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Il Disturbo da Diffusione Patologica dell’Attenzione: una nuova entità psicopatologica dell’Era Digitale?

24 Giu 18

A cura di Valerio Rosso

Negli ultimi anni diversi autori stanno provando ad ipotizzare le conseguenze che le caratteristiche della nostra società contemporanea, basata sul digital, sulla costante richiesta di aumento delle performance cognitive e sull'accelerazione del nostro stile di vita, potranno avere sulla mente degli esseri umani.

Quando si parla del Disturbo da Diffusione Patologica dell’Attenzione, definito anche come DDPA, ci si riferisce ad una nuova potenziale entità psicopatologica caratterizzata da un eccessivo ingaggio dell’attenzione in plurime attività che sequestrano il potenziale cognitivo della mente. Questo sequestro del nostro potenziale cognitivo può produrre diversi sintomi quali:

  • superficialità decisionale
  • disturbi della memoria
  • alterazioni affettive
  • diminuzione delle competenze relazionali
  • alterazioni del ritmo sonno veglia

Le ipotesi  teoriche che hanno portato alla definizione di questo possibile nuovo disturbo della nostra mente vanno attribuite a due principali autori: Adam Gazzaley, un neuroscienziato americano autore del libro "The Distracted Mind", e a Yuval Noah Harari, il famoso storico e saggista israeliano autore del famosissimo "Homus Deus".

Oltre all'attuale stile di vita iper-accelerato e che richiede performance intellettive sempre maggiori, l'attuale diffusione degli smartphone, del web e dei social media sembra aver dato il "colpo di grazia" al nostro capitale attentivo: l'incapacità crescente a focalizzare e a mantenere la nostra attenzione in un determinato task rappresenta, evidentemente, un danno generale al nostro potenziale cognitivo.

Per approfondire questo tema vi consiglio due articoli sul mio blog:

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