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IN MEMORIA DI MARCELLO NARDINI di Nicola Ardito

13 Feb 19

A cura di ct

Il giorno 11 Febbraio è venuto a mancare all’affetto dei suoi cari Familiari e Allievi il Professor Marcello Nardini. È difficile descrivere “a caldo" le sensazioni che si provano nella perdita di quello che per me (e per tanti altri suoi Allievi) è stato un Mentore e un Maestro. Neuroscienziato e Psichiatra purissimo, non ha mai disdegnato, nonostante le influenze nord- americane e Evidence – Based, un dialogo proficuo e profondo con la psicopatologia di natura filosofica e fenomenologica che tante radici ha nelle Sue terre d'origine, la Toscana per l'appunto. Sempre assertore di una vivace Koiné di saperi ed esperienze il Professore aveva dedicato gran parte del suo lavoro clinico ed epistemologico all’integrazione con la scuola di impostazione fenomenologica e costruttivista (IPRA) che ha permesso a tanti suoi Allievi (psichiatri, psicologi e psicopatologi) di uscire dalla mera formazione organicista ed epidemiologica della psichiatria kraepeliniana e neo- kraepeliniana.
Il mio cammino di “homo viator" si intreccia con quello del Professore a partire dal 2008 in poi, ma più specificatamente dal 2010-11 quando mi ha sempre sapientemente consigliato nonostante la mia irrevocabile decisione di svolgere l'ultimo anno di formazione specialistica a Chieti sotto la supervisione del professor Filippo Maria Ferro. Gli scambi col professor Nardini erano sempre improntati ad un profondo rispetto umano e ad una placida ma ferma bonarietá con cui conteneva le mie fiammate e i miei dissapori verso chicchessia. Era un uomo dell’animo nobile ed umile, profondamente curioso, con cui si poteva discettare di tutto e che stranamente- a differenza di altri- sopportava certe “astruserie filosofico- epistemologiche" di me fenomenologo in statu nascendi.
A me, viandante e ramingo per nascita e per scelta, il Professore ha perennemente regalato una famiglia e un rifugio contro la stanchezza e le intemperie della vita. Quelle volte in cui ci si incontrava si parlava ben poco di Neuroscienze quanto di vissuti, di percezioni, di esperienze, di “Persone". Egli, inoltre, insieme al professor Margari, mi aveva affidato, in un fantastico e oneroso gioco del “medice, cura te ipsum" la supervisione dei gruppi di mutuo- auto- aiuto dei bipolari pugliesi, cosa che sono riuscito a realizzare in parte e solo per via telematica per il nomadismo della mia vita professionale.
In ultimo vanno menzionati i prestigiosi incarichi e onori da Presidente nell'EDA onlus (società che si occupa di utenti con depressione maggiore) e la SITD (Società Italiana delle Tossicodipendenze) che denotavano uno Spirito e un ‘Anima mai rinchiusa negli steccati e aperta anche e soprattutto ad ogni tipo di marginalità e alteritá senza snobismo o supponenza.
In generale, era un “positivista" e “organicista" anomalo che fra le altre cose di psicopatologia ho imparato a conoscere umanamente e attraverso articoli scritti in passato col prof. Rossi Monti nella comprensione dell'entitâ della psicosi e della terza via fra la Sindrome Affettiva Bipolare e la Psicosi Schizofrenica (il c.d. Disturbo Schizoaffettivo).
Grazie Professore e Maestroper la mano tesami fino all'ultimo alla ricerca della comprensione e della guarigione del grande Mistero della sofferenza mentale.

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