NELLA MENTE DI UN JIHADISTA Per una psicologia dell'ISIS - Scheda di presentazione Ebook

Share this
22 luglio, 2016 - 08:46
Autore: Corrado De Rosa
Editore: RCS Corriere della Sera
Anno: 2016
Pagine:
Costo:
Quanto può contare la psicologia nell'interpretare il terrorismo, la guerra asimmetrica e il reclutamento di nuovi adepti da parte dell'Isis. E come può aiutare nelle politiche di contrasto alla crescita del Califfato. Una chiave alternativa per comprendere l'attualità. 

Nel 2016 Europol diffonde il risultato di uno studio secondo cui il 20% dei jihadisti soffre di disturbi mentali. Si può davvero parlare di un rapporto tra follia e terrorismo? Non si rischia invece di sottovalutare l'interpretazione di un fenomeno complesso che si è diffuso in questi anni con attentati suicidi ed esiti drammatici in Medio oriente come in molti Paesi occidentali ed asiatici? 

Di fatto l'elemento psicologico è chiaro nella nuova strategia del terrore, dai video cruenti ai manifesti web dello Stato islamico e ai trucchi di manipolazione del pensiero usati dai reclutatori per attirare nuove leve nel jihad, dal computer di casa alla trincea. Il progetto dell'Isis è tutt'altro che nichilista come qualcuno afferma: la carta tuttora vincente del Califfo nel creare nuovi adepti in molte parti del mondo, al di là delle sconfitte sul terreno, è l'offerta di certezze - identità e gloria a basso costo - che tende a crescere ad ogni nuovo attentato che da Parigi a Orlando, da Dacca a Nizza tende a creare ansia sociale e paura del crimine.

Cosa accade allora nella mente dei superstiti delle stragi?
Le conseguenze psicosociali per le vittime indirette degli attentati sono un fenomeno da studiare con attenzione quanto i processi mentali dei kamikaze per comprendere quanto è successo e prepararsi ad affrontare possibili minacce future. Imparando a lenire i traumi e le ferite aperte dei  tragici eventi che hanno segnato la storia di questi ultimi anni.

> Lascia un commento



Totale visualizzazioni: 1901