RECENSIONE AL FILM "LE INVISIBILI" (Francia 2018)

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11 maggio, 2019 - 18:02
di: LUIGI BENEVELLI
Anno: 2018
Regista: Louis-Julien Petit
Le invisibili (Les invisibles ) è un film francese del 2018 diretto da Louis-Julien Petit, tratto dal libro di Claire Lajeunie Sur la route des invisibles femmes dans la rue.
Protagoniste ne sono le operatrici sociali del Centro Diurno, l’Envol , che si trova alla periferia di una città, finanziato dalla Municipalità e che si occupa di assistere donne in condizioni di marginalità, senza fissa dimora: l’Envol fornisce oltre alla doccia, al ristoro di un caffè, un po’ di cordialità, alcune scarse relazioni interpersonali. Sono donne a rischio quotidiano di violenza, senza un progetto che non sia il riuscire a cavarsela giorno per giorno e tuttavia a loro modo “resistenti”.
Le operatrici si danno da fare per quanto possono, ma gli esiti del loro lavoro sono giudicati dalla burocrazia della Municipalità insufficienti e non più compatibili con i costi. Così  il finanziamento è sospeso e il Centro diurno viene chiuso. Restano a disposizione tre mesi per reinserire socialmente le donne assistite.
Le operatrici decidono allora di dar vita ad una esperienza “irregolare” di recupero sociale attraverso la valorizzazione dei desideri, delle vocazioni, delle abilità personali  e l’accompagnamento di ciascuna delle donne negli spazi sociali e lavorativi che si possono aprire. Le donne, con il sostegno delle operatrici troveranno non solo un possibile progetto di vita e di lavoro, ma soprattutto la propria dignità di persone e cittadine, finendo col percorrere a testa alta le vie della città. Anche le operatrici sociali che vivono, a loro volta, una quantità di problemi personali, famigliari, affettivi, arriveranno a riscattarsi insieme alle donne assistite.
Il film splendidamente recitato da, a parte due, attrici non professioniste, è un commedia godibilissima e un documento straordinario eloquentissimo del lavoro di empowerment, di riconoscimento e valorizzazione della responsabilità e delle capacità delle persone con disabilità e a rischi di marginalità.
Lo consiglio vivamente a chi si occupa di lavoro per la salute mentale.
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