Presentazione del volume 'Alle Frontiere della 180'

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23 luglio, 2017 - 16:47
Autore: Davide Bruno
Editore: Il Pensiero Scientifico
Anno: 2017
Pagine: 140
Costo: €18.00
Abitare lo stesso mondo
Verso maggiori legami, verso più tenerezza, verso un’etica della fragilità
 
Di Marie Rose Moro[1]
 
 
È un piacere presentare questo bel libro, al contempo universale, europeo e profondamente italiano. In effetti, questo lavoro parla della necessità di innovare e di adattarsi ai cambiamenti della società e a ogni forma di specificità e vulnerabilità, che sia individuale, familiare, sociale o culturale.
È una sfida parlare nella stessa opera di migranti e dei loro figli da una parte, dei pazienti che presentano delle sofferenze psichiche dall’altra. Quello che tiene insieme questi due temi è prima di tutto l’esperienza dell’autore, Davide Bruno, che si è mosso tra uno e l'altro e che ha imparato dalla pratica transculturale cose che hanno modificato il suo sguardo sui malati mentali, e viceversa.
D’altronde, la psichiatria italiana e, al di là di essa, tutta la psichiatria europea, è stata molto segnata dalla quella grande legge che è stata la 180, che cercava, con forza, di modificare non solo le rappresentazioni che avevamo dei malati, ma anche le nostre pratiche nei loro confronti e, in un certo modo, le loro vite.
Essa affermava che potevamo vivere tutti insieme, ne avevamo interesse e moltissimo da guadagnarci, sia per gli uni che per gli altri. Questo spirito rivoluzionario ha bisogno di  essere sostenuto ancora oggi nella clinica contemporanea che, se non si sta in guardia, rischia di dimenticarlo.
 
Il primo capitolo del libro, Diventare terapeuti, frammenti di una storia, racconta l’esperienza di formazione dell’autore fra Pavia e Parigi, dove l’ho conosciuto, per terminare con una  visita a Trieste, là dove è nata la legge 180. Era venuto a formarsi presso la mia consultazione transculturale [2] all'Università di Parigi 13: mi ricordo di questo psichiatra curioso, avido di nuovi modi di capire e di fare, e molto interessato alle storie dei pazienti e ai loro saperi. Si è inserito nel nostro Servizio con facilità e molta eleganza. Il secondo capitolo tratta le teorie e le pratiche della clinica transculturale, in particolare in Francia, dove ha compiuto quel viaggio di formazione che ha modificato il suo sguardo. In questo, Davide Bruno è un grande umanista europeo, che ha fatto il giro delle università europee per formarsi con rigore. Il terzo capitolo La famiglia tra mito e realtà parte dagli studi antropologici sulla famiglia nel mondo, in Europa e in Italia. Questo sguardo a distanza mostra come la nostra società europea si stia aprendo alle nuove famiglie, come quelle dei migranti, delle adozioni internazionali o le famiglie omogenitoriali. Il quarto si occupa delle famiglie «miste» e dimostra ancora una volta la creatività e la modernità del meticciato, valorizzato ad esempio negli ambienti artistici, ma molto meno nella vita quotidiana. Il quinto riguarda i figli delle coppie «miste», che presentano disturbi del linguaggio in italiano, e mostra non solo la necessità di passare attraverso, ma anche di sostenere la lingua materna per aiutarli a parlare l’italiano.
Infine, l’autore sostiene un’idea inclusiva della nostra società, che è d’altronde quella che ha
ispirato la legge 180, per ripensare il nostro lavoro di psichiatri oggi in una società europea aperta,
ma che a volte può avere paura di quello che viene da altrove.
 
Universale, quindi, perché interessandosi al singolo caso, ci è permesso di avere accesso ad un
paesaggio più preciso, attraverso pennellate successive, di ciò che potrebbe essere l’universale. Ma
anche perché, spingendosi nella profondità di ciascun caso, ci è permesso di entrare in contatto, al di là dei corpi, delle storie, dei contesti, con qualcosa di essenziale che appartiene a tutti. Così, tutte queste voci intime e individuali partecipano alla costruzione di un nuovo legame sociale più fraterno, più giusto, più tenero.
 
Europeo, inoltre. L’autore è egli stesso psichiatra e cittadino europeo. È cresciuto in Italia, ha
fatto un passaggio in Spagna e si è formato in Francia alla clinica transculturale. Di questi luoghi di
apprendimento e di osservazione gli è rimasta una conoscenza delle lingue di questi tre paesi, e uno
sguardo che questi viaggi hanno modificato e reso più sensibile a somiglianze e differenze.
Ha attraversato le lingue e i luoghi, ma anche le cliniche, e in particolare ha acquisito la capacità di
pensare e confrontare le cliniche del Sud dell’Europa e quelle anglosassoni, il che rappresenta un notevole vantaggio per pensare la complessità di oggi. Lo fa e ci aiuta a farlo, e questo è uno dei motivi di fascino di questa opera profondamente europea.
Infine, in Francia, ha familiarizzato con la clinica transculturale dei figli dei migranti e delle loro
famiglie, così come l’abbiamo sviluppata nella scuola parigina di Bobigny e di Cochin[3], e la
inscrive nelle preoccupazioni e nei punti di forza del contesto italiano. È per me un grande piacere
vedere che le idee transculturali e le pratiche francesi in questo campo viaggiano sempre più
facilmente in Italia, inizialmente a Milano, poi a Bologna, a Pisa, a Roma, a Pavia.
 
Italiano, infine, e in realtà molto italiano. Sicuramente per la legge 180, e questo principio inclusivo decretato come una necessità, un imperativo categorico, avrebbe detto Kant, ma anche un
imperativo pragmatico. Facciamolo, e vedremo non solo che è possibile viverlo, che fa
bene ai pazienti che prendono posto in questo mondo, ma anche a noi che condividiamo la bellezza
del mondo con loro.
Questa legge che ancora oggi è paradigmatica della psichiatria italiana ispira l’Europa e le sue
costanti oscillazioni fra curare e sorvegliare, fra curare e mettere al bando, e quindi punire, per dirlo
con le parole di Foucault. Tuttavia, questo libro è italiano anche per l’attenzione che presta alla famiglia, alle famiglie, alle famiglie come strutture. La psichiatria europea ha un ulteriore debito nei confronti dell’Italia e dei suoi formidabili teorici e operatori della teoria familiare, con le sue grandi
scuole di terapia, soprattutto sistemica. Senza dubbio la struttura della società italiana,
centrata sull’importanza della famiglia, ha permesso agli psichiatri e agli psicologi italiani di
pensare questa famiglia con le sue qualità e le sue disfunzioni, ma soprattutto di farne la base di una
clinica che utilizzi i processi familiari come leve terapeutiche.
Si capisce così come le questioni transculturali dell’alterità, che alberghino negli individui, nelle
famiglie o nella società, siano una porta di entrata possibile nella clinica italiana nel suo complesso.
Grazie al meticciato, ai viaggi, agli scambi, perché ci rendono più sensibili alla singolarità, ci
aiutano a costruire una vera etica del legame, del care (l'aver cura dell’altro) e della vulnerabilità.
Questo libro dimostra una volta di più che le deviazioni ci rendono migliori, liberi di pensare e di
fare. Davide Bruno ci mostra che siamo capaci di abitare tutti nella stessa casa, lo stesso mondo e
che possiamo starci, felici, tutti insieme… Una forma di tenerezza che viene assunta nella cura e
nell’apertura all’altro, allo straniero, a colui che è diverso. Grazie per questa bella dimostrazione di
una psichiatria sensibile e fraterna.

 
Bibliografia
Moro MR. Gli adolescenti si raccontano. Genitori in ascolto dei propri figli. Milano: FrancoAngeli,
2016.
Finco R, Moro MR, eds. Mineurs ou jeunes adultes migrants ? / Minori o giovani adulti migranti?
Nouveaux dispositifs cliniques entre logiques institutionnelles et culturelles. Nuovi dispositivi
clinici tra logiche istituzionali e culturali, Torino, Harmattan Italia, 2015.
Moro MR. I nostri bambini domani. Milano: FrancoAngeli, 2011.
Moro MR, Neuman D, Réal I, eds. Maternità in esilio. Bambini e migrazioni. Milano: Raffaello
Cortina Editore, 2010.
Moro MR. Maternità e amore. Quello di cui hanno bisogno i bambini per crescere bene qui e
altrove. Milano: Saggi Frassinelli, 2008.
Moro MR. Bambini di qui venuti da altrove. Saggio di transcultura. Milano: Franco Angeli, 2014.
Moro MR, De la Noë Q, Mouchenik Y, Baubet T, eds Manuale di psichiatria transculturale. Dalla
clinica alla società. Milano: Franco Angeli, 2009.



[1]          Professoressa di Psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, Università di Parigi Descartes,
            Sorbona. Direttore scientifico della rivista L’Autre. Cliniques, Cultures et Sociétés,
            www.revuelautre.com; Responsabile del Servizio della Maison des adolescents dell'Ospedale
            Cochin di Parigi, www.maisondesolenn.fr. Ultimo lavoro pubblicato in italiano Gli adolescenti si
            raccontano. Genitori in ascolto dei propri figli. Milano (Italia): FrancoAngeli, 2016.
[2]                www.transculturel.eu
[3]        Cfr la bibliografia transculturale della Scuola di Bobigny e di Cochin al termine di
         questo testo.
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