PSICHIATRIA E RAZZISMI
Storie e documenti
di Luigi Benevelli

Sante De Sanctis: Alienisti pedagogisti e alienisti sociologhi

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1 giugno, 2016 - 09:28
di Luigi Benevelli

Angelo Celli e Augusto Tamburini  diressero agli inizi del XX secolo il Trattato di medicina sociale edito da Vallardi: Celli curò la sezione dedicata alla Sanità fisica e Tamburini quella alla Sanità psichica.
Fra le monografie in cui si suddivideva  ogni sezione[1]Patologia e profilassi mentale fu affidata a Sante De Sanctis (1862-1935), fra i protagonisti della scena psicologica e psichiatrica italiane del suo tempo, titolare della cattedra di “Psicologia sperimentale” e dal 1930 di quella di “Clinica delle malattie nervose e mentali” dell’Università di Roma. Curò la voce “Psichiatria” della Sezione Medica dell’Enciclopedia italiana di Giovanni Gentile  uscita in 36 volumi tra il 1925 e il 1937.
Nella sua trattazione De Sanctis fa riferimento alle funzioni di una nuova figura di medico che definisce ”alienista sociologo[2]”. Circa l’eziologia delle alienazioni mentali, egli afferma che:
a)      se le cause sono molteplici e diverse, il loro modo di agire sul cervello è assai meno vario - vogliamo dire che la etiologia  delle alienazioni mentali è assai più vasta che non sia  la patogenesi;
b)      il più delle volte le cause si sommano o si svolgono a catena  l’una successivamente all’altra, di modo che  la etiologia delle singole forme  cliniche è sempre complessa.
Le cause nervose, in generale, si sommano e agiscono per correlazione; inoltre la psicosi che ne deriva sta in rapporto con la gravità e con la durata delle cause agenti, nonché coi differenti gradi di resistenza che ad esse oppone l’organismo e rispettivamente il cervello. L’unicità della causa morbosa è da ammettersi solo per eccezione. Perfino nella parasifilide entra il fattore predisposizione individuale.
Fra le principali cause che ne richiamano l’attenzione, De Sanctis cita l’ambiente fisico e i traumi cefalici, un certo grado di predisposizione individuale , le “emozioni improvvise e tumultuose”, le “passioni gravi e durevoli”, l’arteriosclerosi, “il lavoro mentale tumultuario, emotivo, preoccupante, e in genere le forti e pertinaci emozioni”, l’alcool, la morfina, il tabacco, le tossine alimentari, l’eredità, i disturbi nella funzione delle ghiandole endocrine, la sifilide; i fattori sociali come civiltà, lavoro non riparato, miseria. Per concludere che “nulla di sicuro possiamo ancora affermare circa l’influenza particolare dei fattori sociali, intossicazione a parte, sullo sviluppo della pazzia”.
Sarebbe dimostrata invece l’influenza della razza nella determinazione delle psicosi, come documenterebbe la ricerca sulla “razza israelitica” di Giannelli secondo il quale:
“Nel movimento ventennale 1881-1900 della pazzia nella provincia di Roma, la razza ebraica –figura nella proporzione di 5.26 su 10.000 abitanti, mentre per i cristiano cattolici la proporzione è di 3.72”. La grande predisposizione della razza israelitica alla pazzia è confermata  negli studi del Servi, del Verga, del Kraepelin, del Buschan, di E. Guttman:
“L’esperienza mi ha dimostrato che gli israeliti sono in generale degli “ansiosi”; straordinariamente frequenti sono fra loro le fobie, le ossessioni, gli stati depressivi e angosciosi, le tendenze al suicidio, le anomalie sessuali. Ma bisogna anche aggiungere che l’alcoolismo li risparmia. […] fra gli israeliti le variazioni e le oscillazioni estreme della personalità psichica sono assai più frequenti che fra gli altri popoli. È un vero carattere psicologico di razza”.
Quanto alla questione generale dell’”inquinamento della stirpe”, De Sanctis parla di una degenerazione ereditaria.  Degenerato ereditario è colui che ha un gravame ereditario di alto grado e che ha anomalie psichiche (stigme di degenerazione ereditaria). ed anche fisiche, cioè le prove obbiettive della sua decadenza biologica”.
 
Il capitolo V , dedicato ai Provvedimenti profilattici[3], non si occupa dell’assistenza “agli alienati e ai criminali alienati” ed è un vero e proprio inno al ruolo del medico alienista nell’azione e nelle politiche di costruzione e difesa della Nazione:
“è il medico, in quanto conoscitore delle “cause morbigene”  in prima fila nella “difesa sociale”, nella prevenzione dei danni mentali: “egli può agire con fede, consigliando una educazione adatta ad una rigorosa igiene fisica e psichica specialmente nell’epoca puberale”.
De Sanctis critica l’uso del concetto di “pericolosità” sociale quando usato da medici e magistrati “senza norme determinate”: solo un medico alienista “accorto e di provata onesta” lo può trattare;
denuncia la mancata protezione dei dimessi dai manicomi abbandonati  “nelle città senza mestiere, senza pane, senza fiducia alcuna nel lavoro e nella indulgenza degli uomini”
Quanto alla Sterilizzazione dei degenerati e neo malthusianesimo, dichiara il proprio no alla castrazione di tutti i pazzi, criminali recidivi e alcolizzati; il no all’aborto procurato (assai diffuso in Francia) e il sì ad una “profilassi anticoncezionale o antifecondativa”, all’uso dei preservativi. Denuncia il calo della natalità: “va a poco a poco perdendosi l’istinto del nido” e giudica un errore lasciare al caso o alla provvidenza il grande fenomeno della procreazione. La procreazione si può disciplinare in nome della profilassi individuale e sociale” in particolare consigliando la coppia.
Fra le malattie in atto che proibiscono categoricamente il matrimonio cita l’alienazione mentale e l’epilessia.
No ancora al matrimonio tra consanguinei, “specialmente se esiste tara ereditaria nella comune famiglia. Alcuni ritengono particolarmente dannose le unioni fra zii e nipoti. Il sordomutismo congenito si dice infatti essere una delle più comuni conseguenze di tali unioni. In alcune valli del cantone di Berna a causa appunto di matrimoni consanguinei dovuti alla deficienza di comunicazioni e di scambi con le località vicine si nota un rilevante degradamento di razza, per l’aumento dei cretini e dei sordomuti”.
A comprovare i danni delle unioni consanguinee, egli fa notare che “ le più antiche famiglie d’Europa si spensero quasi tutte come per una misteriosa, arcana vendetta della natura. L’aristocrazia inglese ha visto in 208 anni, dal 1611 al 1819, scendere per lo spegnersi delle famiglie, da 1527 a 625 il numero dei suoi baronetti. Sappiamo dalla storia che la dinastia dei Merovingi si spense nell’imbecillità. Al trono di Francia si succedette una schiera di pazzi: basti a tal riguardo ricordare Luigi XV la cui vita si potrebbe definire una serie continua di orge estremamente ributtanti. I danni maggiori che la consanguineità arrecherebbe alla prole sono: parti prematuri o mostruosi, predisposizione ad infermità del sistema nervoso, soprattutto al sordomutismo, all’isterismo e all’epilessia, grande mortalità nei nati, scrofola e tubercolosi”.
Quanto alla riforma dell’istituto giuridico del matrimonio De Sanctis  riconosce le ragioni di chi “reclama che lo Stato limiti il diritto alla famiglia ai sifilitici, tubercolosi, criminali, corrotti, deboli”, salvo osservare che la proibizione di matrimoni con certificati di sanità “ limiterebbe le unioni legittime, non la procreazione”. Meglio sarebbe che le famiglie di fidanzati dessero mandato ai loro medici di fiducia di approvare o respingere la proposta di matrimonio. Tale metodo presuppone però “ l’esistenza di un medico di famiglia abile e saggio, il quale conosca a fondo lo stato di salute dei suoi clienti”.
De Sanctis insomma respinge la proposta di “leggi tiranniche e in pari tempo inutili, di propaganda pericolosa fra moltitudini incolte e povere d’idealità morali”: “il medico soltanto può essere capace di giudicare caso per caso”. Il moralista, l’istitutore, il parroco non hanno che teorie da sciorinare in simili contingenze; non hanno tecnicismo, né esperienza”.
Ma occorre “allargare le funzioni del medico. Bisogna creare i medici-pedagogisti e i medici-sociologhi come si creano i medici igienisti. Il medico pedagogista consiglia circa la educazione; il medico sociologo circa la scelta della moglie e del marito in rapporto alle esigenze organiche  riparatrici dell’una o dell’altro, consiglia il matrimonio e le norme per l’esercizio sessuale, illumina i coniugi intorno al modo di rigenerare la stirpe degradata per malattia.
Nessun cambiamento all’istituto giuridico del matrimonio potrà impedire la procreazione per parte dei degenerati, dei pazzi guariti o in periodo di intervallo o di remissione, dei criminali dopo l’espiazione. Certi programmi…feroci sono pure illusioni.
 

 
Citazioni: pp. 113- 187, passim.

 
 



[2] p. 115
[3] Il capitolo si suddivide nei seguenti paragrafi:
                    I.            Sterilizzazione dei degenerati e neo malthusianesimo
                 II.            Profilassi antitossica (tubercolosi, pellagra, alcoolismo, sifilide, cretinismo)
               III.            Profilassi psichica
                               a.       L’assistenza educativa del bambino e del fanciullo
                               b.      L’educazione dell’adolescente
 

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