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Il paese delle meraviglie

15 Feb 16

A cura di Gerardo Favaretto

Qualche anno fa Marco Marchi dell'Istituto di Biostatistica ed Epidemiologia dell'Università di Pisa e Piero Morosini, fecero un lavoro geniale che non è probabilmente mai stato valorizzato a sufficienza.

Si tratta di un generatore di piani sanitari ancora bene consultabile a questo link. http://www.francobampi.it/franco/ditutto/curiosita/generatore_piani_sanitari.htm

Si tratta di una sofisticata matrice in cui, componendo con attenzione le affermazioni contenute nelle diverse celle, è possibile scrivere un perfetto piano sanitario dai contenuti straordinariamente attuali e dalla strategie innegabilmente meravigliose. La matrice peraltro non è una provocazione ma è a sua volta generata da una analisi linguistica delle affermazioni e delle espressioni più ricorrenti utilizzate nei piani sanitari in generale.

Un esempio incrociando le caselle in discesa andando da sx a destra ottengo :

l'utente potenziale privilegia un organico collegamento e una valutazione secondo un modulo di interdipendenza orizzontale attualizzando e concretizzando quale sua premessa attualizzatile e condizionante l'appianamento delle discrepanze e delle discrasie esistenti”

Straordinaria verità come non essere d'accordo!

E' indubbio che i piani e le linee di indirizzo organizzativo sono uno straordinario strumento per cercare di migliorare le cose e per dare opportunità di evoluzione scientifica e culturale ai servizi e alla loro attività ( non cercate questa frase nella matrice l'ho scritta io adesso ….)

Cio' premesso , ed era doveroso farlo , volevo condividere qualche riflessione sul piano di azione europeo per la salute mentale curato da WHO europa nel 2013 e che, dopo certosina traduzione, è stato recentemente messo a disposizione anche in italiano . Il documento è facilmente consultabile a questo link

http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2447_allegato.pdf

insieme al poderoso documento WHO sulla salute mentale globale rintracciabile a questo altro

http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2448_allegato.pdf

Il primo documento , quello europeo per intenderci, dato che del secondo non parlerò, è il seguito di questo altro

http://ec.europa.eu/health/mental_health/docs/mhpact_it.pdf

ovvero del patto europeo nato dalla conferenza europea di alto livello ( si chiama così..) per la salute mentale del 13 giugno 2008.

Già nel 2008 si afferma che “È necessaria una ferma volontà politica per rendere prioritaria la tematica della salute mentale e del benessere. Occorre sviluppare un’azione a livello dell’UE che coinvolga i responsabili delle politiche e le i portatori di interesse, in particolare i settori della salute, dell’istruzione, del sociale, della giustizia, nonché le parti sociali e le organizzazioni della società civile. “

qualche anno più tardi si ribadisce che

Il Piano d’Azione, attento ai bisogni e alle aspirazioni della popolazione residente nella Regione Europea e guidato dai diritti umani fondamentali e dalle esperienze di utenti dei servizi e carer, si ispira a tre valori complementari e alle visioni che ne derivano. (a) Equità: tutti devono avere la possibilità di raggiungere il massimo livello possibile di benessere mentale e di ricevere un’assistenza commisurata alle loro esigenze. Occorre contrastare qualsiasi forma di discriminazione, pregiudizio o negligenza che impedisce alle persone con problemi di salute mentale di godere appieno dei loro diritti e di accedere equamente alle cure. (b) Empowerment: tutte le persone affette da problemi di salute mentale hanno il diritto, in qualsiasi fase della loro vita, di essere autonomi, di assumersi responsabilità e intervenire nelle decisioni che influiscono sulla loro vita, salute mentale e benessere. (c) Sicurezza ed efficacia: le persone possono avere fiducia nella sicurezza e nell’efficacia di tutte le azioni e gli interventi mirati alla salute mentale della popolazione o al benessere delle persone affette da problemi di salute mentale.

Anche se si riconosce che i processi di deistituzionalizzazione sono andati a rilento e che sarebbe “ raccomandabile” il superamento dei processi di marginalizzazione conseguente alla istituzionalizzazione manicomiale.

Credo che ciascuno che per scelta o per sbaglio si troverà a leggere queste righe avrà volontà e capacità di andare a vedersi in particola il piano europeo piu' recente e di farsene una opinione . Voglio solo condividere qualche domanda…

Ma chi scrive queste cose che informazioni ha sulla realtà?

Quando si dice che la priorità della salute mentale deve essere garantita qualcuno di coloro che ha steso il piano ha una qualche minima idea di come funzionano le cose in paesi come il nostro in cui , purtroppo , garantire priorità standard e risorse è diventata una affermazione da generatore di piani sanitari e basta?

C'è qualche policy maker nell'ambito della salute e di quella mentale in particolare che è tenuto a dimostrare di avere in considerazione queste linee ? O si tratta di una  trattazione astratta  sul  dover essere (dettagliato nella  definizione degli obbiettivi e delle azioni ) destinato solo poi ad alimentare polemiche ? E gli psichiatri hanno una formazione e una cultura che permettano loro di discutere e interpretare tutte le affermazioni e le articolazioni di una linea di indirizzo che dovrebbe essere basilare non solo per la organizzazione ma anche per il comportamento nei servizi ? Questi documenti si leggono nelle scuole di specializzazione in psichiatria e nelle Università?

Siamo sempre li'.. dove sta la consapevolezza, la rappresentazione trasparente di quello che stiamo facendo. Ma quali sono le strategie perché possa essere recuperata una minima priorità della salute mentale nelle politiche sanitarie ? Si sta muovendo qualcosa nei pregiudizi delle persone e dei decisori che sono causa di un cosi' importante stigma per i disturbi mentali ?

l piani, verosimilmente , non sono e non possono essere il “paese delle meraviglie”. Gli utenti, le loro famiglie , gli operatori , gli psichiatri , mi auguro, non possono essere Alice.

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