Si muore di più per disturbi psichici e malattie del sistema nervoso, di meno per tumori e malattie cardiovascolari.

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21 aprile, 2014 - 21:45

Rispetto agli anni scorsi si  muore meno per tumori maligni, malattie del sistema circolatorio, malattie dell'apparato digerente e cause di morte violenta, ma si muore di più  per disturbi psichici e comportamentali e malattie del sistema nervoso.

É questo uno dei dati riportati nel Rapporto Osservasalute 2013 - un'approfondita analisi dello stato di salute della popolazione e della qualità dell'assistenza sanitaria nelle Regioni italiane presentata il 16 aprile a Roma all'Università Cattolica.

Il Rapporto indica quali sono le cause di morte che hanno avuto un ruolo importante nella recente evoluzione della sopravvivenza in Italia.

In Italia, il tasso standardizzato di mortalità è in riduzione ed è passato da 112,6 nel 2006 a 105,9 nel 2010 per 10.000 negli uomini e da 68,7 nel 2006 a 66,8 nel 2010 per 10.000 nelle donne. Gli uomini hanno, mediamente, livelli più alti di mortalità (in particolare, per le malattie del sistema cardiocircolatorio e i tumori), ma tra il 2006 e il 2010 è proprio la mortalità a ridursi di più.

Se andiamo a vedere nel dettaglio, si evidenzia che si muore meno per tumori maligni, malattie del sistema circolatorio, malattie dell'apparato digerente e cause di morte violenta, ma si muore di più per disturbi psichici e comportamentali e malattie del sistema nervoso.
 

Un intero capitolo del rapporto é dedicato  al tema “Salute mentale e dipendenze” che analizza i tassi di ospedalizzazione per disturbi psichici suddivisi per regione, il consumo di antidepressivi, il tasso regionale dei casi di suicidio.

Il capitolo sulla salute mentale è raggiungibile da questo link
 
Una sintesi dell'intero rapporto é visibile seguendo questo link

L’intero documento è invece raggiungibile da questo link previa iscrziione grautita al sito.

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Commenti

I dati sulla salute mentale per esplicita ammissione degli autori sono davvero deboli in quanto mancano registri di casi affidabili. Quando i numeri sono bassi deviazioni spurie sulle misure, rendono i dati ingestibili e non interpretabili. I dati "giornalistici" mal si prestano a commenti e considerazioni che abbiano un minimo di validità.
Vittorio Di Michele


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