ZATTERE AGLI INCURABILI
Una Poesia al giorno toglie l' Analista di torno...
di Maria Ferretti

AMORE DI LONTANO - Lettera a un giovane analista

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13 settembre, 2022 - 14:03
di Maria Ferretti
L'Amor de lonh, l’amore di lontano,  è amore cantato dal poeta Jaufre Rudel (1125 (?) – 1148).
Di lui rimangono solo sei componimenti.
Nonostante ciò, l’opera e la vita di Jaufre Rudel, nativo di Blaye, Francia meridionale della costa atlantica  sopravvivono in una Vida ovvero una biografia anonima in prosa occitanica (propria della Francia meridionale del tempo), che precedeva la compilazione delle sei liriche redatta circa un secolo dopo.
“...C'era una volta Jaufre Rudel nobil principe di Blaia. Un giorno s'innamorò della contessa di Tripoli, senza averla vista, per il bene che ne udì dire dai pellegrini che venivano da Antiochia. E scrisse su di lei parecchie poesie con musica e parole. E per il desiderio di vederla si fece crociato e si imbarcò. Sulla nave fu colto da malattia e condotto in un albergo a Tripoli come morto.
Tutto ciò fu raccontato alla contessa, che si precipitò da lui, al suo capezzale, e lo strinse fra le braccia. E quando egli seppe che era la contessa, recuperò subito l'udito e il respiro, lodando Iddio per averlo tenuto in vita finché l'avesse vista: e così morì fra le braccia di lei. Ed ella lo fece seppellire con grande onore nella casa del Tempio; e poi, in quello stesso giorno, si fece monaca a causa del dolore che ebbe dalla morte di lui”.
Il concetto di amor de lonh rappresenta il lato fantasmatico dell’amore, l’imprendibilità.
La distanza è risarcita attraverso la poesia che interpreta questa passione che oscilla tra realtà e fantasma, tra lontananza e desiderio  di unione.

Cosa succede nell'incontro  in analisi come nella vita ?
Non sai nulla, gettato nel vuoto cadi continuamente dall'altezza indescrivibile dal cielo dell'angoscia.
Deserto, distesa, infinito , assenza di margine, non protezione. Non senti, non ricordi.
Sia che siamo stati mangiati, divorati per eccesso o difetto la distanza non è stata rispettata. L'amore per essere sentito presuppone una distanza che non è lontananza ma "spazio indispensabile " perché si formi la percezione di ciò che udiamo.
 
Un buon amore è distanza, una buona analisi e ' una distanza che restituisce te a te.
 
Certo all'inizio una tormenta.
Tu Non ricordi.... la memoria è file senza nome. Tu non ricordi perché in te manca qualcosa.
Tu paziente non hai ricevuto in dono quello spazio .
L'amore è senza nome, senza il tuo nome.
Dammi un cenno, dammi la voce, dammi la parola, la tua.
Scompari letteralmente.
Lettera dopo lettera.
Angoscia.
Forse per un attimo ti ho sentito e poi via il nulla. Ma se il nome non è stato mai pronunciato in nome tuo.
L'anima si perde.
Le anime perse son della consistenza dell'aria. Fredda, calda, pungente, calma, turbolenta.
Dove sei? Dove ti trovi di fronte all'esperienza estrema dell'incontro con l'altro?
Le anime perse son sospese, appese ad un filo.
L'esperienza dell'incontro vero dell'altro, pulita dalle nostre fantasie idealizzanti o persecutorie, può esser paragonato ad uno schianto mortale contro un muro. Impatto agghiacciante.
 L'incontro è sempre scontro, uno sbattere contro qualcosa che non cambierà , proprio perché è lì l'amore.
L'amore coincide con l'impatto con quello che dell'altro non cambierà , quello che proprio non ti piacerà.
La verità è che le anime perse sono in luogo di difficile accesso, la comunicazione è a strappi , difficile e intermittente. Tutto va storto tra anime perse o forse va tutto al rovescio.
Quando pensi male l'Altro pensa bene, quando pensi bene l'altro pensa male.
Sei in balìa o sei balia, basta un accento e puoi esser allevato,colto,raccolto oppure scaraventato nel nulla.
Le anime perse son le anime dell'eccesso subito, ricevuto, donato.
L'eccesso ipereccita il nostro sistema percettivo. Le anime perse hanno organi di senso raffinatissimo.
L'iper fa parte della loro vita. Una vita difficile fuori luogo, fuori tempo. Vivi in uno spazio lontano.
Nietzsche che dice di queste anime?
"Io amo colui la cui anima resta profonda anche nella ferita e può esser distrutto anche da un piccolo avvenimento, perché così andrà volentieri all’altro capo del ponte. L'anima che rimane profonda nella ferita"
 Che definizione splendida per coloro che curano sia che siano analisti o poeti.
Dall'altra parte del ponte, insieme, questo il viaggio dell'incontro. Un'altro disposto a correre il rischio.
Il rischio è la componente vera della nostra vita.
A vivere si rischia la vita.
Le decisione di vivere significa sentire tutta l'angoscia della perdita di te , di quello che hai sempre pensato di te. Cade il velo e rimane ciò che hai nascosto.
Nuda ,cruda  e glaciale come la terra alla sua nascita.
La cura è sciogliere i ghiacciai per far emergere la vita: le prime cellule.
A 5 settimane il cuore batte nell'embrione umano. È lui il centro.
Il cuore: vasi comunicanti, battito di sangue,fiume di vita.
È lui che deve inumidirsi, piangere, ridere, placarsi, rallentare e poi ripartire.


 
Per amarsi si fa così ?
Il giusto incontro analitico è mutativo sempre. Non è del materno, ne del paterno ma è un incontro della stessa consistenza dell'aria : imprendibile, palpabile forse. Senti ma non la prendi.
L'amore è  verbo, parola, aria tra lingua e palato entra dal naso come l'odore ed esce dalla bocca come suono.
Inspira ed espira. Entra ed esce, senza questo movimento muori.
Quando inizi l'analisi sei senza fiato, hai fiato corto come un cardiopatico.
L'analisi è l'apprendimento del respiro, è provare di nuovo a respirare, senza affanno e sentire senza paura, senza inganno la possibilità dell'incontro con un altro.
Nasci nel sangue e nella merda qualcuno ti raccoglie e ti pulisce, taglia e ti restituisce alla terra.
L'esperienza dell'amore in analisi non è il dialogo amorevole, ma la scoperta di qualcosa che non si afferra che c'è ma non si vede.
Non è dialogo empatico, stucchevole. Non è sdolcinato.
Il dialogo è poter far l'amore con te senza rifiutarti, vomitarti , urtarti.
L'analisi ha l'arduo compito di far scoprire uno ad uno cos'è il nostro amore defraudato malato, maltrattato, violentato, eccitato. E alla fine scopri che è mistero, proprio come il concepimento di un figlio.
Nessuno sa quando e perché arriverà e potrebbe anche non arrivare mai.
Giocare con il caso o a caso, saper giocare e accettare rischi, complicazioni, sconfitte amare.
 
Allenarsi alla vita e al suo "non so quando".
Amore è perenne distanza tra me e te. Amore è render questa distanza nell'ordine del sublime "che giunge fin sotto la soglia più alta la soglia più elevata". Percezione raffinata di te nell'altro.
 
"Questo è il paradosso dell'amore fra l'uomo e la donna: due infiniti si incontrano con due limiti; due bisogni infiniti di essere amati si incontrano con due fragili e limitate capacità di amare. E solo nell'orizzonte di un amore più grande non si consumano nella pretesa e non si rassegnano, ma camminano insieme verso una pienezza della quale l'altro è segno" (Rainer Maria Rilke).
 
Un giorno esisterà
 
Un giorno esisterà la fanciulla e la donna,
il cui nome non significherà più soltanto un contrapposto al maschile,
ma qualcosa per sé,
qualcosa per cui non si penserà a completamento e confine,
ma solo a vita reale: l’umanità femminile.
Questo progresso trasformerà l’esperienza dell’amore,
che ora è piena d’errore,
la muterà dal fondo,
la riplasmerà in una relazione da essere umano a essere umano,
non più da maschio a femmina.
E questo più umano amore somiglierà a quello che noi faticosamente prepariamo,
all’amore che in questo consiste,
che due solitudini si custodiscano, delimitino e salutino a vicenda.
 
Rainer Maria Rilker ( da Lettere ad un giovane poeta )

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Ho notato (i counter son ormai molto raffinati e ci dicono assai delle abitudini dei lettori senza scomodare il grande fratello) che molto spesso la lettura di un pezzo è SINGOLA con successiva uscita qunado in realtà il vero arricchimento per chi legge sarebbe scoprire l'evoluzione del pensiero dell'autore che nel tempo ha pubblicato pezzi con un "razionale" comune che meriterebbe di essere scoperto e aprezzato.

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