UNA STRENNA PER NATALE: IRIS, 29 favole di Francesco Bollorino

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20 dicembre, 2020 - 15:08
Autore: Francesco Bollorino
Editore: Alpes Roma
Anno: 2016
Pagine: 110
Costo: €13.00
Articolo pubblicato su "IL GIORNALE" in data 17/12/2016




Il dono natalizio che vorremmo fare e ricevere durante le feste è una chimera, un oggetto fantastico e senza tempo che dovrebbe contenere l'essenza di un rapporto a due, le preferenze nostre e del nostro caro unite da una magica affinità.
Non servono oggetti costosi ma pensieri e parole che esprimano fantasia e vero amore.
In una delle fiabe di "Iris", il libro dello psichiatra Francesco Bollorino (Alpes Editore, 2016), il giovane e povero re conquista la sua principessa portandole in dono la cosa più inutile del mondo: il suo amore. " Se tu mi ami esso è una cosa inutile per me, in quanto, non mi appartiene più, essendo totalmente tuo e del pari è inutile per te, poiché se mi ami, non ti serve, essendo tu totalmente in me; se tu non mi ami, il mio amore ugualmente inutile per te, che non saprai che fartene e per me, che non so come conviverci".
In una delle favole di Natale si narra di un profeta che rinuncia alla sua chiaroveggenza e alla verità pur di non addolorare i genitori di un bimbo cui avrebbe dovuto preannunciare una malasorte. Una menzogna per cui perde il suo potere premonitore e conquista il paradiso.

"Iris" è un libro di favole che mai come oggi servirebbe agli adulti, che alle prese con gli obiettivi del momento dimenticano la creatività, la lealtà e l'amicizia. Antoine de Saint-Exupèry dedicò "Il piccolo principe" all'amico della sua infanzia Leon Werth che era al confino perché di origini ebraiche. "Un libro di favole è solo per bambini? Risponderò parafrasando Antoine de Saint-Exupèry: il libro è per tutti i Leon Werth per quando erano bambini " dice Bollorino.
Un adulto che legge una favola nutre il fanciullo che è in lui e può aiutarlo nei momenti di difficoltà a conservare quella speranza e quell'ottimismo che permettono di vivere nonostante tutto.
Nella favola "Cuori e interruttori" lo psichiatra racconta di un tempo remoto in cui gli uomini venivano al mondo senza cuore, razionali e immuni dalla sofferenza, ma incapaci di provare emozioni, amore e dunque felicità.
Il Padreterno cercò allora di porre rimedio e li dotò di un cuore pulsante provvisto d'interruttore, affinché potessero accendere e spegnere i loro cuori mediando tra sentimento e razionalità.
Le favole sono storie che curano l'anima perché riportano la mente verso il cuore, rifondando la sua capacità narrativa e immaginativa. Alla chiusura del libro il lettore continua il suo racconto poetico e può scegliere tra più alternative esistenziali anche quella che prevede un lieto fine.

 

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