Approfittando dello spazio che l’amico Francesco Bollorino mi concede mi accingo ad alcune brevi riflessioni sullo stile e sul metodo.
Indubbiamente la psichiatria risente, in quanto crocevia tra scienze umane e naturali, dell’influenza della politica più di altre discipline specialistiche.
Basti pensare che esiste un movimento antipsichiatrico e non mi risulta ne esista uno anticardiologico o antiortopedico.
Lo stesso concetto di normalità, essendo principalmente un dato modale e quindi statistico risente degli usi e costumi del tempo e delle influenze dei sistemi di potere ( ad esempio le chiese).
Altra cosa è il concetto di naturalità dell’essere.
Orbene , venendo da un’esperienza di comunità terapeutica che fonda la sua essenza sulla circolarità,trasversalità della comunicazione e sulla partecipazione, ritengo che un’ipotesi di progetto obiettivo salute mentale non possa prescindere dal coinvolgimento dei rappresentanti di tutte le agenzie deputate alla cura e riabilitazione della malattia mentale grave, facendo del confronto delle differenze(di opinione e di stili di lavoro) un valore da cui possano derivare gli opportuni interventi correttivi.
Non dimentichiamo che la psichiatria è una disciplina medica ad alta specializzazione e bassa tecnologia e che il rischio costante è quello della sua banalizzazione attraverso tentativi autoreferenziali assolutamente non supportati da studi e dati scientificamente confrontabili.
Ritengo quindi che il metodo da seguire da parte di chi ,come il sottoscritto, ha il desiderio di progredire mettendo al centro il bisogno del paziente (possibilmente individuandolo) è quello di non indulgere in facili interventi demagogici, ma prevedere un confronto tra rappresentati di esperti che si confrontino sulla base di esperienze dimostrabili e che derivino dal lavoro quotidiano, senza esibizionismi inutili ( l’arte vera diceva Proust non si realizza con i proclami, ma nel silenzio).
La legge 180 è senza dubbio tra le leggi italiane più conosciute e dibattute in campo scientifico al mondo; rappresenta una legge quadro e come tale va valorizzata; all'interno del quadro stesso i contenuti debbono essere realizzati da interventi degli amministratori e dei tecnici: là dove si è voluto e soprattutto,direi, saputo si sono realizzati servizi in rete per rispondere adeguatamente ai bisogni dei pazienti affetti da malattia mentale grave ; la differenza in tal senso la fanno le persone e non le leggi; naturalmente è estremamente comodo cercare di stravolgere la realtà semplificando ed imputando i fallimenti terapeutici anzichè ai terapeuti stessi ad un'istanza estranea:la legge 180 appunto.
Chissà se il Ministro e i suoi collaboratori riterranno utili confronti allargati in tal senso. Penso e spero che se così sarà potremo intravedere un segno di modernità e progresso civile.