Un colpo ai baroni: in Gazzetta ufficiale il concorso nazionale per l’ingresso nelle scuole di specializzazione in Medicina

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28 luglio, 2014 - 11:35

Il decreto che sancisce il passaggio dai concorsi locali al concorso nazionale per l’ingresso nelle scuole di specializzazione in Medicina è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale. Cambia, davvero, il sistema di selezione degli specializzandi medici. E questa è, per ogni studente in Medicina, ogni laureando, ogni medico per bene e preparato, una vittoria.

Niente più concorsi organizzati dalle università: per essere ammessi sarà necessario superare una selezione nazionale per esami e titoli. Ogni candidato, al momento della domanda di accesso, potrà scegliere complessivamente fino a sei scuole (nella prima stesura erano quattro), anche appartenenti ad aree diverse (medica, chirurgica, servizi Clinici). Il primo concorso nazionale si terrà alla fine del prossimo mese di ottobre. Il bando sarà pubblicato nel corso della prossima settimana.

Rispetto alla versione del 14 aprile scorso, inviata dal ministero dell’Istruzione al Consiglio di Stato, molte conferme.

La prova d’esame

La prova scritta sarà telematica, i candidati dovranno rispondere a 110 quesiti a risposta multipla: 70 su argomenti caratterizzanti il corso di laurea di Medicina, 40 su scenari predefiniti di dati clinici, diagnostici e analitici, di cui 30 domande comuni a tutte le scuole appartenenti alla stessa area e 10 quesiti specifici per ogni tipo di scuola. La prova si svolgerà in una o più sedi, nella stessa data e allo stesso orario per tutte le scuole appartenenti alla stessa area. Ogni risposta esatta vale 1 punto, ogni risposta non data corrisponde a 0 punti, ogni risposta errata a -0,30. La valutazione dei dieci quesiti specifici per ogni scuola avrà un peso maggiore: 2 punti per ogni risposta esatta, 0 per ogni risposta non data e -0,60 per ogni risposta errata. Non è ammessa durante la prova la consultazione di testi cartacei o digitali. Non è consentito l’uso o la detenzione di telefoni cellulari o di altri strumenti elettronici o telematici, pena l'esclusione dalla prova.

Commissione nazionale

Un’unica commissione nazionale convaliderà i quesiti che saranno proposti ai candidati. Il presidente sarà un direttore di una scuola di specializzazione, quindi la commissione sarà composta da cinque professori universitari per ogni area. La commissione nazionale specificherà anche i criteri per l’attribuzione del punteggio relativo ai titoli di studio.

I punteggi

Ai titoli saranno attribuiti fino a 15 punti di cui: fino a 2 punti per il voto di laurea, fino a 13 per il curriculum degli studi (di questi fino a 5 in base alla media aritmetica complessiva dei voti degli esami sostenuti, fino a 5 in base ai voti presi negli esami fondamentali del corso di laurea e caratterizzanti o specifici in base alla scuola scelta, fino a 3 punti per altri titoli, ovvero 1 punto per tesi sperimentale e 2 per il titolo di dottore di ricerca in una disciplina affine alla tipologia della scuola scelta).

Dalla prossima settimana, a Medicina, sarà più difficile fare i baroni.

da la Repubblica online

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Commenti

Spiace vedere presenti ancora pregiudizi così radicati e non mi illudo che possano essere superati facilmente. In realtà, tutto il panorama universitario è in radicale cambiamento e reclutare persone valide diventa una priorità per tutti, a partire dai "baroni". Scegliere i migliori è quindi fondamentale per ogni "barone". Se fare i baroni significa quindi poter ancora esercitare la facoltà di scegliere i propri allievi, e non "solo" sulla base di riscontri numerici (come evidentemente accadrà), ma anche caratteriali e di capacità umane, io rivendico con convinzione questo diritto. Sottolineo il "solo", a buon conto, per dire che tengo assolutamente in considerazione i meriti di studio acquisiti e la preparazione personale.

L'illusione di una presunta oggettività di giudizio collegata al riscontro numerico è comunque radicata. Nella nostra specialità ad esempio sarebbe bene anche effettuare qualche test o valutazione psico-attitudinale ed una valutazione sulle capacità di comunicare adeguatamente con i pazienti.

Questa riforma potrebbe peraltro produrre una maggiore mobilità, e questo sarebbe un bene. Ma quanto al nostro ruolo di direttori di Scuola di specializzaione, non ci resterà che aspettare supini chi ci arriverà su base matematica. Che tristezza.

Prof. Matteo Balestrieri - Direttore della Scuola di specializzazione in Psichiatria delle Università di Udine e Trieste


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