Freud, Tolstoj e il Mugnaio

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28 gennaio, 2018 - 09:40
Qualche giorno fa, rileggendo l’edizione integrale della Newton Compton  di  “Guerra e Pace” -  di Lev Tolstoj[1] - ho avuto un sussulto  nel trovare un passo che ricordavo presente ne “L’Interpretazione dei Sogni”[2] di Freud.
Subito ho verificato la cosa e mi sono convinto, vieppiù,  che il passo di Burdach[3], riportato da Freud a pag. 69, capitolo E, sulle peculiarità psicologiche del sogno,  è  simile a quello che si trova a pag.  229  dell’edizione integrale di  “Guerra e Pace”.  
Di seguito i due passi riportati nel loro contesto ed evidenziati dalla sottolineatura:
 
Da “L’Interpretazione dei Sogni”
  • ... quindi, nel sonno, la psiche sa distinguere le sensazioni; ... possiamo essere svegliati anche dalla mancanza di uno stimolo sensoriale, se esso si ricollega a un fatto importante per la rappresentazione; ci si sveglia perché il lume si spegne nel corso della notte, il mugnaio si sveglia perché il mulino si ferma, dunque per il cessare dell'attività sensoriale, e ciò presuppone ch'essa venisse percepita durante il sonno e che tuttavia non recasse disturbo alla psiche, perché indifferente o meglio soddisfacente."                                                                                                        
 

Da “Guerra e Pace”
Siamo in prossimità della battaglia di Austerlitz, tra le truppe prussiane, austriache e russe da una parte e l’esercito francese, guidato da Napoleone, dall’altra.
Kutuzov, comandante delle truppe russe, viene messo in minoranza, dagli altri generali dell’alleanza, sulla tattica e la strategia da adottare e Kutuzov intuisce che attaccando subito, si andrà verso il disastro.
È sera, la sera prima della battaglia:
 

  • “… Quando poi il suono monotono della voce di Weyrother tacque,  Kutuzov aprì gli occhi, come il mugnaio che si sveglia se cessa il suono soporifero delle ruote del mulino, tese le orecchie …..”
 
È  scontato che molte frasi, concetti, considerazioni simili possano essere il frutto di una concomitanza accidentale, ma in questo caso, mi sembra indubbio che Burdach conoscesse “Guerra e Pace” e che un passo così suggestivo potesse funzionare in modo molto efficace per la  descrizione di un aspetto della fisiologia del sonno.
 
 
Il ribaltamento[4]
Ma poi, a uno studio più approfondito, la scoperta che non mi aspettavo.
Verificando le date e rilevando che la prima edizione di “Guerra e Pace” fu scritta tra il 1865 e il 1869, quando Burdach era già morto, se restiamo al mio convincimento che un passo sia ispirato all’altro, ne deriva che è Tolstoj che ha attinto da Burdach.
 
Ciò mi ha portato a riflettere sul perché io fossi partito con la prima tesi: la risposta che mi sono dato  è che la maggiore autorevolezza e notorietà di Tolstoj mi facevano percepire il suo passo come quello originale.
Questa nuova visione della cosa, mi ha fatto ancor più capire l’importanza del leggere anche altri che non siano solo se stesso[5], perché per grandi e sapienti che si sia, c’è sempre qualcosa che si può imparare dagli altri.
 
A me non resta, ora, che ribadire la mia soddisfazione, un vero e proprio plusgodere  per aver trovato questo legame, di cui sono certo, tra i due passi.
È ovvio, comunque, che la questione potrebbe essere considerata dai miei lettori, solo una singolare casualità: la certezza infatti è soggettiva, cioè sta in noi, mentre la verità, che sta nelle cose, ce la potrebbe raccontare solo Tolstoj o, meglio  ancora, il Mugnaio.  


[1] Lev Tolstoj (1828 – 1910) 
[2] Ed. Universale Bollati Boringhieri 1973
[3] Karl Friedrich Burdach (1776 – 1847), fisiologo, scrittore e docente universitario tedesco.
 
 
[5] È  un consiglio affettuoso a tutti i colleghi del web
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