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EGUALMENTE AMABILI di Alfredo Vernacotola

29 Apr 15

A cura di admin

L'opportunità offertami dal gruppo di lavoro dell'InformaGiovani, composto dalla squadra capeggiata dal Dottor Marco Tomassetti e dai ragazzi del Servizio Civile, di partecipare al convegno “Ugualmente Amabili” è molto preziosa in quanto il mondo della disabilità spesso viene riposto ai margini, anche quando si mostrano capacità che potrebbero incentivare la crescita della società in cui si  inseriti. Per questo prima di intraprendere il viaggio all'interno delle riflessioni inerenti il mondo della sessualità e l'inclusione sociale dei disabili, ritengo doveroso ringraziare tutti i ragazzi organizzatori del convegno, senza l'industriosità dei quali nulla sarebbe stato possibile, poiché ogni tentativo di affrontare il limite si infrange su barriere senza senso erette dalle comunità, tementi il cambiamento e la novità. E' coraggioso quanto stanno facendo per il mondo sommerso della diversità e degli ultimi: sono agiti, pensieri e onori che soltanto i puri d'animo sanno possedere dentro le proprie individualità, senza fare sensazionalismo sbandierando valori e ideali che non hanno bisogno di divenire strumento, trasformando nobili idee in ideologia.
L'esplorazione del proprio corpo, nelle parti intime nascoste e riservate alla riflessione del solo individuo che le possiede, rappresenta un viaggio che il disabile decide di compiere al di là delle Colonne d'Ercole della propria esperienza mediata da una realtà deformante quale quella della società in cui si è inseriti, nello specifico società italiana. Vivendo una condizione di disabilità grave – siano esse fisiche o psico – fisiche o intellettive – si percepisce come prima perdita l'abbandono della sfera intima come giardino segreto ove sperimentare il proprio potenziale 'creativo', inteso nella dimensione sessuale come facente parte di un tutto ove la parte integrante dell'Essere nel Mondo si manifesta come relazione con il proprio corpo e l'altrui fisicità. Affrontare temi riguardanti la sessualità lascia trasparire la transitorietà vigente nella realtà italiana, ovvero l'impossibilità pratica, nonché la preclusione ideologica frutto di invasioni che esulano dal contesto puramente etico, civile e culturale affondando in una millenaria mistificazione di valori fondanti la convivenza tra cittadini e non la mera adesione al dogmatismo imperante in ogni dove.
Avvicinandosi al mondo sommerso del proprio corpo l'individuo si forma preconcetti legati alla falsa morale che impedisce allo stesso individuo di conoscere i propri limiti e superarli.
Alfredo Vernacotola è un uomo di 37 anni che con difficoltà ha sperimentato la natura virile che è in lui. Certamente in un contesto retrogrado nonché ancestrale per cultura e connessione con il mondo quale è la mia città, L'Aquila, non è semplice discernere tra quel che si appare e quel che si è: si immagini un contesto in cui il più 'normale' – strano questo concetto molto in voga tra chi teme sé stesso – è il serpente che sulla montagna guarda avvicinarsi qualcosa di simile all'Homunculus e afferma candidamente “Hai visto quello lì? Ma da dove è uscito?”. Beninteso: il serpente si meraviglia che colui che tanto lo ama, vedendo in lui soltanto l'energia sessuale, sia l'homonculus di cui lo stesso serpente non sa darsi una risposta sulla provenienza. E' costui non il disabile. Bene, Alfredo un giorno, da questo Homonculus, ricevette in dono un grande insegnamento: “Alfredo, devi essere consapevole che non possono esserci donne che vengano con te. D'altronde basta che ti guardi allo specchio. Forse anche una prostituta avrebbe difficoltà”. Si commentano da sole queste parole. Tanto che quando tra amici si dibatteva sempre dei medesimi discorsi, le proiezioni partivano al ritmo tamburellante dell'Aeroporto JFK di New York alla vigilia di ferragosto. Tra amici, dispersi tra le montagne in una baita che ha l'aspetto satanico – il lato malvagio di Satana in quanto la lettura di Neumann, da me tanto amato al pari di Carl Gustav Jung e Aldo Carotenuto, permette di cogliere che la sapienza è trainata tanto da Cristo quanto da Satana il demoniaco, come anche l'Alchimia insegna – cui traspare l'opposto della natura di cui si è composti, si soleva conversare delle difficoltà del disabile ridendo, non sorridendo. Il dono della fantasia a volte rende possibile acquisizioni grandiose se solo si percepisse il valore intrinseco in essa contenuto, ma d'altronde Neanderthal, immerso nel proprio Uroboro, riconosce sé stesso nell'Altro. La sperimentazione di Alfredo Uomo, Alfredo l'ha potuta vivere nella dimensione nascosta di relazioni tenute celate, preservate da un falso buonismo che svilisce il solo pronunciamento di un bisogno materiale riconducibile alla natura stessa da cui si proviene. Il bisogno di avere relazioni affettive, e conseguentemente sessuali, è vitale per chi percepisce l'abbandono non creato della propria sfera fisica. In un mondo privo di punti di riferimento come quello in cui si vive diviene imprescindibile poter sperimentare il proprio potenziale. Il corpo – come elemento basale di una triade composta dalla dimensione somatica psicologica, sociale e relazionale – deve essere sperimentato nella componente sessuale: scoprendo te, scopri te adeguando il tuo piacere d'esploratore che conquista nuovi territori al piacere che sai donare al tuo partner. Mi piace immaginare la dimensione sessuale, erotica della relazione come un rettilineo ove si evincono i punti nodali attraverso un'attenta analisi di ciò che l'altro dona, non da ciò che l'altro pretende. Esplorazione del proprio corpo, delle proprie zone erogene come indagare un universo ove ogni molecola scoperta diviene elemento coagulante l'individualità, perché essere indagatori permette  non per forza di avere risposte ma immaginare, potere immaginare quegli universi preclusi da chi non comprende l'importanza celata negli agiti naturali che al disabile sono preclusi.
Nella realtà italiana l'idea di poter soddisfare una necessità definita “accessoria” e non vitale, diviene impossibile quando le istituzioni sono latitanti perché frenate da eccessiva ignoranza quando si imposta il proprio credo politico su idee di libertà che hanno una matrice socialista. La vera socialdemocrazia non può prescindere da temi che rimandano ad una maggiore adesione a valori etici, cui uno stato alla soglia degli anni venti del ventunesimo secolo  dovrebbe aderire pienamente. La libertà degli individui si dipana attraverso modalità che vedono nell'orientamento sessuale la prima regola cui trarre convinzioni in merito alla convivenza civile: capita che alcuni parti politiche, facendone il vanto, in realtà rappresentano l'essere retrogradi di un mondo ideologico ormai superato e anacronistico nella sua inconsistenza distruttiva. Da questo segue l'atteggiamento di apertura rispetto alle tematiche riguardanti il rapporto tra il disabile e la sessualità. Si è già detto quanto sia pervasivo l'effetto catartico, ovvero d'accettazione, che la scoperta della sfera intima sessuale ha sulla vita quotidiana del disabile: d'accordo sulla necessità di attenzione ad argomenti così delicati. Da disabile fisico, anche da psicologo e da attento studioso di ciò che accade intorno, ritengo che maggiormente nel caso di disabili psichici – si prendano ad esempio gli autistici, e nello specifico i soggetti affetti dalla Sindrome di Asperger, per cui il contatto è il grande ostacolo – diviene la modalità principale attraverso cui apprendere  di sé. Certo l'uomo della montagna direbbe che l'autistico è un essere ancestrale: il tizio è sempre quello di cui il serpente si chiedeva le solite domande, ovvero da dove viene, perché esiste e se conosce il sostantivo etica nonché umanità. Ogni essere cui è data la vita, l'esistenza è degno d'essere degno di una esistenza piena, completa quindi di vivere anche la sessualità.
Nei paesi d'oltralpe la figura degli assistenti sessuali, di cui oggi qui si sta dibattendo, è ritenuta centrale per un perfetto inserimento nel mondo delle relazioni tra individui dei soggetti ugualmente amabili. Si dovrebbe soffermare con lo sguardo già alla sola Svizzera: assistenti sessuali che aiutano il disabile in ogni necessità di conoscenza e contesto esperenziale del mondo nascosto del sesso. Non demonizziamo il sesso: certo non si ha la fissazione dell'Uomo di Neanderthal, altrimenti si porrebbe una domanda, ma non vorrei esprimere un giudizio in quanto l'esperienza di una vera terapia analitica mi ha conferito il principale insegnamento junghiano, ovvero l'astensione dal giudizio. Nel contempo mi domando però se veramente ho mai fatto un percorso di conoscenza: forse, raccontavo le fantasie al terapeuta immaginale. Beninteso che io non ho mai avuto un terapeuta, se non nella mia testa: questo perché nel mio precedente percorso ho effettuato una traversata in solitario. Oggi comprendo il ruolo che molti svolgono con etica. La figura dell'assistente sessuale è imprescindibile in un contesto in cui vige il rispetto dell'individuo nelle sue caratteristiche precipue. C'è la necessità di legiferare intorno a temi delicati e fondanti l'essere individuo prima ancora che cittadino. Purtroppo, come ben evidenzia la filosofa statunitense Nussbaum – non mi si dica che è liberale quindi non capace di affrontare certi temi, specialmente se affermano ciò individui compari dell'Uomo di Neanderthal per cui i due sostantivi sensualità e sessualità sono sinonimi: ci si può anche sbagliare, non essendo io un filologo, ritenendo però che siano aspetti declinati in modalità diverse non per forza legati al desiderio concupisciente del possesso. Spiegato all'Uomo del Tic compulsivo – metafora riferita al Neanderthal e ai suoi amici – risulta difficile quando si confonde un dialogo con la pillola della felicità – l'integrazione dei diversamente abili passa attraverso una creazione, in primis, di un ambiente giuridico adeguato, ove i diritti sono pienamente rispettati a partire da quelli sanciti dalla carta costituzionale. Difficilmente si può comprendere un simile costrutto vivendo e crescendO in Italia, ove la confusione regna indiscussa. Si pensi che taluni individui deformanti hanno l'idea magica di dire che se si è affetti da problemi di salute, non è possibile frequentare corsi di specializzazione d'alta formazione – Tali individui solo in Italia e nei microorganismi dannosi possono sussistere – quando invece le massime espressioni di un'adeguata governance, giustamente, riportano modalità di e- learning in linea con quanto accade nel resto del mondo (civilizzato), arrivato a rendere concreta la possibilità di vivere a L'Aquila e frequentare, che so, la Berkeley University. Dialogare con la modernità questo significa, non certamente rinchiudere il soggetto disabile in più oppressivo isolamento che genera ulteriore sfaldamento di individualità fragili.
La sessualità è importante in quanto lascia spazio ludico all'individuo che si conosce e sonda il limite in un territorio ove nessuno osa andare. In questo spazio ludico, come fosse un setting (che cos'è un setting? Uno spazio, un corpo una culla ove creare la relazione tra l'individuo e l'altro da sé e in sé (mi perdoni l'uomo di neanderthal e mi perdonino gli uomini suoi segugi, ne viene del m io onore se nomino la parola setting, non sono un terapeuta, loro conoscono l'ancestralità, simbolica tanto da non saper distinguere il reale dal concreto).
Essendo uno spazio sacro, il corpo diviene un tempio dove si sperimentano emozioni, tensioni e piaceri insiti nella natura liminale dell'esistenza. Deve esistere l'individuo che vive il limite non avendo timore di affrontare chi vive, per natura, il Limite.
Alfredo disabile è colui che è proteso alla scoperta dell'universo femminile non soltanto attraverso la fantasia, bensì nel concreto agire la sessualità non avendo timore di un dio sconosciuto che genera follia. Ai soliti ignoti piace sempre immaginare Pan: la sessualità non è soltanto Pan, è Afrodite, è Atena e Apollo. Quanto di dionisiaco si evince nei discorsi degli uomini ideologizzati della montagna ha valenza fin tanto che si comprende che nel dionisiaco c'è incluso un aspetto luminoso che si delinea come apollineo. Se non si facesse letteralizzazione di ciò che l'autore stesso non ha detto di letteralizzare si evincerebbe con maggiore efficacia e subitaneità che il disabile, il diverso ha peculiarità simil a quelle dell'Apollo di Detienne, ossia con il coltello in mano, lasciando comprendere che Apollo con il coltello non è istinto; l'esplorazione dell'ignoto – e quindi la sessualità – non sono demandati – gli istinti sessuali – al puro soddisfacimento di un bisogno ancestrale perché si è assetati, perché non si pratica. Una cosa giusta l'ha sempre detta il compagno di merende: chi racconta – aggiunge Alfredo – l'uomo della fantasia, anzi della Phantasia di matrice anglofona – chi ne parla ossessivamente, non ha pratica e fa dell'immaginazione il suo forte. In tal modalità si finisce con il divenire grottesco. Mi piace fare questa metafora tanto cara ai miei amici abitanti della montagna: più che prendermela con lo Schettino del caso – o della setta – me la prenderei con l'Armatore, ovvero il sistema che consente a Schettino di restare impunito seppur condannato e osannato dai media al contempo; si è consapevoli che le vere anomalie della natura non sono i diversi ma coloro che mostrano la tara di una società votata al martirio volontario? Schettino prima o poi dirà che è una vittima, stai a vedere che pure neanderthal passerà alla Storia (degli uomini dagli insani principi che lo seguono come pecore) come uomo dai sani principi.
Da quanto scritto, transito al secondo argomento del mio discorso: perché non v'è inclusione sociale dei disabili?
Il lavoro non è teatro per i disabili, che noncuranti di quel grande sforzo che chiedono, vengono ritenuti pesi cui dar spazio, tuttalpiù, nei corridoi di spazi angusti. In Italia vengono fatte leggi per cui poi non si adeguano i sistemi del mondo del lavoro e dell'impreditoria privata. Ad un disabile come Alfredo Vernacotola, piace il contatto con l'etica, che non deve avere ancoraggi ideologici, per cui non vi sono preclusioni nello studio di un testo o nell'analisi di un fatto se non la lettura di quel che si avvicina il più possibile all'obiettività, sapendo naturalmente di non possedere il verbo, mentre altrove lo si potrebbe, a dir loro, custodire nelle battaglie (false) a tavola tra nemici. I nemici maledicono l'oppressione poi sono gli oppressori, maledicono il governo della città e poi si vantano nelle segrete stanze di aver allevato i piccoli serpenti (ricordo sempre che il vero serpente si dissocia e vorrebbe che ci fosse il Black Mamba per farLo tacere), infatti l'importante è che le figlie di Lilith non vengano svegliate nel volo durante le belle serate estive da una funivia illuminata, poi se un comprensorio implode perché non v'è inclusione di chi vive situazioni precarie e di isolamento sociale, poco importa: si, in effetti collima con quanto sosteneva Marx. Quale Marx? Quello mistificato di questi omunculi. Gli stessi, o lo stesso (!!!!????!!!!) che un giorno disse per ben una conversazione intera che il disabile non deve lavorare: ha la pensione, che vuoi togliere il lavoro che non c'è?”. L'aberrazione sta nel fatto che l'abitante del castello posto al centro di una città simile ad un non luogo caro a Marc Augè, accompagnato da un gigante che quando apre la bocca fa scavare la fossa a tutti, che volontariamente si ricoprono di cemento armato, rafforza il concetto affermando che non essendoci il lavoro per gli altri, figurati se può esservi per un disabile. Bene, non è un delirio, anche se determinate persone lo affermano con forza.
Un ragazzo disabile, raccontandosi, ricordando la sua esperienza di assistente universitario fantasma , riporta un colloquio in cui Neanderthal dice apertamente che se esiste un documento medico che attesta la non perfetta salute dell'individuo, è ovvio che per non mettere in difficoltà la docente, ovvero la Bella Addormentata nel bosco, è meglio non presentarsi più all'università perché è un rischio. Domanda mia a questo compagno di sventure: ma negli anni precendenti Neanderthal non ha decretato o non ci pensava, illuso dal suo potere manipolativo? La risposta è facile da immaginare: costui usa i mezzi utilizzati da Berija, capo della polizia russa sotto Stalin, coniugati agli aspetti distruttivi di Goebbels: insomma un errore della Natura. Purtroppo Hermann Goering ebbe il coraggio di consegnarsi; Goebbels, essendo un codardo, ha fatto parlare altri e si è suicidato senza farsi arrestare. Questioni di etica.
Il disabile in questione non può vedersi riconosciuta una collaborazione fattiva nell'insegnamento, ove il vero protagonista era neanderthal, non la bella addormentata. Si è giocato sulla fiducia e ci si è macchiati di orrori nei confronti di chi già paga un dazio rilevante: non hai gli anni di vecchiaia dalla laurea magistrale. Si domanda al famoso 'Miur': ce ne vogliono due, se proprio il docente è un perverso polimorfo, dalla triennale.
Come dimostra il disabile la sua presenza all'università? Sulla fiducia di chi lo ha seguito e di chi lo conosce. Difficile fare queste battaglie, ma si possono tentare dinanzi ad un uditorio in grado di comprendere, non certo in un contesto dove vige l'annientamento del diverso. L'annientamento del diverso è classico di realtà inscritte nella cultura priva di senso di un paesino spaesato tra le montagne con i serpenti che riflettono sull'inutilità di certi scherzi della natura.
La legge numero 68/99 esiste per integrare i disabili nel mondo del lavoro. Nel nostro paese esiste per dare spazio alla possibilità di ghettizzare ulteriormente.
Nel crogiolo delle insensatezze, ovvero L'Aquila definita da una ricerca internazionale come nemica dei disabili, pensare che vi sia lavoro per noi disabili è un'utopia specialmente se chi dirige la baracca del grottesco è a sua volta l'immagine del cantastorie autorizzato. Non v'è integrazione, non v'è rispetto dei diritti scritti nella Costituzione tantomeno il ricordo costante di quanto il disabile sia valore aggiunto. Non lo dice il Dottor Vernacotola, il laureato, lo scrittore il saggista e chi più ne ha più ne metta (mi piace quella definizione data un giorno da un uomo inconsueto per il suo aspetto durante una sessione di lavoro, un uomo abituato alle greggi che ha pronunciato una frase bellissima nella sua inconsistenza: vabbè tu non ti allontanerai mai da Lilliput. Il disabile rispose, non conoscendo, quindi ignorando, che aveva ragione. Oggi nota, il disabile, che l'invidia del pene, chissà quanto concreta oltre che immaginativa, si sia sempre mostrata in costui. Sarà per la superiorità anche del Macaco Rhesus) ….! Il disabile viene posto al cospetto delle intemperie pur vigendo legislazione che integra costui nel tessuto lavorativo. Dove viviamo? In un paese in cui si dà l'avvio ad un progetto nazionale Home Care Premium dell'INPS per il sostegno alle famiglie dei disabili grazie al provvedimento obbligato dalla Comunità Europea, lasciando però libera scelta ai comuni di aderire o no, seppur i fondi sono europei.
Ben, per concludere voglio ricordare che il mio Comune, Comune dell'Aquila, è uno dei pochi in Abruzzo a non aver aderito al progetto. La forma giuridica consiglierebbe di fornire spiegazioni in merito al perché non si aderisce. In realtà per circa un anno e mezzo, da quanto riferito dall'INPS, il comune, sollecitato in varie occasioni a partecipare a manifestazioni pubbliche, non presentandosi non dà spiegazioni né tantomeno motivazioni sulla non adesione.
I politici cavalcano l'onda, non sapendo l'ordalia che li attende: un tizio – un politico – dopo la scadenza del bando interviene con il quesito al comune sul rifiuto all'adesione al progetto. Naturalmente costui lo fa dopo la scadenza. Mi si dica che senso ha, inoltre perché legge il post di un disabile. Ovviamente alla base del suo gesto vi sono motivazioni nobili, etiche, umanità e rispetto del prossimo. No, opportunismo politico.
Il disabile è business, è arricchimento e chiacchiericcio.
Il disabile è vita.
Il disabile lotta.
Il disabile ama.
Il disabile combatte.
Il disabile distrugge creando.
Il disabile sorride mentre l'Altro lo deride.
Il disabile è un uomo.
Il disabile deve vivere come sancisce la costituzione.
Il disabile deve essere rispettato e gli devono essere manifestate le stesse esigenze di ogni essere vivente.
Il problema della società di oggi è che la differenza sta nel fatto che non tutti sono uomini, ma come diceva Antonio De Curtis, in arte Totò, il mio amato Totò, esistono più caporali che Uomini.
Dal Profondo dell'Anima di un disabile che vuole vivere, e vive lottando.
Il potere della parola incisa, declinante sillabe, decreta l'inadeguatezza delle stesse disperse nel vento.
Una Montblanc Val bene una Notte…

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