PSICHIATRIA E RAZZISMI
Storie e documenti
di Luigi Benevelli

Sul nomadismo come anomalia psichica

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2 marzo, 2015 - 20:26
di Luigi Benevelli
Con l’introduzione del razzismo di Stato nella legislazione del Regno d’Italia, apparati, burocrazie, intellettuali, scienziati si mobilitarono per discutere di quale, quanto razzismo e chi discriminare.
«Razza e civiltà» fu la rivista della Direzione generale per la demografia e la razza del Ministero dell’Interno; direttore ne era Antonio La Pera e Luigi Cesari uno dei redattori.

Luigi Cesari  Considerazioni sulle cause del nomadismo,  «Razza e civiltà», anno II, n. 1, marzo 1941, pp. 109-122.
110- Per quanto non si possa vivere senza compagni, avviene che certi uomini non possano viver con gli altri uomini. Bellum omnium contra omnes è la fatale legge che perseguita il genere umano.
111- fra gli esempi più classici del nomadismo di popoli la storia ci presenta quello del popolo d’Israele. […]
112- Né modificazioni, né contaminazioni […] mutarono intimamente la coesione del popolo d’israele dal periodo pre-mosaico a quello dell’yahvismo. La solidarietà che si impose ai componenti dello stesso clan durante la vita nel deserto è ancora un tipico, immutabile carattere, è il suo orgoglio di razza.
113- (i beduini del deserto) Il beduino non lavora, fa lavorare gli schiavi: mantiene per sé soltanto lo spirito guerriero o quello del razziatore, del rapinatore, spirito che non si è attenuato né col tempo, né con la civiltà. È  oltre un milione di individui che, comparso in Europa  ai primi del 1200 (e in (Italia nel 1300), conserverà in ogni tempo, per secoli, in ogni regione, il suo carattere tipico, si potrebbe dire razziale […] in contraddizione con la civiltà. […] Sono di tutte le religioni, e certamente di nessuna. Nulla ci parla di patria o di ricordi storici di eroismo zingaresco[…].
114- Legati fra loro, conoscono itinerari speciali mercé segni convenzionali e così sanno ove possono avere aiuto o se esiste pericolo per non cadere nelle mani della polizia. Amanti dell’acquavite, detestano la carne di cavallo, forse seguendo un uso indiano, e sono appassionati al tabacco. L’industria più facilmente seguita dallo zingaro, nomade o sedentario, è quella del fabbro, o quella del calderaio. […] In Moldavia erano celebri come domatori di orsi. […]
Le donne si danno all’accattonaggio, al furto, alla prostituzione ed al lenocinio[…]; la donna, particolarmente l’anziana, ha molta autorità nella tribù, sopravvivendo fra gli zingari la forma matriarcale. […] Demograficamente sono notevolmente prolifici. […]
Materialisti, dunque superstiziosi, areligiosi, hanno un sentimento, forse l’unico, che vive in loro, naturale e perfetto: la musica! […]
115- che non fu mai scritta per ignoranza della grafia musicale. […]
L’idea del domicilio non sembra trovar posto nel loro pensiero […] in essi può vedersi personificato il destino dell’ebreo errante. […]
119- Lo studio del vagabondo ci appare scientificamente difficile, ben s’intende allo stato attuale.
Per studiare il vagabondo avremmo bisogno non solo di esaminarlo con i nostri mezzi d’indagine, ma di conoscere notizie geologiche di ogni singolo individuo e di vivere la stessa vita.
Può essere un carattere ereditario come Jörger  lo riscontrò  in una famiglia in linea materna; può essere l’ambiente famigliare che con una educazione inadatta stimoli l’esplosione di una manifestazione di natura fuori dall’ordinario.
Può essere il carattere antisociale latente e il vagabondaggio esserne una manifestazione. […] La tendenza al nomadismo la riscontrarono Wilmanns, Schröder, Davenport, quasi sempre in anomali ed in individui antisociali.  Il DeTullio […]
120- considera il vagabondo individuo di costituzione abnorme. […]
Le disposizioni legate alle personalità possono essere modificate od attenuate, mai distrutte, dall’ambiente in genere, familiare in particolare. […]
Se modeste, sottili collettività ancora oggi si trascinano per il mondo guidate da leggi convenzionali ed anacronistiche dobbiamo considerarle alla stessa stregua del ragazzo che fugge da casa […]. Codesto ragazzo non agisce per un istinto innato nell’auomo, ma agisce sotto l’influsso di un equilibrio intellettuale anormale.  […]
121- Dobbiamo infine scindere nel fenomeno del nomadismo ciò che può essere anomalia psichica da ciò che è necessità.
 

 
 

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