PLENARIA CONCLUSIVA: Report primo gruppo, a cura della Dott.ssa Serena Giunta

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Il gruppo, condotto dal dott. Marco D’Alema, era costituito da sedici partecipanti e ha cominciato ad affrontare l’argomento della giornata un po’ indirettamente passando attraverso altri temi che sono stati maggiormente approfonditi in altri seminari ma che sembrano trasversali a tutti gli incontri. 

Un primo tema emerso ha riguardato, infatti, i modelli di organizzazione dei servizi come se fosse necessario capire prima come funzionano i servizi per poi cominciare a pensare alla psicoterapia che si fa nei servizi. Rispetto all’organizzazione dei servizi si è parlato dell’importanza di reti di collegamento tra servizi di Salute Mentale e territorio ed è emersa una notevole disomogeneità tra le diverse regioni; un’esperienza significativa emersa sembra essere il progetto della Psichiatria di Collegamento fatto a Palermo come possibilità di rendere più umano il rapporto con il paziente uscendo così dalle logiche meramente organizzative, gestionali e burocratiche delle aziende che non solo quindi porta all’umanizzazione delle relazioni ma che concretamente mette in collegamento gli utenti con il territorio. 

Altro tema affrontato è stato quello dell’importanza della formazione e in particolare di formazione specifica per gli operatori, formazione al lavoro di equipe e supervisione per gli operatori del campo della salute mentale. 
Pian piano si è passati ad occuparci di psicoterapia cominciando con il chiedersi come si pensa oggi la psicoterapia nei servizi? 

Di quali competenze specifiche stiamo parlando? 

Ed è emerso che è sicuramente fondamentale discutere di alcuni aspetti come quello di territorialità, di continuità assistenziale, di multidisciplinarietà e soprattutto di luoghi, tempi e spazi della psicoterapia. 
Tutto questo ha portato il gruppo a discutere di esigenze e tra queste il bisogno di linee guida per gli interventi da effettuare che rimanda inevitabilmente al bisogno di orientamento e di accompagnamento. 

Forse però ci si è detti che emergono delle resistenze culturali e normative per cui prima di parlare di psicoterapia nei servizi bisognerebbe parlare di atteggiamento di psicoterapeuticità dei e nei servizi perché altrimenti il rischio che aumentino gli psicoterapeuti ma non la psicoterapeuticità è alto. 

Si è discusso, altresì, del rapporto tra L. E. A. e psicoterapia e ci si è chiesti se è meglio delegare il privato sociale o piuttosto è preferibile dirottare nei servizi una parte delle risorse economiche del privato accreditato cominciando a pensare a percorsi individuali ma questo ha inevitabilmente aperto un ulteriore interrogativo: ma la qualità delle prestazioni passa esclusivamente attraverso un piano economico o attiene ad altro? 

Sul finire del lavoro il gruppo ha portato un altro tema riguardante la scientificità della psicoterapia e ci si è chiesti a quale modello fare riferimento? Cosa intendiamo per scientificità? E quindi, alla luce di tutto questo, come funzionano oggi le psicoterapie?

Mi avvio alle conclusioni riportandovi una frase o meglio un lapsus molto significativo che un rappresentante delle associazioni degli utenti ha portato a proposito della farmacoterapia e chiede: ma nei servizi si fa solo psicoterapia con i farmaci?

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