Parlamento: relazione sulle tossicodipendenze 2014

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16 settembre, 2014 - 09:33

Spinello mon amour per uno studente su quattro e aumento delle persone in cura per la dipendenza dal gioco d'azzardo. Sono i due dati che balzano agli occhi dalla Relazione sulle tossicodipendenze 2014 del Dipartimento politiche antidroga, appena ricevuta dal Parlamento. Contemporaneamente, il report registra una diminuzione dell'uso di cocaina; mentra eroina, stimolanti e allucinogeni restano stabili nelle preferenze degli italiani. Ma nella relazione c'è un buco: mancano i dati sul consumo nella popolazione adulta e tutto il testo presenta dati frammentari e alla fine del documento non c'è nemmeno la firma del responsabile. Forse la lacuna è effetto della ristrutturazione complessiva del dipartimento Politiche antidroga che è costato il posto all'ex capo Giovanni Serpelloni, e solo dopo tre mesi di vacatio ha visto l'insediamento di Patrizia De Rose, che, come Serpelloni, ha lavorato a lungo con Carlo Giovanardi, negli anni divenuto simbolo nazionale del rigore antidroga.

Allarme gioco. Il dato che spiazza è la passione per il gioco che diventa una malattia per un numero crescente di cittadini e che chiedono aiuto alle istituzioni per curarsi. E questo forse è un dato da interpretare positivamente, perché segnala il cambiamento di una mentalità: chi gioca troppo fino a mettere a repentaglio la propria vita e quella dei familiari è un malato da curare. L'identikit del giocatore incallito rimane piuttosto "classico": uomo adulto nell'83,2% dei casi e residente nelle regioni del nord, Lombardia e Veneto in testa. Tuttavia, il fenomeno del gioco patologico sta riguardando anche i giovani: secondo i pochi dati presenti nella Relazione, si stima che i giovani giocatori problematici (che non hanno sviluppato dipendenza ma hanno abbandonato un atteggiamento prudente) sono il 4,3% mentre quelli patologici (dipendenti) sono il 3,8%.

Giovani sballi. Sono invece aggiornati i dati sui consumi degli studenti, relativi a uno studio condotto nel 2014 su un campione di 31.661 ragazzi tra 15 e 19 anni: ha consumato cannabis una o più volte negli ultimi 12 mesi il 23,46%, due punti in più rispetto al 2013 (21,56%). Diminuisce invece il consumo di cocaina (dal 2,05% all'1,58%); sostanzialmente stabili eroina (dallo 0,36% allo 0,21%), stimolanti (amfetamine o ecstasy) fermi a 1,36% e allucinogeni (2,03% contro 2,13%). Il 21% dei ragazzi ha usato più sostanze.
La mappa geografica del consumo evidenzia il più alto consumo di cannabis, cocaina ed eroina nell'Italia centrale, mentre gli stimolanti vengono usati maggiormente nell'Italia nord-occidentale, gli allucinogeni fanno breccia soprattutto nel nord-est, forse perché più vicini ai paesi dell'Europa orientale, dove maggiormente si producono questo tipo di sostanze.

Il responso delle acque reflue. A fornirci un'indicazione più generale dei consumi nella popolazione generale, il Rapporto cita i dati delle analisi delle acque reflue (di scarico) in 17 città italiane, annualmente forniti al Dpa dall'Istituto Mario Negri di Milano. Nel 2013 è risultato in aumento del 10,96% la concentrazione di cannabis, mentre diminuisce dello 0,75% quella di cocaina. Sostanzialmente stabili le percentuali delle altre sostanze rilevate.

Assistenza pubblica. Risultano stabili i numeri delle persone tossicodipendenti bisognose di cura (circa 461mila), a fronte di circa 165 mila persone assistite dai Sert (164mila nel 2012), prevalentemente per dipendenza da eroina. Un dato incoraggiante riguarda le morti per droga: in calo costante da alcuni anni: 344 persone hanno perso la vita nel 2013, mentre erano mille nel 1999.

da Il Sole 24 Ore Sanità

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