LA VOCE DELL'INDICIBILE
I suggerimenti della rêverie degli Artisti
di Sabino Nanni

Vecchi e nuovi rapporti intra-familiari: Ippolito e Fedra

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29 novembre, 2017 - 12:52
di Sabino Nanni
La tragedia greca è una tappa fondamentale nella storia della nostra cultura: utilizzando la ricca mitologia di quel popolo, essa portò alla luce gli aspetti più sinistri ed oscuri dell’animo umano. Mi riferisco all’aggressività ed ai legami perversi intrafamiliari. Soprattutto da quelle opere Freud attinse a piene mani per formulare in termini scientifici ciò che i tragici greci avevano già intuito e rappresentato. Oltre alle vicende più note (di Edipo, Oreste, Medea, ecc.) merita particolare menzione, per la sua attinenza con i problemi di oggi, quella di Ippolito e della matrigna Fedra. Ippolito ha una certa affinità con alcuni giovani di oggi: disdegnava la sensualità e la bellezza (nutriva disprezzo per Afrodite, che di quelle qualità era la Dea) e tutta la sua passione era rivolta alla caccia e agli esercizi violenti (venerava soprattutto Artemide). Corrisponde al giovane superficiale, insensibile alla bellezza, interessato soprattutto alle attività sportive, con un più o meno vago orientamento di  tipo omosessuale. Ma il mondo femminile, da lui ripudiato, gli si rivolta contro, ed egli deve subire la vendetta della matrigna Fedra, innamorata di lui e da lui respinta. Il primo insegnamento che possiamo trarre è che ciò che può esistere di perverso nei rapporti familiari non viene affatto meno se si tratta di genitori e figli adottivi; al contrario, l’assenza di legami di sangue può costituire un “alibi” che facilita l’emergere di tendenze normalmente represse: problema d’attualità, data la frequente presenza, sotto lo stesso tetto, di figli nati da matrimoni precedenti e di genitori acquisiti. Il secondo insegnamento è che la superficialità ed il disconoscimento del mondo interno rendono più indifesi e vulnerabili nei confronti delle insidie che tale mondo contiene; come successe ad Ippolito, e come può succedere a chi, oggi, considera con superficialità e pressapochismo le conseguenze affettive dei nuovi legami familiari.
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