Disturbi di personalit�: comorbidit� e dimensionalit�
I relatori, da diversi punti di vista e con approcci talvolta differenti hanno dibattuto su un tema difficile, soprattutto in campo clinico e terapeutico: i disturbi della personalit�.
Un leggero rammarico per quanto riguarda l'incalzante ritmo di lettura della relazioni di cui la velocit� serrata rendeva difficile l' �assorbimento� dei numerosissimi ed importanti punti trattati. Un tempo davvero incalzante, peccato per il pubblico forse un poco penalizzato, ma comunque molto attento. Tutti i relatori hanno insistito sulla difficolt� di trattamento di una patologia cos� complessa con elevati percentuali di comorbidit� e sul ruolo fondamentale nella terapia dell'alleanza terapeutica. Un ampio spazio � stato dato alla scelta e all'utilizzazione di strumenti di valutazione pre e post-terapia, indispensabili per meglio proporre tecniche di intervento terapeutico. A diverse riprese e dai diversi relatori � stato posto l'accento sull'importanza di terapie integrate e/o sequenziali per questo tipo di pazienti che spesso presentano una moltitudine di patologie e problematiche.
Il prof. Fava suggeriva di prevedere il percorso terapeutico molto individualizzato, con sequenze diverse, attraverso differenti tecniche e strategie. Il suo messaggio, chiaro e condiviso dal prof. Andreoli era di scomporre i diversi �ingredienti�, per trattare a tappe problematiche diverse, insistendo sull'importanza di non bloccarsi su una sola e possibile scelta terapeutica
Purtroppo il tempo, troppo breve per un tema cos� complesso � stato nemico, impedendo di approfondire concetti ed aree che necessitavano pi� spazio.
Non banale l'apporto del prof. Andreoli soprattutto nell'insistere su una suddivisione all'interno di un disturbo di personalit� borderline:
- Borderline puro, intendendo con questo termine un disturbo senza altre comorbidit�
- Borderline complesso.
Necessita di essere citato il modello del prof. Carta e della dott.ssa Gardiner sulla base della loro esperienza clinica-psicoterapica in un servizio pubblico di Monza.
Entrambi mettono in evidenza l'importanza della valutazione in senso psicodinamico dei soggetti candidati ad un trattamento, al fine di meglio adattare diverse tecniche di intervento: dalle tecniche cognitive a quelle supportive ed espressive. Passano velocissimamente in rassegna la procedura e i diversi strumenti di valutazione utilizzati, tra cui l'intervista �RAP� e lo CCRT (Core Conflictual Relationship Theme di Luborsky), quest'ultimo volto alla valutazione sia del processo terapeutico che degli esiti. Continuano velocemente con una sintetica spiegazione della loro scelta teorica ( psicoterapia analitica ad orientamento supportivo-espressivo), presentandoci in seguito i loro campioni clinici. Anche loro, come del resto gli altri relatori, hanno insistito sull'importanza cardine, con questo tipo di pazienti, alla costruzione, in una prima fase della terapia, dell'alleanza terapeutica.
Interessante la scala dell'alleanza terapeutica con un punteggio da 1-5.
Il tempo tiranno, ha impedito alla dott.ssa Gardiner di dettagliarci un secondo studio passato velocemente sullo schermo. Da citare anche il �manuale� degli interventi del terapeuta di Horowitz�, come la Scala di Luborsky sull'indice degli andamenti della componente supportivo-affettiva.
Il prof. Fava ci ha presentato uno studio di follow-up da 2 a 14 anni su 132 pazienti con disturbo di panico associato ad agorafobia, trattati con tecniche comportamentali e cognitive, basata soprattutto sull'Esposizione. Dal suo studio � emerso quanto la persistenza dei disturbi di personalit� sia associata ad una prognosi pi� sfavorevole. Introducendo il concetto di �fattori positivi di personalit�� e di benessere psicologico, ci ha parlato di una terapia mirata alla promozione del benessere psicologico (�Well-being Therapy�), da associare alla farmacoterapia e a tecniche cognitivo-comportamentali.
Da citare ancora la relazione del prof. Fassino sui disturbi di personalit� e del comportamento alimentare. Oltre ad analizzare le caratteristiche di personalit� delle pazienti anoressiche e/o bulimiche e il notevole legame tra queste due patologie, il relatore si sofferma a sottolineare l'alta probabilit� nei disturbi del comportamento alimentare di un disturbo di personalit� associato.
Lo strumento di valutazione utilizzato, il Temperament and Character Inventory somministrato a 343 persone, tra anoressiche, bulimiche e controllo, ha permesso loro di mettere in evidenza alcune caratteristiche di personalit�. L'anoressica � caratterizzata da bassa ricerca della novit�, alto esitamento del danno, alta persistenza e bassa autodirettivit� e la bulimica da alta ricerca della novit�, alto esitamento del danno e bassa autodirettivit�. L'anoressica Binge-Purging � caratterizzata invece da un profilo intermedio tra le due.
La brevit� del tempo a disposizione ha impedito un ulteriore approfondimento e discussione degli argomenti.
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