Percorso: Home 9 Epistemologia e storia 9 Il razzismo fascista di Giuseppe Omarini

Il razzismo fascista di Giuseppe Omarini

1 Giu 18

A cura di Luigi Benevelli


 

Il 15 luglio 1938 il Giornale d’Italia pubblicava il Manifesto degli scienziati razzisti, il documento di fondazione della politica razzista fascista. Al Manifesto seguì la legislazione razzista vera e propria. Ai primi dieci firmatari (Sabato Visco, Lino Businco, Lidio Cipriani, Arturo Donaggio, Leone Franzì, Guido Landra, Nicola Pende, Marcello Ricci, Franco Savorgnan, Edoardo Zavattari) seguirono 340 firme di intellettuali, giuristi, medici, filosofi, psicologi, uomini politici.  
Fra di essi anche Giuseppe Omarini, giornalista, fiorentino, che aveva partecipato alla Marcia su Roma  nel 1922. Apparteneva alla corrente “nazionalista” che ebbe un ruolo molto importante nella elaborazione delle politiche del regime mussoliniano. Nel 1939 uscì per i tipi dell’editore Vallecchi il suo libro intitolato Razzismo fascista da cui sono tratte le citazioni che seguono:
  • I punti fondamentali: gli uomini non sono uguali; ciascuna razza ha la sua peculiarità, caratteri, potenza e virtù; tali caratteri  si perdono con l’incrocio e devono essere quindi preservati. (p. 17)
  • Quattro grandi gruppi umani – il nero, il giallo, il semita, l’ariano- dimostrano una profonda diversità segnata da caratteristiche proprie a ciascuno di essi, connaturate al sangue; tali caratteri non sono soltanto somatici ma psichici, imprimono ai diversi gruppi un sigillo inconfondibile e, apparendo fin da quando vi è memoria storica, permangono con stabilità. Pertanto, […] tali gruppi rappresentano veramente, e in tutto il significato della parola, delle razze e dimostrano le differenze di razza reali ed efficaci non soloo agli effetti biologici, ma anche, e forse più, agli effetti psichici-spirituali-storici.
Queste razze si caratterizzano come segue:
  1. La negra: livello inferiore, assoluta inettitudine alla civiltà, assenza di capacità creatrice, capacità d’organizzazione sociale embrionale, arte infantile, brutalità;
  2. La gialla: alto livello di civiltà ed attitudine all’organizzazione sociale ma incapacità a creare nuove forme originali, incapacità a influenzare altre razze, staticismo, senso attenuato della personalità e scarso senso del valore della vita, attitudine alla conquista ma incapacità al dominio;
  3. Semiti (arabi ed ebrei): alto livello di civiltà, ma attenuata capacità alla creazione (nell’ebreo attitudine a rielaborare la creazione altri), nomadismo e conseguente assenza di senso politico, persuasione di una missione divina da adempiere prevalendo sugli altri popoli, inclinazione a chiudere la vita entro norme fisse, attitudine alla conquista (negli arabi solo) ma non al dominio;
  4. Ariani: senso politico e civile. Spirito creativo; altissima coscienza della personalità e del diritto, dinamismo, attitudine a conquistare e a dominare influendo profondamente sui popoli soggetti. […]
  • Mi sia concesso di rilevare il carattere antiariano del comunismo (e, in fondo, di ogni forma di socialismo) che si fonda appunto su motivi opposti a questi che abbiamo or ora considerati: il livellamento, l’annullamento della personalità nella collettività, dell’individuo nella specie, l’anticonquista e l’antidominio, l’arresto del divenire in uno schema rigido e fisso di vita. Quest’osservazione acquista un singolare significato se si considera che le ideologie socialiste e comuniste hanno trovato caldi apostoli fra semiti ebrei ed il terreno più propizio a tentare il loro esperimento fra quei popoli che trovano sede ai margini delle terre abitate dagli ariani ed hanno avuto nei tempi i più frequenti contatti con popoli non ariani. Infatti tale realtà- mentre illumina un nuovo aspetto del comunismo ed apre su di esso nuovi punti di vista dai quali il suo carattere antieuropeo appare con nuovo e maggior rilievo- conferma ancora una volta il valore del fatto razza.(pp. 57-59 passim).
 
Omarini polemizza poi con Sergi (1841-1936), l’antropologo che, sulla base dei dati raccolti dalla misurazione dei crani e dallo studio delle palafitte, aveva  affermato l’esistenza di una unica grande razza mediterranea che, avrebbe dato vita prima alle civiltà africane antiche e, successivamente, invadendo l’Europa fino alle Isole Britanniche, alle civiltà ellenica, romana e a quella moderna.

 

Loading

Autore

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Caffè & Psichiatria

Ogni mattina alle 8 e 30, in collaborazione con la Società Italiana di Psichiatria in diretta sul Canale Tematico YouTube di Psychiatry on line Italia