DOPO IL DELITTO
Il supporto psicologico alle famiglie delle vittime
di Rossana Putignano

OMICIDIO MADALINA PAVLOV: LA CHIAVE DEL GIALLO IN UN LIBRO?

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21 settembre, 2020 - 19:05
di Rossana Putignano
Sergio Bambarèn, autore australiano, nato in Perù e poi trasferitosi a Sidney, deve aver avuto, probabilmente, un peso nella scelta di Madalina di andare a vivere in Australia. Madalina stava preparando tutti i documenti e non è dato sapere con quanta disponibilità economica si sarebbe mossa dalla città di Reggio Calabria, dove il mare di certo non le mancava. Il giorno stesso in cui le è stata spezzata la sua giovane vita, aveva manifestato al telefono con la sua amica Paola, il suo desiderio di andar via e ricominciare. Lì in Australia, probabilmente, ad attenderla vi sarebbe stata la folta comunità calabrese da anni insediata alla ricerca di fortuna e non sarebbe stato difficile, accolta dai suoi conterranei, andare a vivere in un nuovo continente. L’autore del libro “Lettera a mio figlio sulla felicità” di fortuna ne ha fatta in Australia in quanto fu promosso  dirigente di una grande multinazionale che si occupava di impianti siderurgici: “viaggi in prima classe, soggiorni in hotel a cinque stelle, una villa nella migliore zona residenziale di Sidney, una lussuosa auto aziendale a disposizione e tutta l’ampia gamma di vantaggi prestigiosi che accompagnano una posizione dirigenziale”. Si potrebbe dire azzeccatissimo il soprannome “la terra della fortuna”, tuttavia, l’Australia inizia presto ad assumere, per l’autore, una metafora di vita ben diversa e lontana dal materialismo becero della ricchezza fine a se stessa; infatti, la felicità e la pace interiore, secondo l'autore, non vanno cercate nella ricchezza fine a se stessa. “Il dolore– inoltre- fa parte della vita. La disperazione fa parte della vita. A volte anche toccare il fondo fa parte della vita. Ma non è assolutamente la fine, E’ solo l’inizio di qualcosa di più grande, qualcosa in grado di arricchire il tuo spirito molto più di ogni altra esperienza vissuta fino a quel momento”.Questo è’ quanto l’autore tenta di trasmettere a suo figlio Daniel, attraverso una serie di lettere profonde,  trasmettendogli i valori più puri riscoperti attraverso i mari tempestuosi della sua esistenza: la morte della madre, la malattia, la dipendenza dall’alcool. Anche Madalina ne aveva passate tante, dalla morte del fratellino Florian alle vicende che hanno investito la sua famiglia, ove il Tribunale dei minori di Reggio Calabria decideva giornalmente la qualità sua vita fino al raggiungimento della maggiore età e la sua collocazione presso la casa della sorella. Qui Madalina inizia ad avere un po’ di pace e a progettare la sua vita e quelli che sarebbero stati i suoi studi: voleva diventare criminologa! Oggi ricorre l’8° anniversario dalla sua morte e di lei rimangono una treccia custodita con tanto amore dalla madre Gabriella (Agafia Cutulencu) e tanti bei ricordi in chi la conobbe ma soprattutto e purtroppo tante ombre che attorniano la sua morte. Chi ha ammazzato Madalina? Perché è tanto importante questo libro? La chiave del giallo potrebbe essere proprio questo libro che le fu regalato e che recava delle iniziali. La coordinatrice del CRIME ANALYSTS TEAM Mary Petrillo chiarisce: “Il nostro team ha avuto modo di fare approfondimenti di natura psico-criminologica e si è imbattuto, proprio pochi giorni fa, in questo libro. Questo libro, a nostro parere, potrebbe avere un significato importante perché Madalina ci teneva molto e soprattutto vogliamo sapere e capire chi ha dato questo libro a Madalina e perché e siamo pronte ad ascoltare la persona in questione per cercare di capire meglio la personalità di questa ragazza e cercare di capire meglio perché ci teneva tanto a questo libro. A questo punto, non è tanto il discorso che può significare il libro ma perché Madalina ci teneva molto a questo libro”. 
 
Chi ha pensato, in un primo tempo, che Madalina cercasse soldi facili si sbaglia. Madalina era una persona pulita e voleva guadagnarsi onestamente la sua felicità e per questo lavorava in una pizzeria. Il suo stipendio era un  piccolo tesoretto che un giorno l’avrebbe condotta verso i mari dell’Australia alla ricerca della pace interiore, che forse non aveva trovato ancora, ma di certo non era abbastanza per decidere di mettere fine alla sua vita. Aveva una progettualità. Qualcuno o qualcosa deve aver ostacolato il suo sogno. Oggi, le indagini proseguono ancora. Attendiamo fiduciosi che la procura dia una sterzata importante all’intera vicenda.
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