L'autore, già noto in Italia per le iniziative editoriali quali la direzione della rivista 'Psicoterapia e Scienze Umane' e le collane specialistiche presso Feltrinelli e Boringhieri,
presenta in forma sintetica il risultato di un ciclo di incontri (maggio 1992) che ha tenuto con gli allievi e collaboratori de 'Il Ruolo Terapeutico' di Milano: il lavoro editoriale è stato curato, in collaborazione con A. Scibilia, da Sergio Erba, che accompagna la pubblicazione con una breve presentazione, che sottolinea il contributo originale dell'autore sia nel campo della elaborazione della teoria psicoanalitica, che della formazione.
Lo scritto in breve, è una sintesi di materiali e riflessioni nate dal seminario stesso, in cui l'autore inquadra storicamente lo sviluppo della tecnica psicoanalitica, ripercorrendone l'evoluzione iniziando dalla tecnica dell'ipnosi – tratto dalla relazione presentata all'Istituto di Psicologia di Bologna in occasione del cinquantenario della morte di Freud, nel 1989 – ripercorrendo le tappe salienti della evoluzione della tecnica psicoanalitica da M. Klein a Fairbain, Kohut e Lacan. In questo percorso Galli puntualizza anche le tappe del suo lavoro personale, iniziato alla metà degli anni cinquanta, dopo la prima formazione a Basilea, con la fondazione del "Gruppo milanese per lo sviluppo della psicoterapia".
L'attività di questo gruppo animò il panorama piuttosto statico della psicoanalisi italiana di quel periodo, attraverso convegni e seminari, facendo conoscere in Italia psicoanalisti come Benedetti, Cremerius e altri che si resero disponibili ad accompagnare i colleghi più giovani nella formazione. L'autore fa menzione, nella parte conclusiva, dell'attuale 'crisi' della psicoanalisi: è in crisi secondo il suo punto di vista la cosiddetta psicoanalisi 'positiva', ovvero 'della risposta': "Quando il mantello istituzionale non è stato più in grado di controllare la diaspora dei dialettici postanalitici, è diventata visibile una distorsione diversi decenni. in questo quadro si collocano i tentativi di recupero 'ecumenico' del pluralismo psicoanalitico".
Non esisterebbero quindi in questo campo possibilità di semplificazioni della teoria, per perseguire la "ricerca del risultato": solo "se si accetta di mantenere la psicoanalisi come pratica irriducibile ad altri discorsi e che continuamente trasforma sè stessa e il suo oggetto, la psicoanalisi non è in crisi, ma può ancora provocare crisi".
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