POLITICA, DIRITTI E SALUTE
Le politiche sanitarie per le fasce più deboli
di Maria Peano

Politica e salute: un binomio complesso

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29 marzo, 2016 - 16:25
di Maria Peano
Una buona salute è un bene e una fonte di
stabilità economica e sociale. É la chiave per ridurre la povertà e contribuisce allo
sviluppo sostenibile e, allo stesso tempo, ne beneficia. L’aspetto più importante è
che la buona salute non può più essere considerata un risultato di un solo settore:
i miglioramenti sostenibili ed equi in materia di salute sono il prodotto di una
politica efficace a tutti i livelli di governo e degli sforzi di collaborazione tra tutti
gli ambiti della società.
Margaret Chan
WHO Director-General

 
Ho accolto l’invito dell’editor di aprire una rubrica su Politica e Salute con entusiasmo e reticenza. Si perché non è pensabile accostarsi a questo tema senza quella contraddittorietà che suscita quel binomio stesso.
Entusiasmo perché il tema è affascinante, nel loro insieme, politica e salute, aprono a numerose, infinite questioni, analisi, punti di vista, ma nello stesso tempo è uno dei temi più complessi. Complessi nella trattazione, nella ricerca di soluzioni, nelle provocazioni.
Perché la salute riguarda tutto e tutti. Non c’è ambito, luogo, dimensione, tempo, settore, politica che non la influenzino e ciò deve essere ben tenuto presente da chi ha ruoli importanti, di responsabilità .
Qualsiasi decisione, azione politica, non legata necessariamente alla sanità, a qualsiasi livello, ha forte incidenza sulla nostra salute; sembrano concetti banali, ma ciò che è banale, è spesso dimenticato, e ciò che è dimenticato , si perde.
La sanità non è che una dimensione, la più evidente, la più concreta. Solo navigando su questo blog, che tratta tematiche specifiche, si intuisce già la vastità dei temi, delle correlazioni; la psichiatria, oggi, con i suoi enormi passi avanti, aiuta molto a cogliere quelle relazioni, inimmaginabili fino a qualche decennio fa, tra individuo e tutto ciò che è altro da lui. Ne apre un mondo meraviglioso e al contempo sgomenta perché mette in luce tutta la delicatezza, la fragilità di questa complessa relazione.
Quando ho ricevuto l’incarico nella segreteria regionale del Partito Democratico di Responsabile delle Politiche per la Salute del Piemonte, il mio pensiero immediato è andato all’immensità del mio lavoro, ma subito dopo al suo fascino. Poi alla domanda, quanto si può incidere, infine quante persone dovrò ascoltare. Si perché il primo compito di chi ha una responsabilità politica è quello di farsi le competenze, studiando molto, preparandosi al meglio; poi di raccogliere, idee, suggerimenti, proposte, ascoltando. Tanto. E infine avere la grande capacità di fare sintesi. Quella giusta. Ed è tutt’altro che semplice.
Se l’intenzione in questo spazio è di approfondire il tema soprattutto in riferimento ai più deboli  già viene spontanea la prima provocazione,  si potrebbe dire, la madre delle provocazioni: di fronte alla malattia, al disagio, c’è tenore di vita, reddito che ci rende diversi o siamo tutti uguali? Siamo tutti fragili di fronte alla malattia? Si penso di sì. Ciò che ci rende vicini, simili, ciò che livella le fasce di reddito, è proprio il momento della fragilità fisica o mentale. Poi la cura è altra cosa. Ma il malato ha degli occhi soli, e sono tutti uguali.  Spetta alla politica partire da qui, dalle necessità, dai bisogni e costruire la grande impalcatura delle risposte che ogni uomo ha diritto ad avere. 

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