenza, per cui non possono avere un’automobile privata, spesso usano i mezzi pubblici, più raramente motociclette o biciclette. L’uso delle motociclette e delle biciclette è infatti limitato dalla capacità di coordinazione e dalla forza in relazione al peso, tutti fattori che spontaneamente ne limitano l’uso in molti sofferenti psichici.
Dobbiamo invece ricordare noi ai familiari in maggiori difficoltà economica che alcuni Comuni almeno il diritto alla mobilità con mezzi pubblici lo concedono gratuitamente, o almeno con uno sconto importante, come a tutti i sofferenti di patologie croniche.
L’uso dei mezzi pubblici è ovviamente limitato nelle zone periferiche delle città, ma grazie ad essi spesso le giornate altrimenti vuote dei sofferenti psichici più gravi (perché senza lavoro) si riempiono di gradevoli passeggiate al centro.
 
Un uso improprio del diritto alla mobilità lo compiono tutti quelli che prendono i treni per fughe romantiche verso località ignote, senza pagare il biglietto, in preda a qualche delirio, ma più spesso in preda al desiderio di cambiare aria e di cercare avventure, rispetto ad un’esistenza monotona, frustrante e piatta, ma questo attiene al Diritto alle Vacanze.
Un altro uso improprio è quello di delirare sui mezzi pubblici in modo vistoso, parlando ad alta voce con fantasmi e magari litigando con loro volgarmente. Gli autisti conoscono bene costoro, che spesso frequentano sempre le stesse linee, soprattutto quelle notturne, dove i pazienti maniacali, quelli che hanno la caratteristica inversione del ritmo sonno veglia, e quelli che non riescono proprio a dormire da giorni o settimane, sono utenti regolari ed affezionati.
 
L’assenza di Centri “Notturni” per la riabilitazione e la chiusura a 12 ore di tutti i Centri di Salute Mentale in Italia ha definitivamente tolto a queste persone tanto il Diritto alla Cura quanto quello alla Riabilitazione, volendo anche quello al Sonno, sostituito nei casi di mancata tolleranza con aggressioni fisiche e verbali o peggio con ricoveri coatti. Resta solo il Diritto alla Mobilità, fintanto che i conducenti d’autobus ed i rari clienti notturni glielo consentiranno.
 
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