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VITTIME TRE VOLTE della PEDOFILIA

23 Dic 13

A cura di Manlio Converti

Anche stasera un giovane ragazzo, questa volta in chat, mi ha chiesto a bruciapelo: quanto può incidere la presenza di abusi sessuali su un'omosessualità?
 
Il senso della mia risposta è da sempre inequivocabile, ma dal vivo faccio prima parlare la persona in modo che si liberi del male che ha dentro, mentre in chat questo non è possibile e tendo ad inviare a qualche psicologo per sostegno se non altro morale.
 
Cito Freud solo se la conversazione si complica, e succede quasi sempre, perché il ragazzo gay non rinuncia mai all’idea di essere sbagliato e che la colpa sia lo stupro subito da minore.
 
Eppure la questione è chiara e gli stessi pedofili lo ammettono: i maschi, futuri gay, già effeminati o meno, ed i futuri transessuali, ancorché minori, sono evidenti ai loro occhi di predatori e sono considerati più interessanti di molte bambine, che spesso reagiscono con la paralisi isterica all’abuso, rendendosi pertanto “poco interessanti”.
 
Molti lettori sanno che è dall’età dei tre anni, con il conflitto di Edipo, che nasce la sessualità nel minore, molto potente quindi, tanto da renderci (perché minori lo siamo stati tutti) più precisamente “perversi polimorfi”. Lo sviluppo dell'adolescente gay maschio e della bambina etero secondo me ha più a che fare con il Mago di Oz, ma la questione non è pertinente alla discussione.
 
L’adolescente abusato, dopo che ha superato la fase di confusione sessuale, quindi, tacita con sensi di colpa sé medesimo, come tutte le ragazze in contesti misogini, a causa della cultura che liberalizza solo quello che fanno i maschi eterosessuali ed entro certi limiti di segretezza e nascondimento cameratesco i maschi omosessuali solo attivi o bisessuali.
 
Sentiamo spesso testimonianze omofobe di bisessuali o gay solo attivi, che si negano nel ruolo passivo per non sentir fuggir via la virilità necessaria al proprio ego per resistere in modo socialmente accettabile per sé medesimi in un contesto di omofobia introiettata che li può rendere perfino violenti con i propri partners. Questo fenomeno è particolarmente evidente nei partner delle persone transessuali e trans gender, con i quali si agisce il comportamento anche passivo a patto di non dirlo neanche sé medesimi e di disconfermarsi un secondo dopo l’atto sessuale, ad ogni costo, incluso quello di fare violenza alla partner, spesso per questo occasionale e prostituta. Ecco che risaliamo la china alla violenza misogina e femminicida, nel maschio insicuro, incapace di percepire la propria virilità ed il proprio ego al di fuori della logica di possesso e di sottomissione della donna preda passiva, anche quando nel rapporto sociale e familiare o perfino sessuale ancorché eterosessuale, si sia agito in modo “passivo” nella doppia accezione psicologica di “passivo-aggressivo” e giammai di “remissivo”.
 
Tornando al tema dei gay abusati da minori.
Cosa rispondereste voi alla domanda a bruciapelo:
Ho subito violenza da piccolo: è per questo che sono gay?

Feci già uso di questa frase in un corto di qualche anno fa, ricevendo le contumelie perfino dei presidenti di Arcigay, terrorizzati che si toccasse l’argomento della pedofilia, che allora in Italia, come oggi in Russia, era strettamente associato come impossibile peccato mortale a noi gay (ma cosa ce ne faremmo mai di un minore, che evidentemente non ha gli organi genitali erettili sviluppati? E questo vale come discorso, vi assicuro, anche per tutti i gay solo attivi e per i bisessuali, per i partner di trans gender e di transessuali anche operate, dal momento che poi le lasciano e tornano, pieni di sensi di colpa a martirizzare un’altra persona, meglio dotata.
 
Per fortuna oggi è chiaro agli specialisti del settore e ai criminologi che la pedofilia è affare degli eterosessuali, spesso parenti o preti, nonostante il “paternalismo” di Bergoglio cerchi di farlo dimenticare nuovamente con la tecnica del rabbonimento massmediale.
I minori che saranno omosessuali, effeminati o transessuali sono vittime di pedofilia ed omofobia. I preti pedofili sono invece omofobi e costituiscono la vera potente e pericolosa lobby vaticana giammai vituperata da alcuno.
 
Le donne vittime di pedofilia non si chiedono MAI se sono eterosessuali per questo motivo, e pochissime lesbiche che io sappia hanno subito violenza da minori, ma la mia esperienza potrebbe essere imprecisa e me ne scuso con le vittime. Le lesbiche che me lo hanno confessato mi hanno chiesto invece se era per questo che avevano SCHIFATO il sesso maschile. Non ho ricevuto testimonianze di maschi eterosessuali abusati da minori.
 
Se mettete insieme le tre reazioni: AMO il pene, ODIO il pene, AMO il pene ma mi sento in colpa, capite subito che è la sovrapposizione omofoba della società che fa distinguere a donne etero, lesbiche e maschi gay o trans il significato da attribuire emotivamente all’evento traumatico subito.
 
La seconda e piena follia omofoba si produce con il meccanismo noto solo per i film di Hannibal Lecter, in cui si pretende che un perverso diventi tale per l’esperienza subita dall’infanzia. Tante donne e maschi gay violentati da minori subiscono il terzo STIGMA dell’assurda ipotesi che potrebbero diventare a loro volta carnefici, reificato da un topos cinematografico di serie B.
 
L’esperienza personale e il cinema non dovrebbero influenzarci, altrimenti penseremmo di poter volare come Superman o che la terra sia davvero piatta con il sole che le gira intorno, come pretendeva Tolomeo e ancora una volta la chiesa cattolica fino a pochi decenni fa, che ancora nega la "normalità" dell'omosessualità e l'"evoluzionismo" darwiniano.
 
La conoscenza del profondo e gli studi di epidemiologia (spesso impossibili in Italia, perché l’anagrafica non permette anamnesi adeguate, a causa dell’omofobia intrinseca del SSN e spesso propria del ricercatore o dello psichiatra/psicoterapeuta) ci dicono comunque, anche per le testimonianze degli stessi pedofili, che i minori esprimono la loro sessualità a partire dai tre anni, che questo è il motivo per l’allontanamento di uno dei genitori quando non pedofilo (appunto perché si attiva il controllo psico.sociale dell’incesto) mentre allo stesso identico modo nel predatore scatta la molla che fa preferire quel bambino o bambina involontariamente già propensi a quel tipo di sessualità, di cui però dovrebbero godere solo con i compagni coetanei e spontaneamente, giammai con violenza.

La terza forma di violenza subita dai minori che da adulti saranno gay o trans è ovviamente quella di subire, anche da parte di medici e psicanalisti, lo stigma di essere pedofili perché omosessuali e d'altra parte è questa la ragione che porta la Russia e l'Uganda a sancire leggi omofobe e queste sono le motivazioni assurde di gruppi italiani come il MOIGE o il NARTH. Anche su questo la SIP, il SSN e la Fnomceo non hanno mai dato un parere diverso ufficiale.
 
Le opinioni vostre quali sono? Sono vostre opinioni o dipendono da studi empirici? Questi studi sono stati convalidati da revisioni generali o sono solo vox clamantis in desertis che rispettano i vostri pregiudizi?

 

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