IL ROMANZO DELLA PSICHIATRIA
Dalla Letteratura a Internet 2.0
di Gerardo Favaretto

Psichiatria e Filosofia: ovvero Facebook e la via per il Nulla

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11 giugno, 2016 - 09:46
di Gerardo Favaretto

Psichiatria e filosofia son molto di più' di un semplice incrocio di prospettive. Non si risolve neppure in una sovrapposizione di interessi e oggetti fra discipline. Non è questo .Da solo l'accostamento fra queste due prospettive ne genera altre nuove , ulteriori , in un certo senso sempre uniche .Ma una cosi' allusiva assonanza di discipline ha fatalmente anche una capacità attrattiva o meglio di definizione di uno spazio dove si possono vedere , anche da punti di vista diversi approfondimenti di uno dei due saperi ( il più' spesso delle volte la psichiatria sui suoi metodi la sua identità e i suoi linguaggi ) ovvero ragionamenti sul costrutto della mente e sulla natura conoscenza ( il più' spesso delle volte in filosofia).Peraltro non esiste uno spazio delimitato di questo incrocio che storicamente si è rivelato a momenti straordinariamente fecondo e produttivo .A questo va aggiunto quanto è stato permesso dalla eterogeneità e dalla frantumazione che le due discipline ovvero dalla definizioni a seconda delle prospettive e delle epoche di diverse “filosofie “ come di “ psichiatrie” non sempre fra loro conciliabili .In origine , poi la medicina e la filosofia, è vero non erano saperi cosi' distinti. La filosofia ha generato tutte le forme della conoscenza ; ogni sapere è gemmato dalla riflessione filosofica e dai sui grandi bivi : terra, acqua , fuoco e aria ; corpo e anima ; divino ed umano ... Socrate, Platone , Aristotele ; il melanconico e l'uomo di genio.Il fatto è che la psichiatria è cosa molto più recente di queste antiche procreazioni gnoseologiche e non nasce completamente dalla medicina , ma volendo , conserva ancora il rapporto originario con il luogo del pensare che hanno, molti anni prima, trovato molte altre discipline.

Pinel , il fondatore , è anche autore di un trattato “medico filosofico” sulla alienazione mentale. Esquirol e molta della medicina ottocentesca fonderanno le loro teorie sul ruolo di Ragione e Passioni .E poi i grandi fondatori del pensiero psicologico e psicopatologico da Freud a Jaspers a Binswanger non solo non si sono sottratti al confronto né hanno nascosto il loro tentativo di collegare le due prospettive : per quel che riguarda Freud insistendo ripetutamente su una preoccupazione mai completamente elaborata di essere transitati da un mondo , quello del rigore medico scientifico delle scienze naturali a un altra coerenze “scientifica” che si consolidava nella nuova “scienza” psicoanalitica non meno scientifica non meno vera.Se Jaspers, poi, ha scelto di cambiare identità e di diventare a tempo pieno filosofo dopo avere lasciato alla psichiatria la sua psicopatologia generale Binswanger e tutta la daseinanlyse sono stati invece affascinati dall'idea di una sorta di filosofia pratica applicabile agli stati mentali e alle loro alienazioni.

La storia insomma è davvero piena di esempi e non dobbiamo credere che questa fecondità si sia affievolita nel tempo. Basta infatti considerare non solo tutte le evoluzioni del pensiero fenomenologico e psicoanalitico o Michel Focault o Ian Hacking ma per esempio le associazioni come il net work per la psichiatria e la filosofia http://inpponline.com/ ovvero Association for the Advancement of Philosophy and Psychiatry o contributi come quelli di Bill Fullford http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1414692/ o di Berrios http://www.fioriti.it/libri/scheda.php?PHPSESSID=3D96=&idSezione=4&idLibro=201&idUser= o di molti altri che, in questi anni hanno pubblicato, con intelligenza , rigore e metodo e hanno dato vita in tanti paesi ad associazioni o società di “ Psichiatria e Filosofia “ -.

 

Anche in Italia esistono gruppi che si interessano a vario titolo di questo accostamento .Qualche anno fa , nel 2007 circa, con un gruppo di colleghi formammo una associazione di psichiatria e filosofia con lo scopo di promuovere attività e riflessione in questo ambito ( giusto o sbagliato che fosse e qui rimando a una altro momento per discuterne). Contestualmente fra le diverse iniziative si decise di aprire un gruppo Facebook.Ora la maggioranza di chi sta leggendo ora sa benissimo che cosa sia un gruppo Facebook. Si tratta di un una lista di perosne, tutte con un profilo nel social network , che si iscrive e si rende disponibile così a ricevere dei post su un determinato argomento e nello stesso tempo ha la possibilità di scambiare proprie osservazioni o informazioni o post dentro un gruppo che condivide il medesimo interesse.A pensarci bene la scelta di aprire un gruppo su un social network su psichiatria e filosofia è un po' ingenua . Forse ci si aspettava che dalla platea italiana (formata da non so bene da chi) emergessero temi e toni di un dibattito che slegassero la psichiatria dalla miseria dei silenzi e della mancanza di pensiero o di rinuncia al senso per arrivare a luoghi popolati da interrogativi e questioni finalmente accettabili per degli interessati alla cura delle“anime”. Molto più verosimilmente non si è considerato il potere intrinseco e azzerante della dimensione condivisa el social network che , a dispetto del nome , davvero raramente è una occasione sociale e di condivisione .Fatto sta che non ho fatto molto , ho aperto il gruppo , oramai da qualche anno , con la dichiarata intenzione di includere persone che avevano “interesse” a a quello spazio e volevano in quello spazio condividere materiale ed esprimere idee.Per accedere al gruppo è necessario avere la mia approvazione formale per cui di solito guardo le informazioni visibili nei profili delle persone che chiedono l'iscrizione .Il gruppo in realtà contava circa una ventina di adesioni e così è stato per qualche mese . Persone che si conoscevano e eh avevano condiviso , o perlomeno sentito parlare della Associazione e della opportunità di “socializzare” l'interesse su psichiatria e filosofia. Di quel periodo si trovano tracce di convegni , iniziative , indicazioni bibliografiche . Poi il numero cominciò , neppure troppo lentamente a salire. In rapida successione 100, 500, 1000. Di quel periodo vanno ricordati i puntuali e immancabili interventi e proposte di Mario Galzigna , figura notissima nell'ambito della rete con interessi in ambito psichiatrico e un suo onesto tentativo di creare dibattito dentro il gruppo ovvero di fare del gruppo un luogo di interventi , anche appassionati sui temi del metodo , del senso della psichiatria e del suo ruolo . Peraltro furono occasione l'uscita di alcuni suoi lavori come “Rivolte del pensiero , dopo Focault riaprire il tempo”. Il tentativo era indiscutibilmente di condividere contenuti su un livello di discussione rappresentato dal metodo della psichiatria. A lato si sono sviluppati ragionamenti relativi alla onestà o meno del pensiero psichiatrico e della pratica in generale degli psichiatri. Una parte del gruppo a tratti anche rilevante , come quantità di interventi , è rappresentata da persone che per un qualche motivo ( ideale, di esperienza personale o altro ) ritengono la psichiatria , tutta , nel suo complesso , pratica da demolire e combattere. Questa posizione che trova nella visione anti-psicofarmacologica un punto cardinale a tratti nel dibattito è stata molto ribadita assieme a una celebrazione , talvolta rituale talvolta meno dell'Evento per definizione della psichiatria Italiana ovvero la legge 180 e tutto il mondo e la cultura che ci ha gravitato intorno . Mondo e cultura in cui la filosofia c'entra eccome . Ma non sempre questa opportunità viene colta .Il gruppo è aperto a tutti coloro che manifestano interesse quindi non è selettivo di un profilo professionale negli anni cresce ancora .. 1000, 2000, 2500, 3000 in questi giorni e forse è questo il motivo che alla fine mi ha spinto a scrivere queste righe.Il fatto è che , e questo sicuramente qualche sociologo saprà spiegarlo meglio di me , man mano che il numero aumenta diminuiscono dibattiti e condivisioni e aumentano le esibizioni .Si iscrivono mistici , cultori di mondi e pensieri esoterici , psicologi clinici e rigorosi ma anche qualcuno spinto dalla necessità di promuovere corsi iniziative o anche più' banalmente se stessi. Francesco Bollorino con le sue instancabili e ripetute informazioni nutre il gruppo di stimoli di diverso tipo e con riferimenti a materiali davvero significativi … ma dove finiscono poi questi stimoli ?

Chiedono di iscriversi psichiatri giovani e meno giovani , ovviamente tutti con un profilo Facebook, laureati in filosofia che hanno seguito destini professionali poi totalmente alienati alla loro formazione ma conservano la fiamma dell'amore della conoscenza e poi persone che hanno avuto a che fare con la psichiatria in modo negativo , sventurato, e ancora insegnanti , pedagogisti , avvocati , studenti universitari , perfino qualche liceale . Persone che non hanno un particolare profilo professionale animate evidentemente da un qualche interesse . Persone che sono iscritte a decine centinaia di gruppi in questo supermarket del finto condividere fatto di sole copertine delle idee che è il social network . Ogni tanto ci scappa pure il professionista che propone prestiti o altri improbabili affari ( subito bannati) ma la regola sembra essere  che ognuno si mostra, annuncia qualcosa e quella stessa  dimostrazione ,melanconicamente, finisce lì. Non produce senso . Si spegne , come forse è inevitabile che sia nel social network .

Lo farò pure io quando posterò il link a questo pezzo, lo farò , lo so anche se continuo a non capirne il senso ma mi riscaldo con la speranza che il tempo passato a scrivere sia un tempo che potrà essere condiviso.

Dunque c'è vita su Facebook ? C'è Vita, indiscutibilmente,  nel desiderio che lo costituisce come spazio sociale ma, No davvero , non ci sono umani o alieni ; solo la riproduzione dello stesso identico soggetto . Quello che si mostra e si guarda e che purtroppo non ha molto da dire perché parla una lingua che solo lui conosce.
Psichiatria e Filosofia hanno bisogno di altri spazi, diversi, dove l'intrecciarsi di interrogativi e ricerca permetta che si costruiscano consapevolezze e dubbi.

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