Chi mi segue da tempo sa che non ho mai nascosto le mie simpatie per il movimento dell'Ulivo, per il quale mi sono anzi, e in epoca non sospetta, impegnato in prima persona per una sua presenza significativa sulla Rete.
Chi mi segue da tempo sa che per scelta editoriale i miei scritti su questa parte della rivista hanno sempre riguardato piu' che contenuti psichiatrici propriamente detti le problematiche connesse all'uso della Rete convito come ero e sono che in questa fase sia molto importante lavorare sui contenuti di fondo, per far si' che INTERNET diventi definitivamente uno strumento di lavoro usuale per la nostra categoria, come auspicavo nell'editoriale del mese scorso.
Questo mese facendo uno strappo alla regola che mi ero imposto ho deciso di aprire la Rivista con uno scritto che si occupa di assistenza psichiatrica pubblica, nella speranza di favorire tra i lettori ( anche non professionali) di POL.it, un dibabttito su questo scottante e attuale argomento.
Parlavo all'inizio di Prodi e del Movimento dell'Ulivo: ebbene, una delle ragioni piu' forti della mia adesione sono state le parole dell'allora Candidato Primo Ministro sul modello tedesco di Stato Leggero.
In questi giorni poi ho avuto modo di leggere un bell'articolo ( a cui caldamente rimando) di Johannes Cremerius pubblicato sul primo numero di quest'anno di "Psicoterapia e Scienze Umane" ( pag. 5 e seg.) dal titolo: " La situazione della psicoterapia/psicoanalisi nella Repubblica Federale Tedesca."
Sempre in questi giorni si e' riacceso sulla stampa il dibattito sulla riforma della legge 180 e contestualmente una Legge Finaziaria che speriamo ci faccia entrare in Europa, anche se ha parzialmente salvato la sanita' dai drastici tagli che sembravano profilarsi all'orizzonte poco spazio lascia alla speranza di una disponibilita' di fondi per sopperire alle croniche manchevolezze della assistenza psichiatrica pubblica schiacciata tra un aumento esponenziale della domanda favorita anche dalla crisi economica che spinge fasce sempre piu' vaste della popolazione verso il pubblico servizio e una sempre piu' drammatica carenza di personale e strutture.
Fatte queste premesse a cui ritornero' alla fine proviamo, come si suol dire, a mettere un po' di paletti per tentare di delimitare con chiarezza i termini della questione:
1) La Psichiatria ha delle caratteristiche specifiche dal punto di vista assistenziale rispetto ad altre branche della Medicina: piu' che di atrezzature necessita di personale qualificato ed "abbondante" dato che il rapporto con i pazienti e' necessariamente "umano" e spesso prevede tempi lunghi e assistenza continuativa dal punto di vista diacronico.
2) Gli sprechi e la non corretta pianificazione delle spese in ambito sanitario degli ultimi decenni hanno portato alla attuale situazione drammatica: da una parte si cerca in tutte le maniere di tagliare i costi dall'altra si chiedono continuamente nuovi sacrifici agli utenti particolarmente gravosi per le fasce piu' deboli della popolazione e come non fare rientrare i nostri pazienti in questo novero?
3) Anche in questo ambito pero' la Psichiatria ha una sua specificita': la Legge 180 prevedeva a fronte della sacrosanta chiusura dei Manicomi la contestuale apertura di strutture intermedie pubbliche che supportassero le "particolari" esigenze dell'Utenza. Cio' non e' in gran parte avvenuto con il risultato duplice che da una parte in realta' per la psichiatria si e' speso meno del dovuto, dall'altra si e' creato un circolo vizioso di intasamento cronico dei reparti, incapaci di reinserire i pazienti in un territorio quasi privo di adeguate strutture assistenziali alternative al ricovero tradizionale ma indispensabili per il tipo di patologia. Di qui la nascita di strutture private che oltre che prive di controlli pesanti sulla qualita' del servizio erogato, sono oramai anch'esse quasi totalmente prive di ricettivita', vista l'alta necessita' e la mancaza di un pubblico contraltare.
4) L'Aziendalizzazione della Sanita' Pubblica ha portato, in attesa dei miglioramenti che tutti auspicano, primariamente alla nascita della nuova figura, lautamente remunerata, del Manager o direttore Generale che dir si voglia, il quale Manager dovendo rispondere agli Assessori che lo hanno nominato e "rischiando il posto" se non rispetta i programmi, ha dato il via ad una selvaggia riduzione delle spese che si e' concretizzata fondamentalmente in tagli ( sacrosanti) alla spesa farmaceutica e in un blocco ( demenziale) del turn-over del personale e in un blocco ( ultrademenziale) delle assunzioni non gia' di nuovo personale ma anche di quello previsto nelle piante organiche ( che "abilmente" alcune Regioni come la Liguria tardano a pubblicare).
5) Questa situazione e' tanto piu' grave nella Psichiatria dove, come prima scrivevo, le carenze di personale incidono pesantemente sulla qualita' del Servizio.
Ma non solo: la scarsa attenzione e sensibilita' alle problematiche dell'Assistenza Psichiatrica ha un altro esempio paradigmatico nella stesura dei "famosi" carichi di lavoro: i "Soloni" della pianificazione economica che hanno redatto le schede non solo hanno "benevolmente" dimenticato di considerare tra le consulenze previste al letto del malato ospedalizzato quella psichiatrica ( con tanti saluti al valore della Liason Psichiatrique ) ma hanno omologato totalmente il nostro lavoro a quello delle altre specialita' con il risultato che se io vedo "a lungo" i miei pazienti in ambulatorio sono "poco produttivo" e metto a repentaglio il budget del mio Istituto.
6) Questa situazione grave a livello ospedaliero in alcuni casi drammatica a livello di Servizi Territoriali deve confrontarsi con un aumento esponenziale della richiesta anche perche' la crisi economica sta spostando sul pubblico fasce di utenza che prima avevano naturale sbocco nel privato.
Molto altro si potrebbe dire e molto altro spero chi mi legge vorra' aggiungere a questa che io considero piu' un'apertura di un dibattito che la chiusura dello stesso, vediamo pero' di trarre delle cosiderazioni che chiariscano quelo che e' il "mio" punto di vista sulla faccenda.
Parlavo all'inizio di questo Editoriale dell'articolo di Cremeririus e delle mie sincere speranze nell'attuazione di uno Stato Sociale sul modello di quello della Germania Federale: in un sistema notoriamente piu' efficente del nostro la "Mutua passa" la psicoterapia e persino la psicoanalisi ai propri assistiti. Al di la' delle considerazioni che l'anziano psicoanalista fa' sui cambiamenti che questa esperienza iniziata nel 1967 ha comportato nell'organizzazione delle Societa' Psicoterapiche Tedesche e al di la' dei cambiamenti epocali che questo servizio ha indotto nel rapporto tra la Medicina Generale e la Psicoterapia quello che qui voglio sottolineare e' qualche cos'altro: delle due l'una, o i Tedeschi sono degli inguaribili spendaccioni pronti a far pagare allo Stato, fino a 300 sedute senza ticket, 110 DM a seduta ad uno Psicoanalista regolarmente convenzionato ( e quindi regolarmente pagante le tasse) con il Sistema Sanitario Nazionale o forse banalmente hanno capito lo specifico psichiatrico e hanno considerato i soldi spesi in questo ambito come un sacrificio minore rispetto al costo che un'assistenza meno qualificata avrebbe comportato per lo Stato.
La verita' e' che per Stato Sociale Leggero si intende una Nazione in cui i soldi pubblici non vengono disennatamente spesi o risparmiati ma in cui gli oneri sociali vengono valutati e decisi con oculatezza e allora viene naturale pensare che in Germania dove il costo di una Sanita' migliore e' minore in proporzione che da noi, si sia valutata l'incidenza del disturbo psichico nella popolazione e si siano consideati i modi migliori per affrontarlo e se possibile curarlo ( e non parlo qui solo della psicoterapia ad orientamento analitico ma anche delle terapie comportamentali anch'esse fornite in regime gratuito dopo che una commissione di esperti ha valutato la cura piu' idonea per quel singolo caso); si sia valutato il costo reale della malattia nel senso dell'inavilidita', si sia consideato infine quanto un intervento ambulatoriale qualificato possa diminuire il rischio di un ricovero che, qui come laggiu', ha costi giornalieri astronomici.
Mi domando se chi ci governa, il Ministro Rosy Bindi, nel momento in cui fa i suoi programmi guarda con attenzione a cio' che all'Estero viene fatto sia per evitare gli altrui errori sia per apprendere dall'altrui esperienza; siamo veramente una strana Nazione: da una parte ci strappiamo le vesti di fronte allo sfascio della Psichiatria, dall'altra non ragioniamo seriamente sulle vie per tentare seriamente di arginarlo.
E' di questi giorni la notizia che e' stato varato un decreto che prevede la possibilita' di usufruire di psicoterapie in ambito pubblico previo pagamento di un ticket, mentre alle struttture che svolgono tale compito sembra venga riconosciuta una tariffa prestabilita: benissimo direte, bene dico io, in quanto vorrei sapere: con quali criteri vengono scelte le strutture, quale training e' richiesto agli operatori, e visto che parliamo di "pubblico" credo che questa iniziativa rischi di rimanere lettera morta se non si ovvia alel carenze di personale, indispensabile per una seria e diffusa attivita' psicoterapica.
L'unica via percorribile e' quella di valutare le situazioni caso per caso senza alcuna ansieta' omologatrice che nel campo della Medicina in generale e della Psichiatria in particolare puo' solo provocare danni a volte irreparabili; non e' detto cioe' che "il risparmio per il risparmio" dia anche a breve termine dei frutti e il rischio e' quello di spendere con gli interessi domani cio' che si e' creduto di risparmiare oggi.
Noi curiamo ultimi che non saranno mai primi, e' compito nostro di operatori della Psichiatria difendere certo la nostra professionalita' ma soprattutto difendere loro, i nostri assistiti i cui bisogni reali sembrano veramente contare sempre meno in questa societa', che non sara' piu' edonistica come in un passato recente ma che si accorge dell'esistenza della sofferenza psichica solo quando questa clamorosamente balza agli "onori" della cronaca.
"Il Re e' nudo!!!!", speriamo che se ne accorga da se'.
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