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Frigidità o bestialità? La risposta del Poeta

23 Giu 25

A cura di Sabino Nanni

Molto diffuso, nella vita sessuale e amorosa degli esseri umani, è il contrasto tra due realtà incompatibili: la tentazione d’abbandonarsi ad una sensualità che si traduce in comportamenti animaleschi e l’esistenza di qualità propriamente umane, come la sensibilità e la capacità di nutrire un sentimento di tenerezza nel rapporto d’amore. Shakespeare, nel Sonetto CXXIX, illustra l’esperienza di un conflitto non risolto.

CXXIX pag. 150 (3)

Th’expense of Spirit in a waste of shame

Is lust in action, and till action, lust

Is perjur’d, murd’rous, bloody full of blame,

Savage, extreme, rude, cruel, not to trust,

Enjoy’d no sooner but despised straight,

Past reason hunted, and no sooner had

Past reason hated as a swallowed bait,

On purpose laid to make the taker mad.

Mad in pursuit and in possession so,

Had, having, and in quest to have extreme,

A bliss in proof and prov’d, a very woe,

Before a joy propos’d behind a dream,

All this the world well knows yet none knows well,

To shun the heaven that leads men to this hell.

[Sacrificio dello Spirito (generativo) nello scempio del pudore: / tale è la libidine nell’atto del soddisfacimento; e finché l’atto dura, la libidine / è spergiura, assassina, piena di colpa di sangue, / selvaggia, eccessiva, volgare, infida; / appena goduta, immediatamente disprezzata, / al di là della ragione ricercata e, appena appagata, / al di là della ragione odiata come un’esca inghiottita; / un’esca posta al fine di far impazzire chi vi abbocca; / folle nella ricerca e durante il possesso, / sfrenata nel possesso stesso e nella sua ricerca, / beatitudine mentre la si prova e, provata, una vera pena; / prima una gioia che si offre inseguendo un sogno; / tutto ciò sa bene il mondo, ma nessuno sa bene / sfuggire al paradiso che porta gli uomini all’inferno.]

Quando prevale la nuda e cruda sensualità, l’individuo diviene temporaneamente disumanizzato: sembrano sparite le qualità propriamente umane del pudore, della fedeltà ed affidabilità, della finezza di sentimenti, dell’umana comprensione. L’individuo alterna stati d’animo e desideri di segno opposto: finché la meta sessuale è ancora lontana, egli la ricerca in tutti i modi, mettendo a tacere anche la voce della ragione; raggiunto il soddisfacimento, egli odia altrettanto irragionevolmente il suo stesso comportamento. Non sa porre sotto il suo controllo la bestia che c’è in lui, però, appena appagate le sue brame animalesche, egli odia sé stesso senza trarne le logiche conseguenze. Conosce queste sue opposte tendenze, ma non sa ricomporre la propria frattura interiore: ogni volta ricade nello stesso comportamento; e questo – Shakespeare lo lascia intendere – avviene perché, finché persegue il soddisfacimento sessuale, l’individuo si auto-inganna “inseguendo un sogno”. Un sogno, dobbiamo presumere, di ripristino della “beatitudine paradisiaca” dei primordi della vita, in cui aveva intravisto la possibilità di un appagamento totale, “anima e corpo”, senza incontrare ostacoli esterni o soffrire di conflitti interiori; un’aspirazione che, nella maggior parte dei casi, viene delusa: la promessa del Paradiso porta gli uomini all’inferno.

Esiste in noi, indubbiamente, un contrasto tra la natura animalesca e quella propriamente umana. Alcuni eludono il conflitto optando per l’inibizione sessuale e la frigidità, altri lasciando libero corso alla bestialità; quest’ultima spesso mascherata dalla negazione ipocrita. In altri ancora, poi, l’aspetto sensuale ed animalesco della sessualità permane scisso dalla tenerezza dell’amore, e l’uno e l’altra vengono indirizzati a partner diversi. Costoro “desiderano quando non amano e, quando amano, non possono desiderare” (1). Ai tempi di Freud, tale atteggiamento difensivo sembrava appannaggio del solo sesso maschile; oggi, con l’emancipazione sessuale femminile (dovuta, in gran parte, all’introduzione dei contraccettivi) vediamo donne che presentano la stessa scissione tra pulsioni e affetti.

Esiste, tuttavia, un modo sano di risolvere il conflitto; modo che può presentarsi spontaneamente o come frutto di un trattamento terapeutico. In questo caso, il contrasto viene vissuto come tensione dialettica tollerabile, ossia mantenuta senza produrre lacerazioni nel mondo interno. Qui è possibile una “sintesi”, ossia un vero e proprio superamento della contraddizione: anche nel rapporto amoroso reale (e non solo nel sogno) diviene possibile “amare con anima e corpo” (2). Ciò, nel rapporto fra partner che si amano, si manifesta nel “gioco” erotico. Anch’esso, come ogni attività ludica, contiene in sé qualcosa di paradossale. Come i bambini manifestano la loro amicizia e il loro affiatamento “scontrandosi” nel gioco della guerra, così avviene tra due innamorati che si uniscono in un amplesso che, di per sé, sarebbe animalesco.

Shakespeare non considera tale tipo di superamento della contraddizione, però propone un altro tipo d’esperienza paradossale: quella della Poesia. Qui l’Arte trionfa sulla brutalità bestiale, ponendola al servizio dell’amore per la Bellezza, una qualità propria dell’essere umano. Il grande Poeta sa suscitare in noi un sentimento di ripristinata armonia interiore, pur affrontando ciò che più tenderebbe a sconvolgerla; sa ricomporre quelle fratture che impedirebbero a tutti noi di vivere con pienezza la nostra vita.

Bibliografia

  1. Freud Sigmund (1917) Contributi alla psicologia della vita amorosa (O.S.F. Vol. 6 – Boringhieri 1974)

  2. Nanni Sabino (2019) (https://www.psychiatryonline.it/psicoterapie/amare-con-anima-e-corpo-paura-della-liberta-empatia-e-cura/)

  3. Shakespeare William (1609) Sonetti (Feltrinelli 1992)

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