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Un anno sull’altopiano /2

11 Feb 13

A cura di FRANCESCO BOLLORINO

Come ho raccontato nel precedente editoriale, nel luglio del1995 mi ritrovai ad essere nominato, "sul campo", Editor della ancorainesistente sezione italiana di Psychiatry on line.
Mi sembra Saint Éxupery dica che la verità per quantonascosta non smette di essere vera per cui credo sia giusto ed onestoraccontare qui le cose come sono andate nella realtà.
Da una parte ero inorgoglito dall'idea, dall'altra ero incerto su comeprocedere: affidarmi titalmente a Ben Green o realizzare le pagine einviargliele come attachment alle mail.
Dopo un po' di tentennamenti optai per la seconda soluzione e mi misi dibuzzo buono a "studiare" il linguaggio di programmazione HTML.
Scaricai dalla rete tutti i software di editing disponibili e al tempostesso cominciai a "rubare" pagine dal Net cercando di capire come eranocostruite e quindi determinare cosa ci stesse sotto dal punto di vistadella programmazione.
Debbo dire che dopo un primo momento di sconcertol'HTML mi è apparso quello che è in realtà: unlinguaggio abbastanza semplice che permette di fare anche cose belle aprezzo di argigogoli di programmazione, che pian piano presi ad utilizzareal punto che le pagine, nei primi numeri copia carbone dell'impostazionedata alle sue da Ben, acquistarono una dignità propria ed unaspetto differente da quelle della sua sorella maggiore.
Un discorso a parte merita il rapporto con Ben Green: non ci siamo maiincontrati e abbiamo sempre comunicato per posta elettronica tranne unatelefonata ( un po' emozionata) che gli feci una sera da Londra, dove allafine di Luglio mi ero recato in vacanza; credo che questa sia una dellemagie della Rete: io e Ben siamo diventati amici, lavoriamo assieme intermini totalmente telematici, finirà forse che non ci si incontrimai un po' come Snoopy e il suo cugino che abita nel deserto.

Ho sempresostenuto, citando il mio amico di posta elettronica Mark Frisse, cheINTERNET è come il telefono conta quello che ci metti dentro, ilvero problema con la Rivista non è stato tanto

quello di imparare a editarla ma dei contenuti da proporreai lettori.
Ho cercato di risolvere il problema ponendomi sempre questa domanda:
Cosa vorrei trovare su una rivista on line?"
Informazioni proprie del mezzo che sto usando è stata laprima risposta, per cui ho pensato di inserire una pagina dedicata allemailing list psichiatriche e una pagina dedicata ai siti psichiatrici.
Mi sono poi chiesto:
"Come vorrei che fossero queste pagine?"
Chiare, in italiano e con informazioni utili, cosìanzichè proporre l'ennesimo elenco di siti o l'ennesimo elenco diindirizzi di posta elettronica ( ce ne sono un'infinità sul Net, sututti gli argomenti possibili) ho pensato da una parte di proporre delle "recensioni" che permettessero al lettore diorientarsi, dall'altra ho fornito dele informazioni credo esaustive perconsentire anche la meno esperto di utlizzare i forumdi discussione.
Insomma ho cercato di dare "un servizio" un po' diverso dalla norma di cio'che si trova sulla rete che invogliasse i lettori a ritornare sul sito dopouna prima visita magari casuale.
Ho poi pensato che fosse opportuno inserire una pagina sulle "novià"proponendo non solo notizie di tipo psichiatrico ma anche frutto dei mieipellegrinaggi tra le stranezze e leopportunità sempre nuove delNet.
Infine ho pensato fosse opportuno che ogni mese ci fosse uno o piùlavori originali ed un editoriale che in qualche modo "posizionasse" larivista all'interno di questa rivoluzione comunicazionale che stavaesplodendo a livello planetario.Da questi presupposti è nata Psychiatry on line Italia e su questipresupposti è cresciuta e spero migliorata con il passare del tempoe con la progressiva maggiore confidenza, mia e dei lettori, con lepotenzialità di questo straordinario strumento del comunicare.
Le conclusioni e i piani per il futuro nel prossimo editoriale di Aprile.

Buona lettura a tutti!

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