Riflessioni (in)attuali
Uno sguardo psicoanalitico sulla vita comune
di Sarantis Thanopulos

Le gabbie sociali e la fidelizzazione della cittadinanza

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30 aprile, 2018 - 10:57
di Sarantis Thanopulos

Dopo che per decenni li abbiamo dimenticati, così che la loro esistenza era ormai creduta una lontana leggenda, alla fine i tartari sono tornati. Le nostre democrazie deboli ne sono circondate, ma non se ne accorgono, perché versano nello stato di una propria “tartarizzazione” avanzata. Più i cani diventano lupi, più non riconoscono i lupi come loro nemici. Il paradigma apolitico che distrugge la società civile sta dominando le società non democratiche, sempre più ridotte a società monocratiche, ma, nell’ambito di un mondo globale, si sta prepotentemente affermando anche nelle democrazie e, nelle sue forme più “tecnologicamente” avanzate, è nato in esse.
Nel 2009 il governo britannico ha introdotto un sistema di valutazione a punti per la attribuzione di cittadinanza agli stranieri dimoranti in Gran Bretagna che la richiedevano. Dal punteggio sarebbero dipesi da quel momento in poi sia l’ottenimento della cittadinanza che il tempo richiesto per esso. Secondo il nuovo  sistema guadagna punti chi mostra un buon potenziale nel far soldi, è laureato, ha acquisito meriti speciali nel campo scientifico, artistico e letterario, svolge attività politica, sindacale o di volontariato, è bravo a parlare l’inglese, è disposto ad abitare in zone di declino della popolazione. Perde, invece, punti chi ha un comportamento anti-sociale o è coinvolto in attività anti-britanniche.
La cosa importante in questo sistema di valutazione a punteggio, non sono i parametri usati che possono fuorviare (aderendo a requisiti politicamente corretti o a luoghi comuni che creano l’illusione del buon senso), ma il sistema stesso. Una volta introiettato esso può usare i parametri che più sono consoni alla prospettiva di chi, di volta in volta, ne è il gestore.
Nel 2014 il governo cinese ha istituito un Sistema di Credito Sociale, attualmente in sperimentazione in 30 comuni (tra cui Shanghai), che sarà definitivamente applicato in tutto il paese a partire dal 2020. Otto aziende private hanno ricevuto l’incarico di creare l’algoritmo necessario per il suo funzionamento. Scopo del progetto è l’uso di un punteggio per la valutazione dell’affidabilità e della sincerità nelle attività di governo, nel campo degli affari e in quello giudiziario, ma anche dei singoli cittadini, che guadagneranno punti o ne perderanno a seconda della correttezza o meno dei loro comportamenti. La migliore classe (A) dei cittadini avrà accesso agli incarichi più prestigiosi. La peggiore (D) sarà esclusa dai pubblici impieghi. Frequentare gente dal punteggio basso, comporterà anche un abbassamento del proprio.
Ciò che è apparso come modello di valutazione dei migranti in Occidente, rispunta come modello di valutazione dei cittadini in Cina. A riprova del fatto che la gabbia per lo straniero prepara la gabbia per l’indigeno, nel tempo necessario di un viaggio andata e ritorno tra democrazia in declino e autoritarismo in crescita.
In Gran Bretagna e in Cina l’obbiettivo della cittadinanza a punti è la fidelizzazione dei cittadini a un modello di vita uniformante, necessariamente anonimo. Sennonché la conformazione delle masse a modi di vivere impersonali che producono automi, diventa, un certo punto, indipendente dai suoi autori. Non si fidelizza secondo ciò che conviene ai fidelizzatori, già catturati nel loro agire dalla sirena dell’automazione, ma secondo ciò che conviene alla fidelizzazione stessa, che la rende più efficace e stabile. Gli oligarchi/autocrati, che incombono sul nostro futuro, si avviano al destino di  non persone, parlate, guidate, senza che ne siano consapevoli, dall’algoritmo di cui credono di servirsi.

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