PRESENTAZIONE SAGGIO " IL VIRUS NELLA MENTE"

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15 agosto, 2020 - 15:17
Autore: ANTONELLO BELLOMO
Editore: WIP EDIZIONI
Anno: 2020
Pagine:
Costo: €5.99

Un’analisi dei comportamenti  reiterati nelle grandi epidemie della storia

La parola Virus deriva dal latino e vuole indicare una sostanza simile ad un veleno o una linfa dannosa. Con la identificazione dei primi batteri e virus, nel corso del 1900, fu formulata una teoria dei germi che sostituì progressivamente il concetto galenico di malattia.

L’Autore ha effettuato un percorso storico-narrativo delle principali epidemie della storia dell’uomo, soffermandosi maggiormente su quelle di cui esiste maggiore documentazione (Peste Nera, Febbre Spagnola, Tubercolosi, AIDS, Pandemie influenzali del XX secolo), al fine di valutarne i principali effetti psicosociali; ha voluto cioè evidenziare quali credenze, comportamenti e reazioni psicologiche sono state messe in atto dalla popolazione nelle condizioni prodotte da queste calamità naturali, al fine di evidenziare quelle che si ripetevano più frequentemente.

Ne è emersa una disamina che spazia dalle più frequenti ipotesi causali effettuate dalla popolazione, quali la necessità etico-religiosa di espiare una propria colpa pregressa, l’ipotesi di un complotto ordito da gruppi di “diversi” (gli ebrei furono ripetutamente accusati di avvelenare i pozzi) o nemici (“guerra batteriologica”),o alcune bizzarre teorie pseudoscientifiche (la congiunzione dei pianeti Marte, Giove e Saturno avvenuta in data 20 marzo 1345, ad esempio) che attualmente dovremmo identificare come Fake News, alle più frequenti risposte comportamentali quali la fuga nelle campagne, l’isolamento forzato (con forme atipiche e ludiche come quella descritta da Boccaccio nel Decamerone),la segregazione dei contagiati nei lazzaretti o nei sanatori, l’investimento nel culto di santi particolarmente vicini ad ogni singola malattia (San Rocco in primis), fino a vere e proprie forme di superstizione come quella messa in atto dai Flagellanti durante la Peste Nera. 


 

Il risultato ottenuto da questo percorso è stato quello di evidenziare che spesso ripetiamo sempre gli stessi pensieri o comportamenti (ancorché con modalità culturali diverse), se esposti alla stessa tipologia di minaccia, anche a distanza di alcuni secoli, in una sorta di “coazione a ripetere” collettiva; un obiettivo intelligente potrebbe essere quello di apprendere dal passato per controllare meglio il futuro, ma anche quello di poter intervenire, laddove possibile, al fine di evitare nuovi episodi di pregiudizio, discriminazione, segregazione che in passato si sono rivelati francamente inutili, se non dannosi.

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