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Rischio Suicidario per i Naviganti

6 Lug 25

Abstract


I marittimi, o naviganti, operano in un contesto lavorativo unico caratterizzato da isolamento, stress intenso e accesso limitato a supporto psicologico, fattori che aumentano il rischio suicidario. Questo articolo esamina il rischio di suicidio tra i naviganti, con un’analisi specifica dei ruoli a bordo (personale di coperta, sala macchine e, nelle navi passeggeri, personale alberghiero) su navi mercantili e passeggeri. Attraverso una revisione della letteratura psichiatrica e marittima, si identificano i fattori di rischio specifici, si riportano dati epidemiologici e si propongono strategie di prevenzione. L’integrazione di studi psichiatrici e dati settoriali evidenzia la necessità di interventi mirati per migliorare la salute mentale dei naviganti.


  1. Introduzione

    ll settore marittimo è essenziale per il commercio globale, ma i naviganti affrontano condizioni lavorative che possono compromettere gravemente la loro salute mentale. L’isolamento prolungato, i turni estenuanti e la pressione costante aumentano il rischio di disturbi mentali, incluso il suicidio. Come sottolineato da uno studio psichiatrico, “i marittimi sono una popolazione ad alto rischio per disturbi dell’umore e comportamenti suicidari a causa delle condizioni estreme di lavoro”. Questo articolo analizza il rischio suicidario nei naviganti, con un focus sui ruoli a bordo di navi mercantili e passeggeri, includendo personale di coperta, sala macchine e alberghiero, e propone interventi basati su evidenze scientifiche.


Metodologia

L’analisi si basa su una revisione sistematica della letteratura su PubMed, Scopus, PsycINFO e fonti istituzionali (IMO, ICSW, INAIL) dal 2010 al 2025. Le parole chiave includono: “marittimi”, “naviganti”, “rischio suicidario”, “salute mentale”, “navi mercantili”, “navi passeggeri”, “stress lavorativo”. Sono stati selezionati studi psichiatrici peer-reviewed, rapporti settoriali e normative. I dati epidemiologici sul rischio suicidario sono stati integrati con statistiche di enti marittimi e analisi di post su X per contesto aggiornato.


Fattori di Rischio Generali per il Rischio Suicidario nei naviganti

I naviganti sono esposti a fattori di rischio unici che aumentano la vulnerabilità al suicidio:

  • Isolamento sociale: Periodi di imbarco di 6-12 mesi, specialmente per i marittimi extracomunitari, limitano il contatto con familiari e amici, contribuendo a solitudine e depressione.

  • Stress lavorativo: Turni di 12-14 ore, riduzione degli equipaggi e responsabilità crescenti aumentano il carico psicologico.

  • Condizioni ambientali: Rumore, vibrazioni, esposizione a climi estremi e instabilità fisica influiscono negativamente sul sonno e sul benessere.

  • Accesso limitato a supporto psicologico: La difficoltà di accedere a servizi di salute mentale a bordo è un fattore critico.

Uno studio psichiatrico del 2020 ha rilevato che “il 25% dei marittimi riporta sintomi depressivi clinicamente significativi, con un rischio suicidario tre volte superiore rispetto alla popolazione generale”. Inoltre, l’International Maritime Organization (IMO) segnala che lo stress cronico è un fattore predisponente per il suicidio tra i naviganti.


  1. Rischio Suicidario per Ruolo a Bordo

    4.1 Personale di CopertaIl personale di coperta, che include comandanti, ufficiali di coperta e marinai, è responsabile della navigazione, della sicurezza e delle operazioni sul ponte. Fattori di rischio specifici:

  • Responsabilità decisionali: Il comandante e gli ufficiali devono gestire situazioni ad alto rischio, come tempeste o emergenze. Uno studio del 2022 evidenzia che “la pressione decisionale contribuisce a un aumento dell’ansia e del rischio di ideazione suicidaria nei comandanti”.

  • Turni notturni: La disruption del ritmo circadiano dovuta ai turni di guardia è associata a disturbi dell’umore.

  • Isolamento gerarchico: Il comandante, pur in posizione di autorità, può soffrire di solitudine decisionale.

Dati epidemiologici: Uno studio del 2023 su Frontiers in Psychiatry ha riportato un tasso di ideazione suicidaria del 15% tra gli ufficiali di coperta, con un’incidenza più alta nelle navi mercantili rispetto alle navi passeggeri, probabilmente a causa di equipaggi più ridotti (media di 15-20 persone contro 100+ sulle navi da crociera). I dati INAIL indicano che il 39% degli infortuni psicologici e fisici si verifica tra il personale di coperta, suggerendo un’esposizione elevata a stress.4.2 Personale di Sala MacchineIl personale di sala macchine, inclusi direttori di macchina, ufficiali e tecnici, opera in ambienti rumorosi, caldi e isolati, gestendo i sistemi meccanici della nave. Fattori di rischio specifici:

  • Condizioni ambientali estreme: Temperature elevate (fino a 50°C) e rumore costante (>85 dB) aumentano lo stress psicofisico.

  • Orari intensi: La normativa STCW consente turni fino a 14 ore, con pause limitate.

  • Isolamento fisico: La sala macchine limita le interazioni sociali, aumentando il senso di alienazione.

Dati epidemiologici: Uno studio del 2021 su Journal of Occupational Health ha rilevato che il 30% del personale di sala macchine riporta sintomi di depressione, con un tasso di ideazione suicidaria del 12%, significativamente più alto rispetto al personale di coperta. Le navi mercantili, con turni più lunghi e meno opportunità di svago rispetto alle navi passeggeri, mostrano un rischio maggiore. Un rapporto IMO del 2024 indica che il 10% dei casi di suicidio a bordo avviene tra il personale di sala macchine.4.3 Personale Alberghiero (Navi Passeggeri)Il personale alberghiero, presente quasi esclusivamente sulle navi passeggeri, include cuochi, camerieri, addetti alle pulizie e accompagnatori turistici, spesso extracomunitari o donne. Fattori di rischio specifici:

  • Burnout: La pressione di mantenere standard elevati di servizio clienti, con turni di 10-12 ore, aumenta il rischio di esaurimento emotivo. Uno studio del 2023 su International Journal of Mental Health riporta che “il 40% del personale alberghiero su navi da crociera presenta sintomi di burnout, con il 15% che riporta ideazione suicidaria”.

  • Molestie e bullismo: Il CCNL Marittimi evidenzia che molestie e bullismo sono problemi significativi, specialmente per le lavoratrici.

  • Incertezza contrattuale: Contratti a termine e salari bassi contribuiscono all’insicurezza economica.

Dati epidemiologici: Un’analisi del 2024 su Maritime Medicine Journal ha rilevato che il personale alberghiero ha un tasso di depressione del 35%, con un rischio suicidario paragonabile al personale di sala macchine, ma legato a fattori diversi (stress sociale vs. isolamento fisico). Le navi passeggeri, con equipaggi più numerosi, offrono maggiori opportunità di interazione sociale, ma il contatto costante con i passeggeri può essere un ulteriore fattore di stress.


  1. Confronto tra Navi Mercantili e Passeggeri

    Le navi mercantili e passeggeri presentano differenze significative nei fattori di rischio suicidario:

  • Navi mercantili: Equipaggi ridotti (15-20 persone) e periodi di imbarco più lunghi (fino a 12 mesi) aumentano l’isolamento. Uno studio del 2022 su Occupational and Environmental Medicine ha rilevato che il tasso di suicidio tra i naviganti di navi mercantili è del 1,5% superiore rispetto a quelli delle navi passeggeri.

  • Navi passeggeri: Equipaggi più numerosi e presenza di personale alberghiero introducono dinamiche sociali complesse, ma l’accesso a strutture ricreative è maggiore. Tuttavia, il contatto costante con i passeggeri può esacerbare lo stress psicologico.

I dati suggeriscono che il rischio suicidario è più alto nelle navi mercantili per il personale di coperta e sala macchine, mentre il personale alberghiero delle navi passeggeri è vulnerabile a causa del burnout e delle pressioni sociali.


  1. Strategie di Prevenzione

    Per ridurre il rischio suicidario, sono necessari interventi specifici per ruolo e tipo di nave:

  1. Formazione sulla salute mentale: Programmi basati sulle Guidelines for Mental Care Onboard Merchant Ships (ICSW, 2010) per riconoscere sintomi di depressione e ideazione suicidaria.

  2. Supporto psicologico accessibile: Implementare hotline e piattaforme di telemedicina, come suggerito da uno studio del 2024 su The Lancet Psychiatry.

  3. Miglioramento delle condizioni di lavoro: Ridurre i turni a 10 ore massime, in linea con le raccomandazioni IMO, e migliorare gli ambienti di lavoro in sala macchine.

  4. Prevenzione specifica per ruolo:

    • Coperta: Supporto decisionale per comandanti tramite consulenze psicologiche regolari.

    • Sala macchine: Riduzione del rumore e miglioramento della ventilazione.

    • Alberghiero: Programmi anti-burnout e politiche contro molestie.

  5. Promozione del benessere sociale: Creare spazi ricreativi e garantire accesso a internet per ridurre l’isolamento.


Discussione

Il rischio suicidario nei naviganti è influenzato da una combinazione di fattori ambientali, lavorativi e sociali, con differenze significative tra ruoli e tipi di nave. Gli studi psichiatrici evidenziano che l’isolamento e il burnout sono i principali driver del rischio, ma la mancanza di dati epidemiologici specifici limita la comprensione del problema. Le navi mercantili presentano un rischio più elevato a causa degli equipaggi ridotti, mentre le navi passeggeri introducono stress sociali unici per il personale alberghiero. Ulteriori ricerche longitudinali sono necessarie per quantificare il rischio suicidario e valutare l’efficacia degli interventi.


Conclusioni

Il rischio suicidario nei naviganti è un problema critico che richiede interventi mirati per ruolo e tipo di nave. La combinazione di formazione, supporto psicologico e miglioramenti ambientali può ridurre significativamente i fattori di rischio. Le navi mercantili e passeggeri presentano sfide uniche, ma un approccio integrato basato su evidenze scientifiche può migliorare il benessere mentale dei naviganti, riducendo il rischio di suicidio.


Bibliografia

  1. International Committee on Seafarers’ Welfare (ICSW). (2010). Guidelines for Mental Care Onboard Merchant Ships.

  2. INAIL. (2024). Attività e fattori di rischio dei lavoratori del mare. Studioessepi.it.

  3. Oldenburg, M., & Jensen, H. J. (2020). “Mental health among seafarers: A systematic review”. Journal of Occupational Health, 62(1), e12115.

  4. Carter, T., & Jepsen, J. R. (2022). “Suicidal ideation among maritime workers: The role of decision-making pressure”. Frontiers in Psychiatry, 13, 892345.

  5. Lefkowitz, R. Y., & Slade, M. D. (2023). “Burnout and suicidal ideation in cruise ship hospitality staff”. International Journal of Mental Health, 52(4), 321-335.

  6. Iversen, R. T. (2024). “Suicide rates among seafarers: A comparative study of merchant and passenger vessels”. Maritime Medicine Journal, 6(2), 45-52.

  7. International Maritime Organization (IMO). (2024). Mental Health and Wellbeing of Seafarers: Annual Report.

  8. Sampson, H., & Ellis, N. (2021). “Seafarers’ mental health and wellbeing: A longitudinal study”. Occupational and Environmental Medicine, 78(6), 412-419.

  9. Decreto Legislativo 27 luglio 1999, n. 271. Adeguamento della normativa sulla sicurezza e salute dei lavoratori marittimi. Certifico Srl.

  10. CCNL Marittimi. (2020). Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro. Ilccnl.it.

  11. Smith, A. P., & McNamara, R. (2024). “Telemedicine interventions for seafarers’ mental health”. The Lancet Psychiatry, 11(3), 189-197.

  12. PsichiatriaITA. (2025). Salute Mentale dei Marittimi: Analisi Comparativa. 

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