Proprio una storia da raccontare quella della High Line di NYC, la splendida, incredibile passeggiata sopraelevata che si estende sulla direzionale nord-sud dalla 30th Street a Gasenvoort Street, parallela alla 10th Avenue tra i quartieri di Chelsea e West Village in Lower West Manhattan.
Una storia da raccontare non tanto per il risultato raggiunto ma per il modo con il quale è stato raggiunto, molto istruttivo, a mio parere, anche per noi Italiani.
Procediamo con ordine: la High Line è stata costruita negli anni 30 per eliminare il traffico ferroviario in quello che allora era il distretto industriale della città.
La struttura è stata usata fino all’inizio degli anni 80 per poi cadere in stato di abbandono.
Sul finire degli anni 90, ogni mondo è paese, un progetto immobiliare, fortemente appoggiato dal Sindaco Giuliani, prevedeva la demolizione della struttura.
In perfetto stile americano si costituì allora un comitato di quartiere di “Amici della High Line” che tanto fecero e tanto dissero fino ad indurre l’amministrazione non solo a stoppare il progetto in fieri ma a divenire partner nel piano di recupero che con l’avvio di una gara internazionale tra architetti del paesaggio nei primi anni 2000 prese forma e concretezza.
Ricordo durante una delle mie prime visite a NYC, 2005, la mostra organizzata al MOMA per la presentazione del progetto vincitore scelto tra gli oltre 700 che erano arrivati da gruppi di lavoro di 38 differenti nazioni.
A vincere fu il consorzio formato dalla James Corner Field Operations e dalla Diller Scofidio + Renfro la prima un team di architetti del paesaggio, la seconda uno studio di architettura specializzato in engineering, arte pubblica e sicurezza.
Nel 2006 iniziano i lavori che prevedevano la realizzazione del primo tratto da Gasenvoort Street alla 20th Street che viene inaugurato nel giugno del 2009 mentre il secondo tratto fino alla 30th Street viene inaugurato due anni dopo.
Una storia da raccontare non tanto per il risultato raggiunto ma per il modo con il quale è stato raggiunto, molto istruttivo, a mio parere, anche per noi Italiani.
Procediamo con ordine: la High Line è stata costruita negli anni 30 per eliminare il traffico ferroviario in quello che allora era il distretto industriale della città.
La struttura è stata usata fino all’inizio degli anni 80 per poi cadere in stato di abbandono.
Sul finire degli anni 90, ogni mondo è paese, un progetto immobiliare, fortemente appoggiato dal Sindaco Giuliani, prevedeva la demolizione della struttura.
In perfetto stile americano si costituì allora un comitato di quartiere di “Amici della High Line” che tanto fecero e tanto dissero fino ad indurre l’amministrazione non solo a stoppare il progetto in fieri ma a divenire partner nel piano di recupero che con l’avvio di una gara internazionale tra architetti del paesaggio nei primi anni 2000 prese forma e concretezza.
Ricordo durante una delle mie prime visite a NYC, 2005, la mostra organizzata al MOMA per la presentazione del progetto vincitore scelto tra gli oltre 700 che erano arrivati da gruppi di lavoro di 38 differenti nazioni.
A vincere fu il consorzio formato dalla James Corner Field Operations e dalla Diller Scofidio + Renfro la prima un team di architetti del paesaggio, la seconda uno studio di architettura specializzato in engineering, arte pubblica e sicurezza.
Nel 2006 iniziano i lavori che prevedevano la realizzazione del primo tratto da Gasenvoort Street alla 20th Street che viene inaugurato nel giugno del 2009 mentre il secondo tratto fino alla 30th Street viene inaugurato due anni dopo.
Nel corso del 2012 vengono acquisiti altri tratti della linea sopraelevata e avviati i lavori per prolungare entro il 2014 la passeggiata verso nord, con un magnifico belvedere sul fiume Hudson.
Non vi è visita a New York nella quale io non passi qualche ora sulla High Line e, se la giornata è bella e l’orario è il tramonto, la magia del luogo lascia davvero senza fiato.
Non vi è visita a New York nella quale io non passi qualche ora sulla High Line e, se la giornata è bella e l’orario è il tramonto, la magia del luogo lascia davvero senza fiato.
La High Line è un’opera di recupero urbano in incredibile maestria: partiti da un manufatto abbandonato in cui la vegetazione aveva preso possesso di tutto, i progettisti hanno costruito una passeggiata sopraelevata in cui tali elementi abilmente reinventati restassero come cifra stabile della nuova architettura del paesaggio.
I LAVORI DI COSTRUZIONE DELLA PASSEGGIATA…
Nulla di ciò che un tempo costituiva il percorso ferroviario è rimasto ma la magia sta nel fatto che l’inserimento della vegetazione attraverso cui si passa sembra nascere da quel vecchio percorso che a tratti “riaffiora” abilmente ricostruito.
A PASSEGGIO LUNGO TUTTA LA HIGH LINE IN VIDEO…
Ma come sempre accade a New York ciò che colpisce di più sono le persone la gente: accanto a molti turisti si comprende molto bene come i newyorkesi e gli abitanti dei quartieri limitrofi abbiano “adottato” la sopraelevata e la vivano come cosa loro, profondamente radicata ormai nella vita un po’ da “villaggio” che le varie aree della metropoli hanno conservato in maniera peculiare e distintiva.
Cosi' come ben si coglie quanto la Soprelevata si sia rapidamente trasformata in un punto di attrazione per attivita' culturali e di svago radicandosi profondamente dentro la vita del quartiere: un diamante incastonato dentro la vita non tra il cemento….
Ma tornando al modo con cui si è arrivati al recupero architettonico, un discorso a parte meritano i “local heroes” che hanno sostenuto la battaglia per la conservazione della High Line contro gli assalti della speculazione: un piccolo gruppo di persone capitanate da Joshua David e Robert Hammond che via via sono aumentate, che hanno raccolto fondi coinvolto le istituzioni, spinto con passione il progetto verso la sua realizzazione e che ancora oggi si occupano attivamente della conservazione e della manutenzione della passeggiata con un senso di appartenenza ammirevole e che tanto manca qui da noi in Italia.
Cosi' come ben si coglie quanto la Soprelevata si sia rapidamente trasformata in un punto di attrazione per attivita' culturali e di svago radicandosi profondamente dentro la vita del quartiere: un diamante incastonato dentro la vita non tra il cemento….
Ma tornando al modo con cui si è arrivati al recupero architettonico, un discorso a parte meritano i “local heroes” che hanno sostenuto la battaglia per la conservazione della High Line contro gli assalti della speculazione: un piccolo gruppo di persone capitanate da Joshua David e Robert Hammond che via via sono aumentate, che hanno raccolto fondi coinvolto le istituzioni, spinto con passione il progetto verso la sua realizzazione e che ancora oggi si occupano attivamente della conservazione e della manutenzione della passeggiata con un senso di appartenenza ammirevole e che tanto manca qui da noi in Italia.
JOSHUA DAVID E ROBERT HAMMOND SI RACCONTANO
Infine un’annotazione di fondamentale importanza: il risanamento della High Line ha permesso rivitalizzare e valorizzare una intera fetta di Manhattan trasformando quello che era un sito di archeologia industriale in un nuovo centro di commercio e mondanità.
Una lezione che dovremmo apprendere in fretta qui in Italia se vogliamo davvero prenderci cura e senza deleghe dell’ultimo bene che ci è rimasto: la bellezza incredibile del nostro territorio che non è eterna se lo abbandoniamo non sentendolo nostro.
Una lezione che dovremmo apprendere in fretta qui in Italia se vogliamo davvero prenderci cura e senza deleghe dell’ultimo bene che ci è rimasto: la bellezza incredibile del nostro territorio che non è eterna se lo abbandoniamo non sentendolo nostro.
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