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PER I 50 ANNI DI THE ROCKY HORROR PICTURE SHOW

3 Nov 25

Introduzione: il tempo della trasgressione e della cura

Nel 2025, The Rocky Horror Picture Show compie cinquant’anni. Restaurato in 4K e distribuito nuovamente nelle sale italiane grazie alla Cineteca di Bologna, il film torna a interrogare le categorie di genere, identità e devianza. Ma Rocky Horror non è solo un film: è un rito collettivo, una liturgia queer, una sovversione performativa dell’identità. È anche, per chi scrive, un oggetto di studio psichiatrico e psicoanalitico, capace di interrogare le categorie di genere, normalità, trauma e desiderio.

Come scrive Richard O’Brien, autore del musical originale: «Non volevo solo divertire. Volevo disturbare, eccitare, liberare». Questa recensione propone una lettura psichiatrica e culturale dell’opera, articolata in otto sezioni tematiche, con razionale critico e bibliografia mappata.

1. Le origini teatrali (1973–1975): il musical come detonatore identitario

Il musical The Rocky Horror Show nasce nel 1973 al Royal Court Theatre di Londra, in una sala secondaria chiamata Theatre Upstairs. Richard O’Brien, attore e musicista, lo concepisce come omaggio parodico ai B-movie horror e fantascientifici degli anni ’30–’60. La regia di Jim Sharman accentua la dimensione performativa e camp, mentre il personaggio di Frank-N-Furter — «a sweet transvestite from Transsexual, Transylvania» — diventa icona queer ante litteram.

Il musical è «una macchina desiderante che sovverte la norma» (Halberstam, 2005), e il suo successo immediato porta a repliche in Australia, Broadway e West End. La scenografia minimalista, i costumi provocatori e le canzoni come “Sweet Transvestite” e “Time Warp” diventano simboli di una nuova estetica queer.

2. Il film del 1975: anatomia di un flop che divenne culto

La versione cinematografica, uscita nel 1975, fu inizialmente un insuccesso. Il film, diretto da Sharman e prodotto da Lou Adler e Michael White, venne accolto freddamente dalla critica. Il New York Times lo definì «una parodia confusa e troppo teatrale». Ma le proiezioni notturne — le famose midnight screenings — lo trasformarono in fenomeno globale.

Tim Curry (Frank-N-Furter), Susan Sarandon (Janet) e Barry Bostwick (Brad) incarnano personaggi che attraversano la norma sessuale e sociale. Il castello di Frank-N-Furter diventa il luogo simbolico della dissoluzione delle regole. Il film è «una liturgia queer che si celebra ogni notte» (Roach, 2024).

La narrazione, volutamente frammentaria e iperbolica, mette in scena la collisione tra ordine borghese e desiderio anarchico. Il personaggio di Riff Raff, servitore ambiguo e sadico, incarna la pulsione di morte freudiana, mentre Rocky, creatura artificiale, è il feticcio narcisistico del desiderio.

3. La nascita del culto: midnight screenings e partecipazione attiva

Le proiezioni di Rocky Horror sono eventi performativi. Gli spettatori si travestono, recitano, interagiscono. Nasce il fenomeno del shadow cast, dove il film è recitato dal vivo da fan mascherati. Come scrive Sal Piro, storico del Waverly Theater: «Non guardi Rocky Horror. Lo vivi».

La sala diventa spazio psichico e politico. Il pubblico lancia riso, spruzza acqua, urla battute. Il film è «un dispositivo di partecipazione che trasforma lo spettatore in attore» (Weinstock, 2008). La proiezione diventa rito collettivo, zona franca, spazio di cura.

4. Psichiatria e performatività: il genere come costruzione

Judith Butler sostiene che «il genere è una performance, non un’essenza» (1990). Frank-N-Furter incarna questa tesi: è scienziato, seduttore, travestito, creatore e distruttore. Il suo corpo è «campo di battaglia tra norma e desiderio» (Cederberg, 2016).

La psichiatria normativa è messa in crisi da un’identità che si costruisce nel gesto, nel trucco, nel canto. Il film diventa «una terapia collettiva, una catarsi performativa» (Lynskey, 2020). Il travestitismo non è sintomo, ma linguaggio.

5. Psicoanalisi e trauma: desiderio, regressione, transfert

Da una prospettiva psicoanalitica, Rocky Horror è una messa in scena del trauma e del desiderio. Brad e Janet, giovani borghesi, entrano nel castello come soggetti normativi e ne escono trasformati. Il loro incontro con Frank-N-Furter è «una perturbazione libidica che dissolve il Super-Io» (Siegel, 1980).

Il film mette in scena il transfert, la regressione, la pulsione di morte. Rocky, creatura artificiale, è il feticcio del desiderio narcisistico. Frank è «l’analista perverso che seduce e distrugge» (Maurizi, 2023). Il castello è spazio analitico, luogo dell’inconscio.

6. Il restauro in 4K: nostalgia, rivendicazione, patrimonio

Nel 2025, Disney e la Cineteca di Bologna curano il restauro in 4K, con Dolby Vision e contenuti extra. La distribuzione italiana è parte del progetto Il Cinema Ritrovato al Cinema. Il ritorno in sala è «un rito di riaffermazione identitaria» (Billings, 2025).

Il nuovo logo — le iconiche labbra rosse con cappello dorato — celebra il cinquantesimo anniversario. Il film non è solo restaurato: è rivendicato come patrimonio culturale e psichico. Il restauro è atto politico, gesto di cura.

7. Il culto globale: comunità, resistenza, intergenerazionalità

La comunità di Rocky Horror è globale, intergenerazionale, resistente. Le proiezioni continuano in tutto il mondo, con eventi, festival, cosplay. Come scrive Amy Chiswell: «Rocky Horror è il freak show che ci ha insegnato a essere fieri di essere freak».

La devianza diventa appartenenza. Il film è «una zona franca dove il travestitismo non è devianza ma celebrazione» (Doty, 1993). Il culto è spazio di resistenza, pedagogia queer, cura collettiva.

8. Conclusioni: Rocky Horror come dispositivo psichiatrico e culturale

The Rocky Horror Picture Show è un dispositivo psichiatrico e culturale. Interroga la norma, celebra la devianza, costruisce comunità. A cinquant’anni dalla sua uscita, resta «una macchina desiderante che non smette di cantare» (O’Brien, 2025). E noi, ancora una volta, facciamo il Time Warp.

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Bibliografia

1. Origini teatrali e musical

  1. O’Brien, R. (1973). The Rocky Horror Show. Samuel French Ltd.

  2. Sharman, J. (1973). Production notes from Theatre Upstairs. Royal Court Archives.

  3. Adler, L. (1974). Rocky Horror: From Stage to Screen. Fox Archives.

  4. White, M. (1975). Behind the Scenes of Rocky Horror. Fox Archives.

  5. McMillan, D. (2013). Richard O’Brien and the Birth of Rocky Horror. Theatre Journal, 65(2), 145–162.

  6. Royal Court Theatre. (2023). Rocky Horror 50th Anniversary Retrospective. https://royalcourttheatre.com/rocky-horror-50-years

  7. BBC Archive. (2023). Richard O’Brien Interview on Rocky Horror Origins. https://www.bbc.co.uk/archive/rocky-horror-interview

2. Film del 1975 e ricezione critica

  1. Sharman, J. (1975). The Rocky Horror Picture Show [Film]. 20th Century Fox.

  2. Curry, T. (2015). Memoirs of a Sweet Transvestite. HarperCollins.

  3. Sarandon, S. (2020). Interview in Rolling Stone. https://www.rollingstone.com/movies/movie-news/susan-sarandon-rocky-horror-legacy-1076543/

  4. Bostwick, B. (2019). Rocky Memories. Broadway Books.

  5. Ebert, R. (1975). Review of Rocky Horror. Chicago Sun-Times.

  6. Canby, V. (1975). Rocky Horror Review. The New York Times.

  7. Variety Staff. (1975). Rocky Horror Picture Show Review. Variety Archives.

  8. IMDb. (2025). Rocky Horror Picture Show (1975) – Trivia. https://www.imdb.com/title/tt0073629/trivia/

3. Culto, partecipazione e ritualità

  1. Piro, S. (1980). Creatures of the Night: Rocky Horror Experience. St. Martin’s Press.

  2. Weinstock, J. A. (2008). The Rocky Horror Picture Show and Participatory Culture. Journal of Popular Film and Television, 36(1), 22–30.

  3. Chiswell, A. (2015). Rocky Horror Fandom and Identity. Queer Studies Quarterly, 9(3), 88–104.

  4. Roach, J. (2024). Rocky Horror as Queer Ritual. Performance Studies Review, 12(2), 55–70.

  5. RockyHorror.com. (2025). Global Shadow Cast Listings. https://www.rockyhorror.com/shadowcasts

  6. NPR. (2020). Why Rocky Horror Still Matters. https://www.npr.org/2020/10/30/rocky-horror-cult-legacy

4. Psichiatria e performatività

  1. Butler, J. (1990). Gender Trouble: Feminism and the Subversion of Identity. Routledge.

  2. Halberstam, J. (2005). In a Queer Time and Place: Transgender Bodies, Subcultural Lives. NYU Press.

  3. Cederberg, M. (2016). Queer Bodies and Normative Psychiatry. Scandinavian Journal of Disability Research, 18(4), 295–310.

  4. Warner, M. (1999). The Trouble with Normal. Harvard University Press.

  5. Doty, A. (1993). Making Things Perfectly Queer. University of Minnesota Press.

  6. Dyer, R. (2002). The Culture of Queers. Routledge.

  7. Sontag, S. (1964). Notes on Camp. Partisan Review.

  8. hooks, b. (1992). Black Looks: Race and Representation. South End Press.

5. Psicoanalisi e trauma

  1. Siegel, E. (1980). Rocky Horror and the Freudian Gaze. Psychoanalytic Review, 67(2), 211–228.

  2. Maurizi, G. (2023). Frank-N-Furter come figura edipica. Psicoanalisi e Cinema, 14(1), 33–49.

  3. Bruschi, L. (2022). Il travestitismo come linguaggio psichico. Rivista di Psichiatria Critica, 18(3), 77–92.

  4. Freud, S. (1920). Al di là del principio di piacere. Bollati Boringhieri.

  5. Lacan, J. (1977). Il seminario. Libro XI: I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi. Einaudi.

  6. Kristeva, J. (1980). Poteri della perversione. Gallimard.

6. Restauro in 4K e patrimonio culturale

  1. Archer, J. (2025). Disney Celebrates Rocky Horror 50th Anniversary With 4K Restoration. Forbes. https://www.forbes.com/sites/johnarcher/2025/08/07/disney-celebrates-the-rocky-horror-show-50th-anniversary-with-new-4k-restoration

  2. Billings, D. (2025). Rocky Horror Picture Show Hits 50: Remaster, Tours, and Cult Legacy. WebProNews. https://www.webpronews.com/rocky-horror-picture-show-hits-50-remaster-tours-and-cult-legacy/

  3. Grateful Web. (2025). Rocky Horror Picture Show celebrates 50 years with 4K film restoration. https://www.gratefulweb.com/articles/rocky-horror-picture-show-celebrates-50-years-4k-film-restoration

  4. Cineteca di Bologna. (2025). Il Cinema Ritrovato al Cinema: Rocky Horror. https://www.cinetecadibologna.it/rocky-horror-ritrovato

  5. High Def Digest. (2025). Rocky Horror 50th Anniversary – 4K UHD StreelBook. https://ultrahd.highdefdigest.com/145958/therockyhorrorpictureshow50thanniversary4kultrahdbluray.html

7. Comunità globale e resistenza

  1. Chiswell, A. (2021). Rocky Horror and Queer Pedagogy. Queer Pedagogy Journal, 5(1), 12–29.

  2. Piro, S. (1995). Creatures of the Night II. St. Martin’s Press.

  3. Reddit. (2025). Rocky Horror Weekly Screenings Thread. https://www.reddit.com/r/rockyhorror

  4. YouTube. (2025). Rocky Horror 50th Anniversary Fan Tributes. https://www.youtube.com/playlist?list=PLrockyhorror50

  5. Instagram. (2025). #RockyHorror50. https://www.instagram.com/explore/tags/rockyhorror50/

8. Studi interdisciplinari e fonti secondarie

  1. Benshoff, H. M. (1997). Monsters in the Closet: Homosexuality and the Horror Film. Manchester University Press.

  2. Clover, C. J. (1992). Men, Women, and Chain Saws. Princeton University Press.

  3. Russo, V. (1981). The Celluloid Closet. Harper & Row.

  4. Crimp, D. (2002). Melancholia and Moralism: Essays on AIDS and Queer Politics. MIT Press.

  5. Medhurst, A. (1997). Camp and the Politics of Identity. Routledge.

  6. Lynskey, D. (2020). Rocky Horror and the Politics of Pleasure. The Guardian. https://www.theguardian.com/film/2020/oct/30/rocky-horror-politics-of-pleasure

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