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HYPERMEDIA FREEDOM

5 Nov 12

Di Richard-Barbrook

DEREGOLAZIONE O RIREGOLAZIONE?

Con l'approvazione dell'Atto delle Telecomunicazioni del 1996, i due partiti dominanti negli USA hanno congiuntamente concordato che la convergenza dei media, delle telecomunicazioni e dei computers avrebbe dovuto essere guidata dalla competizione del mercato tra le grandi imprese. Riconoscendo che i forti sistemi economici di scala sono necessari per la costruzione di una rete nazionale a banda larga, il Presidente del partito Democratico e l'assemblea legislativa Repubblicana hanno innalzato molte restrizioni sul possesso trasversale dei media e dei sistemi di telecomunicazioni. In aggiunta, è in sospeso un'ulteriore legislazione che proporrà una drammatica estensione dei diritti dei possessori del copyright per fornire la struttura legale per un mercato elettronico dei beni dell'informazione. Dimenticando tranquillamente le sue aspirazioni del New Deal per un programma di costruzione di un'autostrada dell'informazione, il governo Federale ha ora abdicato le sue responsabilità strategiche al settore privato. Ma, questa fede nella competizione del mercato implica dei rischi. Nel futuro prossimo, nessuna nazione sarà in grado di competere nel mercato globale senza una rete a fibra ottica. Proprio come la costruzione delle reti della ferrovia, della strada, dell'elettricità, del gas, del telefono e dell'acqua nel passato ha posto le basi per la moderna vita urbana, l'infobahn fornirà l'infrastruttura di base per il prossimo stadio del capitalismo. La rete a fibra ottica non solo distribuirà intrattenimento ed informazione, ma permetterà alle persone di lavorare in équipe in quasi tutti i settori di produzione. Incoraggiata dai finanziamenti delle società hi-tech, la classe dirigente politica americana sta scommettendo che la costruzione dell'infrastruttura nazionale dell'informazione può essere compiuta con successo tramite le panacee neo-liberali della deregolamentazione e della privatizzazione.

Data la storia dello sviluppo del PC e della Rete, sembra più probabile che l'infobahn emergerà dall'incrocio dei settori pubblico, privato e di comunità. Tuttavia, ironicamente, negli Stati Uniti, il dibattito sull'Atto delle Telecomunicazioni non è stato centrato sul se o no la sfrenata competizione del mercato tra le compagnie private sia il solo modo per sviluppare il cyberspazio. Invece, una feroce controversia si è scatenata intorno ad un tentativo di imporre dei controlli sul contenuto e sullo stile del broadcasting in Rete. In base ai termini del nuovo Atto delle Telecomunicazioni, i servizi on-line non possono permettere ai bambini di accedere alla ‘pornografia‘ o di utilizzare ‘sette parole sporche‘ in qualsiasi forma. Dall'essere una forma ampiamente non regolata di comunicazione, la Rete ora improvvisamente è finita sotto la forma più restrittiva di censura applicata negli USA. Non sorprendentemente, c'è stata una bufera di protesta dalla comunità on-line. I siti della Rete sono stati oscurati e dei nastri blu sono stati attaccati alle pagine Web quale protesta contro queste restrizioni della libertà di parola. Delle azioni legali sono state pianificate per testare se le norme contravvengono il diritto di libertà di espressione garantito dal Primo Emendamento della costituzione. Ci sono delle questioni importanti al fuoco in questa controversia. I genitori sono preoccupati circa l'utilizzo della Rete da parte dei pedofili per contattare i minori o per diffondere la pornografia. Ai bambini dovrebbe essere permesso di crescere nella pubertà al loro ritmo e nella libertà dalla violenza sessuale. Tuttavia, le restrizioni nell'Atto delle Telecomunicazioni non riguardano solo il porre un freno ad una piccola minoranza di violentatori di bambini. Sotto la pressione dei fondamentalisti cristiani, i due partiti politici principali hanno approvato una legge che, potenzialmente, potrebbe prevenire la distribuzione di qualsiasi forma di materiale sessuale — persino tra gli adulti consenzienti. Se questo tentativo di censura avrà successo, i servizi on-line negli USA sarebbero in grado solo di fornire contenuti conformi ai costumi repressivi della tradizione puritana americana.

 

ACCENDI, ENTRA E RITIRATI

Come con qualsiasi altra legge, l'Atto delle Telecomunicazioni affronterà il problema dell'imposizione. La "Guerra alle Droghe" non ha fermato gli Americani dal consumare voracemente miliardi di dollari di sostanze chimiche illegali ogni anno. Ci devono essere dei dubbi simili sulla praticità delle misure di censura nel nuovo Atto delle Telecomunicazioni. Lo stato americano sarà realmente in grado di impedire ai propri cittadini di dire "fottiti" l'un l'altro nelle loro e-mail private? Come impedirà alla gente di entrare nei siti Web di altri paesi con un atteggiamento meno ipocrita verso la sessualità adulta? Lo sviluppo dell'hypermedia è il risultato della convergenza non solo della radiodiffusione e della teletrasmissione, ma anche di altri tipi di media meno censurati, come la stampa e la musica. Perché la Rete dovrebbe essere soggetta a restrizioni di stile di trasmissioni diverse da quelle applicate al materiale stampato? Una lunga battaglia politica sta ora iniziando per trovare un livello accettabile di controlli legali sulle nuove forme di comunicazioni sociali.

Tuttavia, in questo momento cruciale, uno dei leaders del principale gruppo lobbista dei cyber-diritti — l"Electronic Frontier Foundation (EFF) – è stato preso da un attacco di isteria ideologica. In un bizzarro atto di presunzione, John Perry Barlow, il co-fondatore dell'EFF, ha emesso una "Dichiarazione di Indipendenza del Cyberspazio". In questo manifesto, si assegna la parte del nuovo Thomas Jefferson che chiama le persone ad armarsi contro la tirannia di Bill Clinton: "il grande invertebrato a Washington". Pretendendo di parlare "da parte del futuro", egli dichiara che il governo eletto degli USA non ha alcun diritto di legiferare sul "Cyberspazio, la nuova casa della Mente". Perché "noi stiamo creando un mondo che è sia ovunque sia in nessun luogo, ma non è dove vivono i corpi", Barlow afferma che il cyberspazio esiste fuori dalla giurisdizione dell"America o di qualsiasi altro stato esistente. Nel cyberspazio, solo gli utilizzatori della Rete hanno il diritto di decidere le regole. Secondo Barlow, gli abitanti di questo spazio virtuale si controllano già senza alcuna interferenza dei legislatori federali: "voi non conoscete la nostra cultura, i nostri principi etici, o i codici non scritti che già forniscono alla nostra società più ordine di quello che potrebbe essere ottenuto da qualsiasi delle vostre imposizioni". Gli utilizzatori della Rete dovrebbero perciò "rifiutare le autorità di poteri distanti, uniformati" e ignorare la censura imposta dall'Atto delle Telecomunicazioni.

E' troppo facile ridere di questa "Dichiarazione" come una versione hi-tech della vecchia fantasia hyppie di ritirarsi dalla società onesta in un mondo psichedelico dei sogni. Nei romanzi di fantascienza, il cyberspazio è stato spesso descritto poeticamente come una "allucinazione consensuale". Tuttavia, in realtà, la costruzione dell'infobahn è un atto intensamente fisico. Sono lavoratori in carne ed ossa che trascorrono molte ore delle loro vite sviluppando hardware, assemblando PCs, stendendo cavi, installando sistemi di navigazione, scrivendo programmi software, disegnando pagine Web e così via. E' ovviamente una fantasia credere che il cyberspazio possa essere sempre separato dalle società — dagli stati — in cui queste persone trascorrono le loro vite. La "Dichiarazione di Indipendenza del Cyberspazio" di Barlow pertanto non può essere trattata come una risposta seria alla minaccia alle libertà civili nella Rete, poste dai fondamentalisti cristiani e da altri bigotti. Invece, è il sintomo di una intensa crisi ideologica che ora è di fronte ai sostenitori della dottrina del libero arbitrio del libero mercato all"interno della comunità on-line. Proprio nel momento in cui il cyberspazio sta incominciando ad aprirsi al pubblico comune, la libertà individuale che hanno apprezzato nella Rete sembra essere legiferata fuori dall"esistenza, senza alcuna o minima opposizione politica. In modo cruciale, l"elevazione di restrizioni sulla competizione di mercato non ha affatto portato avanti la causa della libertà di espressione. Al contrario, la privatizzazione del cyberspazio sembra avere luogo insieme all'introduzione della pesante censura. Incapace di spiegare questo fenomeno all"interno dei confini della "Californian Ideology", Barlow ha deciso di fuggire nella hyper-realtà neo-liberale, piuttosto che affrontare le contraddizioni del capitalismo realmente esistente.

 

CYBERSPAZIO — LA FRONTIERA FINALE

Il fallimento ideologico del libertarianismo della West Coast deriva dalla loro inesatta convinzione che il cyberspazio è stato sviluppato dalla "fusione destra-sinistra di menti libere con il libero mercato" (Louis Rossetto — capo editore di "Wired"). Come Andy Cameron ed io abbiamo mostrato ne "La Californian Ideology" il neo-liberalismo è stato abbracciato dalla "classe virtuale" della West Coast, come un modo per riconciliare l"anarchismo della Nuova Sinistra con lo zelo imprenditoriale della Nuova Destra. Soprattutto, questo misterioso ibrido ha fatto affidamento sul progettare vecchi miti sulla rivoluzione americana nel processo della convergenza digitale. Secondo la rivista "Wired", lo sviluppo dell"hypermedia dovrebbe creare una "Democrazia Jeffersoniana" hi-tech — il diciottesimo secolo rinascerà nel ventunesimo secolo.

Nella sua "Dichiarazione", John Perry Barlow imita consapevolmente la retorica dei Padri Fondatori della "Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti". Ancora una volta, gli individui di spirito libero si ergono contro il governo oppressivo e corrotto. Tuttavia, queste affermazioni rivoluzionarie del passato contengono molte aspirazioni reazionarie. Prima del 1776, Jefferson ha espresso il sogno nazionale di costruire una utopia rurale nel deserto dell"America. La vittoria dell'indipendenza dalla Gran Bretagna era necessaria così che gli Americani potessero vivere come contadini indipendenti, auto-sufficienti in piccoli villaggi. La visione pastorale di Jefferson rifiutava la vita di città, come fonte di corruzione — che lui vedeva nelle conurbazioni che si espandevano nell"Europa contemporanea. Ma, come l"America ha incominciato ad industrializzarsi, il sogno pastorale ha dovuto essere spostato verso ovest verso la frontiera. Persino dopo che le guerre Indiane terminarono, il selvaggio West rimase un posto di libertà individuale e di scoperta di sé nella mitologia americana. Jefferson era diventato un cowboy.

Con il suo nome, la Electronic Frontier Foundation sta pertanto invocando non solo i miti del cowboy del secolo scorso, ma anche le fantasie pastorali dello scrittore della "Dichiarazione di Indipendenza" originale. Quando le agenzie del governo americano hanno deciso di usare la mano pesante sugli hackers, un gruppo di vecchi radicali ha deciso di difendere la nuova generazione di cyberpunks. Al di fuori di questo atto di solidarietà, l'EFF appare come il gruppo politico lobbista della cyber-comunità della West Coast. Utilizzando argomenti libertari, esso ha condotto una campagna per una censura minima e la regolazione delle tecnologie della nuova informazione. Ma l'EFF non è mai stato solo una campagna per i cyber-diritti. Era anche un capo della tifoseria dominante per le fantasie individualiste della "Californian Ideology". Secondo i principi di questa dottrina confusa, l'anti-autoritarianismo hippie è stato finalmente realizzato attraverso la fusione delle tecnologie digitali con il liberalismo del libero mercato. Tuttavia, la inevitabile rinascita della "Democrazia Jeffersoniana" ora sembra essere stata rimandata. Soprattutto, il lavoro lobbista dell'EFF sembra essere stato vano — le misure repressive nell'Atto delle Telecomunicazioni sono passate senza quasi alcuna opposizione nell'assemblea legislativa o dal potere esecutivo. In questo momento di crisi, Barlow ha abbracciato le fantasie più sconclusionate degli anarco-capitalisti della West Coast. Una volta che la crittografia sarà ampiamente disponibile, essi credono che gli individui di spirito libero saranno in grado di vivere in un mondo virtuale libero dalla censura, dalle tasse e da tutti gli altri mali del grande governo. Incapace di fronteggiare le contraddizioni sociali di vita nella città digitale, Barlow ha deciso di partecipare alla vita dei cowboys virtuali sulla frontiera elettronica.

 

SE QUESTA E' LA FRONTIERA ELETTRONICA, CHI SONO I PELLEROSSA?

Non è un caso che Barlow imiti Jefferson per questo programma retro-futurista. Al contrario degli europei che fantasticavano sulle utopie rurali, Jefferson non ha mai respinto la tecnologia insieme alla città. Al contrario, il ‘saggio di Monticello‘ fu un proponente entusiasta dell'innovazione tecnologica. In modo decisivo, egli credeva che fosse possibile bloccare lo sviluppo sociale degli Stati Uniti mentre contemporaneamente si modernizzavano i suoi metodi di produzione. I proponenti della ‘Californian Ideology‘ seguono una logica simile. Essi desiderano proteggere il cyberspazio come la casa degli individui forti e degli imprenditori innovativi mentre, allo stesso tempo, sostengono l'espansione commerciale della Rete. Per loro, lo sviluppo della società della nuova informazione può avere luogo solo attraverso la realizzazione dei principi eterni del liberalismo rivelati dai Padri Fondatori. Eppure, come tutti le altre nazioni, gli Stati Uniti esistono all'interno di una storia profana. Le sue strutture politiche ed economiche sono il risultato di secoli di processi sociali contraddittori, non l'espressione di verità sacre. I suoi leaders furono esseri umano complessi, non ‘uomini di marmo‘ ad una faccia.

Questa realtà dialettica può essere più facilmente vista osservando le vite di quei Padri Fondatori — Jefferson, Washington e Madison — invocati da Barlow nella sua ‘Dichiarazione‘. Da una parte, essi furono grandi rivoluzionari che hanno vinto con successo l'indipendenza nazionale e stabilirono il governo costituzionale in America. Ciononostante, allo stesso tempo, erano dei pericolosi possessori di piantagioni, che vivevano della forza lavoro dei loro schiavi. In altri stati, la gente doveva venire a patti con la natura contraddittoria dei loro rivoluzionari innovatori. Persino i Comunisti cinesi ora ammettono che l'eredità di Mao Zedong contiene sia elementi positivi, come la liberazione del paese dal colonialismo, sia caratteristiche negative, come i massacri della ‘Rivoluzione Culturale‘. In contrasto, Barlow — e molti altri Americani — non possono mai ammettere che la loro amata repubblica non sia stata creata dal duro lavoro, dai contadini amanti della libertà, ma anche tramite la schiavitù della gente nera e la ‘pulizia etnica‘ degli Indiani. L'economia della piantagione del Vecchio Sud e lo sterminio delle Prime Nazioni sono gli equivalenti della Carestia Irlandese, l'Olocausto e l'Arcipelago Gulag nella storia Americana. Ma, queste contraddizioni della vera storia degli USA sono troppo dolorose da contemplare per Barlow e per altri sostenitori credevano nelle verità storiche dell'individualismo liberale. Jefferson deve rimanere un ritratto senza macchia cesellato sulla superficie del Monte Rushmore.

Pertanto, per comprendere i dibattiti contemporanei sul futuro della Rete, è importante ricordare la natura contraddittoria dei precedenti storici prontamente invocati dalla ‘Californian Ideology‘. Nei primi anni del diciannovesimo secolo, la diffusione delle nuove tecnologie industriali non ha liberato alcuno schiavo. Al contrario, l'invenzione della sgranatrice del cotone e delle macchine automatiche per filare, in realtà, hanno rinforzato le istituzioni arcaiche e brutali della schiavitù nel Vecchio Sud. Oggigiorno, la retorica libertaria dei pieni poteri individuali, attraverso le tecnologie della nuova informazione, è similmente usata per nascondere la realtà della polarizzazione crescente tra la ‘classe virtuale‘ in gran parte bianca ed il ‘sottoproletariato‘ principalmente nero. Se interpretato con un senso europeo dell'ironia, la ‘Democrazia Jeffersoniana‘ può essere una metafora appropriata per il presente distopico trovato nel centro città degli USA!

 

LA PRIMA FRONTIERA ELETTRONICA

Poiché i principi liberali della ‘Democrazia Jeffersoniana‘ esistono al di fuori della storia reale, Barlow ed altri ideologi californiani non possono riconoscere le dinamiche temporali del capitalismo esistente. Sebbene nuove frontiere possano essere aperte da individui intraprendenti, i pionieri originari sono velocemente sostituiti da forme di organizzazione più collettive, come le società a capitale congiunto. Per esempio, i cowboys di spirito libero del selvaggio West finirono presto come impiegati dell'agri-businness finanziato dall'Est industrializzato. Un processo simile si è verificato nella prima frontiera elettronica nella storia americana: la radiodiffusione. Nei primi anni '20, la radio fu inizialmente sviluppata da un minoranza entusiasta di appassionati e di imprenditori. Con poche restrizioni sulla radiodiffusione, quasi tutti potevano o allestire la propria stazione o prendere in affitto l'orario di trasmissione da qualcun'altro. Pertanto, una volta che i ricevitori radio economici divennero ampiamente disponibili, le onde radio furono prese rapidamente dalle reti aziendali fornite dalla NBC e dalla CBS. Questo processo di monopolizzazione venne consolidato dal governo Federale tramite il Radio Act del 1927, che restringeva il broadcasting ai possessori delle licenze assegnate da un ente regolatore designato dallo stato. Non sorprendentemente, i politici conservatori afferrarono l'opportunità di far tacere i radicali politici e culturali, specialmente da Sinistra. Tuttavia, questa imposizione di censura ha incontrato poca disapprovazione popolare. Al contrario, molti elettori hanno sostenuto il Radio Act, perché il sistema di licenza assicurava che i programmi popolari delle reti nazionali potessero essere ascoltati chiaramente, senza interferenze da altre stazioni. La democratizzazione della disponibilità della radiodiffusione ha ironicamente soppresso la maggior parte delle opportunità di partecipazione nei nuovi media.

La domanda chiave ora è se la nuova frontiera elettronica del cyberspazio sia condannata a seguire lo stesso percorso di sviluppo. Contrariamente all'affermazione di Barlow che il cyberspazio non è una ‘progetto di costruzione pubblica‘, l'ostacolo principale all'espansione della Rete negli USA è il problema di chi paga per la costruzione della rete a fibre ottiche. Dato che essi rifiutano di fornire un investimento statale, i Democratici ed i Repubblicani hanno dovuto utilizzare il nuovo Atto delle Telecomunicazioni per creare una struttura regolatrice favorevole alle grandi società che possiedono il capitale necessario per la costruzione dell'infobahn. Soprattutto, entrambi i partiti hanno dato la loro approvazione al numero crescente di fusioni tra le società che operano nei settori convergenti dei media, dei computer e delle telecomunicazioni. Poiché ha perso la sua punta competitiva nelle sue tradizionali industrie Fordiste, l'economia americana ora si affida molto alle società al centro del processo di convergenza digitale, come gli studi di Hollywood, Microsoft e AT&T. Lungi dall'incoraggiare una ‘Democrazia Jeffersoniana' composta da piccole aziende, l'Atto delle Telecomunicazioni ha chiarito il modo per lo sviluppo dei ‘campioni nazionali‘ americani che abbiano la dimensione sufficiente sia per costruire l'infobahn nazionale, sia per competere con successo all'estero contro i loro rivali europei ed asiatici.

Per molti a Sinistra, queste società multi-media sono la più grande minaccia alla libertà di parola nella Rete. Come accaduto nella radiodiffusione — e, in seguito, nella teletrasmissione — il desiderio di attrarre un pubblico di massa può essere un metodo molto più efficace per inibire il radicalismo politico e la sperimentazione culturale di qualsiasi sciocco provvedimento di censura aggiunto alla fine dell'Atto delle Telecomunicazioni. I pessimisti Neo-Luddisti hanno i loro peggiori timori confermati quando i capi delle società proclamano apertamente il loro scopo di trasformare la Rete nella ‘televisione interattiva‘. In questo scenario, le nuove forme di socievolezza esistenti nel cyberspazio contemporaneo sarebbero sostituite dal consumo passivo dell'intrattenimento insulso e dall'informazione non obiettiva fornita dalle società multi-media. Nonostante le loro false proteste contro i provvedimenti di ‘anti-pornografia‘ nel nuovo Atto, queste società non possono essere troppo tristi di vedere l'introduzione di norme che renderebbero la Rete una sicura — e perciò remunerativa — forma di divertimento di famiglia.

In questa visione del futuro, la ‘Democrazia Jeffersoniana‘ è semplicemente propaganda neo-liberale progettata per ottenere il supporto per la privatizzazione del cyberspazio da parte dei membri della ‘classe virtuale‘. Mescolando indiscriminatamente la Nuova Sinistra e la Nuova Destra insieme, la ‘Californian Ideology‘ attrae quegli individui che sperano che di essere abbastanza intelligenti — e fortunati — per afferrare le opportunità presentate dai rapidi cambiamenti nelle basi tecnologiche della produzione sociale. Ma, mentre essi stanno vendendo il sogno di farlo grande come cyber-imprenditori, la maggior parte degli artigiani digitali, in realtà, rinnegano la sicurezza dell'impiego precedentemente raggiunta dai lavoratori delle industrie Fordiste. Lungi dall'essere dei pionieri autosufficienti sulla frontiera elettronica, molti sono finiti a vivere alla giornata da un contratto a breve termine ad un altro. Similmente, la privatizzazione del cyberspazio minaccia anche gli utilizzi comuni del cyberspazio. Dato che più denaro commerciale viene speso per fornire i servizi on-line, diventa sempre più difficile per gli appassionati creare dei siti Web di qualità sufficiente per attrarre un grande numero di utenti. Pertanto, come è accaduto negli anni '20 per la radiodiffusione, molte persone accetteranno felicemente il controllo aziendale del cyberspazio, se vengono forniti loro dei servizi on-line ben prodotti. Secondo i Neo-Luddisti, la democratizzazione della disponibilità della Rete sta sopprimendo molte opportunità per una partecipazione significativa nel cyberspazio.

 

IL CYBERSPAZIO E' SOCIALE

La controversia attuale negli USA sull'Atto delle Telecomunicazioni ha messo in luce crudelmente i limiti della ‘Californian Ideology‘. Barlow può sognare di fuggire nella hyper-realtà del cyberspazio, ma sta semplicemente tentando di evitare di affrontare le contraddizioni politiche ed economiche del capitalismo realmente esistente. Lungi dal produrre una frontiera elettronica composta da numerose piccole aziende, la commercializzazione del cyberspazio sta creando le condizioni per la concentrazione del capitale su scala globale. Dati gli enormi costi di costruzione di una rete di broadband nazionale, solo le aziende molto grandi possono mobilizzare un investimento sufficiente per effettuare questo progetto di infrastruttura. In questo oligopolio emergente, gli imprenditori innovativi raggiungeranno anche un'importanza pubblica sia come capi di grandi aziende, sia come sub-appaltatori delle aziende multi-media. Ma il loro successo individuale sarà reso possibile solo tramite il massiccio sforzo collettivo per costruire l'infobahn. Le dinamiche della convergenza digitale nel capitalismo realmente esistente stanno spingendo verso la sempre crescente socializzazione della produzione e delle comunicazioni, non verso la realizzazione delle fantasie del diciottesimo secolo dell'autosufficienza individuale.

E' pertanto piuttosto unilaterale per l'EFF dirigere le critiche solamente contro le regole della ‘anti-pornografia‘ contenute nel nuovo Atto delle Telecomunicazioni. La libertà di espressione nella Rete non è solo minacciata dallo stato, ma anche dal mercato. Come mostrato dalla storia della radiodiffusione negli USA, queste due forme di censura sono state spesso imposte in parallelo. Sia i politici, sia le aziende hanno un comune interesse nell'assicurare che gli ‘Americani medi‘ non siano disturbati da qualsiasi partito radicale e da idee culturali che provengono dalle nuove forme di comunicazioni di massa. Pertanto, qualsiasi campagna significativa per i cyber-diritti deve lottare per la libertà di espressione contro le forme di censura sia dello stato, sa del mercato. Lo sviluppo della Rete offre un modo per superare le restrizioni politiche ed economiche sulla libertà di parola nei media esistenti. Tutti potrebbero avere l'opportunità non solo di ricevere informazioni ed intrattenimento, ma anche di trasmettere i propri prodotti. Il problema è come questa potenzialità sarà realizzata nella realtà.

Una campagna per la libertà dell'hypermedia può avere successo solo se riconosce le contraddizioni inerenti questo fondamentale diritto dei cittadini. I diritti politici di ciascun individuo sono circoscritti dai diritti degli altri cittadini. Per esempio, per proteggere i bambini, lo stato ha i dovere di limitare la libertà di parola dei pedofili nella Rete. Perché le minoranze etniche abbiano il diritto di vivere in pace, la repubblica democratica dovrebbe tentare di evitare che i fascisti si organizzino on-line. Ma, a parte queste minime restrizioni, i cittadini devono avere il diritto di dirsi reciprocamente ciò che a loro piace. Uno stato democratico certamente non ha alcun mandato di imporre una stretta moralità religiosa su tutti i suoi cittadini, incurante delle loro proprie credenze.

Similmente, una compagna per i cyber-diritti deve anche riconoscere le contraddizioni economiche nella libertà dell'hypermedia. Poiché essi utilizzano il lavoro dei non professionisti, i progetti della comunità dell'hypermedia possono esistere felicemente all'interno di una economia del regalo hi-tech. Ma, se gli artigiani digitali dovranno essere pagati per il loro lavoro, qualche forma di scambio di beni dovrà essere creata nella Rete. Tuttavia, il predominio del libero mercato inibirà la libera circolazione delle idee. Pertanto, delle campagne per i cyber-diritti devono impegnarsi contro le contraddizioni economiche della libertà dell'hypermedia. Soprattutto, essi non possono assumere delle posizioni assolutiste sulla forma dell'economia digitale. Al contrario, lo sviluppo del cyberspazio è stato effettuato finora attraverso un ibrido di iniziative pubbliche, private e di comunità. Tutti i settori hanno giocato un importante ruolo nella costruzione dell'infobahn. Ma, nel nuovo Atto delle Telecomunicazioni, gli americani si trovano di fronte al problema del tipo sbagliato di azione di governo, piuttosto che l'esagerato intervento dello stato. Mentre sembra tutto troppo avido per imporre la censura morale agli utilizzatori della Rete, il governo Federale ha contemporaneamente eluso il suo compito di assicurare che tutti i cittadini possano avere accesso ai servizi on-line. Mentre le aziende possono possedere le risorse per costruire la rete di broadband, lo stato dovrebbe usare i suoi poteri per evitare che qualsiasi segmento della società sia escluso dal cyberspazio per mancanza di risorse.

Contrariamente alle predizioni dei pessimisti, è possibile vincere la lotta contro la censura sia politica, sia economica del cyberspazio. Sebbene lo stato possa — e dovrebbe — perseguire le piccole minoranze di pedofili e di fascisti, le risorse necessarie per spiare le e-mail di ciascuno ed i siti Web renderà l'imposizione del puritanesimo morale molto difficile da far rispettare. Persino con i programmi sofisticati di censura, il semplice volume del traffico della Rete dovrebbe, alla fine, sopraffare un corpo di sorveglianza ben consolidato. Mentre sta proprio per essere possibile regolare l'emissione di migliaia stazioni radio e televisive, il semplice costo di controllare con cura milioni di utilizzatori che entrano in una rete globale di servizi on-line sarebbe proibitivo. La natura sociale dell'hypermedia è la difesa migliore del diritto di libertà di espressione individuale.

Similmente, l'ambizione dell'azienda di acquistare l'intero cyberspazio sarà anche controllata dalle basi sociali del processo di convergenza. Per esempio, i tentativi recenti della ‘televisione interattiva‘ sono stati dei fallimenti commerciali. Come Andy Cameron sostiene in ‘Dissimulations‘, i capi aziendali sono stati intrappolati in un errore di categoria: stanno tentando di imporre la forma dei media del passato sul nuovo hypermedia. Soprattutto, l'interattività non può essere ristretta al cliccare su una serie di opzioni del menù. La maggior parte delle persone vuole incontrare altre persone nel cyberspazio. A differenza dei media elettronici esistenti, la Rete non è centrata sul flusso di comunicazioni ad una via, da un numero limitato di trasmettitori. Al contrario, l'hypermedia è una forma di comunicazioni a due vie dove ciascuno è sia un ricevente, sia un trasmettitore. Le aziende multimedia senza dubbio giocheranno un ruolo principale nella costruzione dell'infrastruttura dell'infobahn e nella vendita di materie prime dell'informazione nella Rete, ma troveranno impossibile monopolizzare il potenziale sociale del cyberspazio.

Durante gli ultimi anni, i sostenitori della ‘Californian Ideology‘ hanno sostenuto che l'individualismo liberale del diciottesimo secolo sarebbe rinato miracolosamente attraverso il processo della convergenza digitale. Pertanto, ora i servizi on-line stanno diventando disponibili alla massa della popolazione, la natura collettiva della nuova società dell'informazione sta diventando sempre più evidente. In politica, la democrazia elettronica sarà al centro della relazione tra i rappresentanti ed i loro elettori. In tutti i settori dell'economia, l'infobahn diventerà presto l'infrastruttura di base per il lavoro d'équipe attraverso il tempo e lo spazio. In modo decisivo, la socializzazione della politica e dell'economia saranno la protezione migliore per la libertà individuale nel cyberspazio. Lungi dal dover fuggire in una hyper-realtà neo-liberale, le persone possono utilizzare le nuove tecnologie digitali per accrescere le loro vite sia dentro, sia fuori dal cyberspazio. L'agora elettronica, pertanto, sta per essere costruita.

 

*Traduzione dall'originale inglese di Anna Fata su gentile concessione dell'Autore.

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