Tra i 30 esperti che la Ministra Grillo ha recentemente designato al Consiglio Superiore della Sanità c'è Fabrizio Starace, psichiatra napoletano trapiantato a Modena, dove è da circa 10 anni Capo Dipartimento della Salute Mentale e Dipendenze Patologiche. Accanto a una lunga esperienza presso istituti di ricerca nazionali e internazionali, tra cui l'Organizzazione Mondiale della Sanità e il Royal Free Hospital di Londra, ha sviluppato i temi dell'innovazione organizzativa e gestionale nel sistema di cura per la salute mentale ed oggi viene considerato uno dei maggiori esperti italiani di management applicato alla psichiatria territoriale, ai servizi di neuropsichiatria infantile, ai Sert.
Psychiatry on line Italia: Caro Fabrizio, prima di tutto congratulazioni sentite e sincere per la fresca nomina. Che ci fa uno psichiatra al Consiglio Superiore di Sanità? O meglio ancora cosa può fare da lì per la psichiatria italiana?
Fabrizio Starace: Spero di corrispondere alle aspettative, davvero enormi visto il lungo periodo in cui la salute mentale è stata relegata a un ruolo secondario nel panorama della sanità pubblica italiana. Spero anche di essere all'altezza dei colleghi che nelle scorse consiliature hanno rappresentato la psichiatria. Non sarà un compito facile, ma intendo affrontarlo in modo ampio e condiviso, ad esempio avvalendomi largamente della possibilità di coinvolgere, su specifiche aree tematiche, professionisti esperti.
Psychiatry on line Italia: In genere al CSS accedono Cattedratici. Come ti spieghi e che valenza può avere la scelta di un medico come te che opera da sempre sul territorio all’interno del CSS?
Fabrizio Starace: Non credo sia utile differenziare quanti mettono a disposizione il proprio bagaglio di competenze per la sanità pubblica sulla base dell'appartenenza al mondo universitario piuttosto che al sistema sanitario nazionale. L'università offre un contributo decisivo allo sviluppo e alla manutenzione delle conoscenze necessarie per svolgere al meglio il proprio ruolo assistenziale, ed è a pieno titolo coinvolta nella gestione diretta di funzioni assistenziali indispensabili per il buon funzionamento del SSN. Ritengo che la mia designazione al CSS costituisca un segnale di attenzione al sistema di cura per la salute mentale, agli sforzi condotti nel nostro Paese dalla Riforma del 1978 in poi per dimostrare concretamente che un modo diverso di fare salute mentale – senza Ospedali Psichiatrici, neanche più quelli per gli autori di reato, con i più bassi numeri di posti letto ospedalieri e di trattamenti coercitivi – è possibile, e che tutto questo va rafforzato e non dato per scontato. D'altro canto nel mio iter professionale vi sono studi e ricerche, attività condotte presso organismi internazionali, pubblicazioni scientifiche, ma soprattutto cose concrete fatte per migliorare il sistema di cura cui le persone si rivolgono. Non ha senso, a mio avviso, perseguire l'eccellenza se questa non si traduce in un beneficio tangibile e duraturo per le persone con sofferenza psichica e per i loro familiari.
Psychiatry on line Italia: Vi sono molti problemi aperti nella psichiatria italiana. Proviamo ad esaminarli nell’ottica ovviamente ANCHE di ciò che potrai fare come membro del CSS: il primo tema è la disparità di qualità dei servizi offerti tra le differenti zone di Italia. Come te lo spieghi? Cosa si può fare?
Fabrizio Starace: Le disuguaglianze sia quantitative che qualitative dei Servizi sono uno dei primi temi da affrontare. La Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica, che presiedo, ha dedicato grande attenzione a questo problema, documentando disparità intollerabili sul territorio nazionale. Rispetto al passato oggi abbiamo un grande vantaggio: possediamo dati di confronto, quelli del sistema informativo salute mentale, che ci consentono di evidenziare, come SIEP ha fatto, i punti di forza e le criticità di ogni sistema regionale. In futuro occorrerà dare adeguato risalto alla salute mentale territoriale nei principali sistemi di valutazione della qualità del SSN – penso ad esempio alla Griglia LEA – mediante l'inclusione di un pool di indicatori di struttura, processo ed esito. Verificare le performance dei Dipartimenti di Salute Mentale ed orientare le attività di management sulla base di dati non opinabili è una assoluta priorità del nostro SSN.
Psychiatry on line Italia: Il secondo è il tema delle patologie sempre più presenti anche a causa dell’uso di sostanze nell’adolescenza. In una terra di mezzo dove spesso il paziente è palleggiato tra servizi materno infantili e servizi per gli adulti.
Fabrizio Starace: In effetti si ha spesso l'impressione che siano sempre più rari i quadri psicopatologici ben definiti che abbiamo studiato all'università, quadri che erano almeno in parte il prodotto iatrogeno dell'istituzionalizzazione nei grandi ospedali psichiatrici, e che sia sempre più frequente la commistione tra aspetti di personalità, vulnerabilità sociali, uso di sostanze. Di fronte a queste nuove manifestazioni del disagio psichico è antistorico (e inefficace) immaginare risposte che replichino la separatezza delle discipline e dei saperi: psichiatria, medicina delle dipendenze, neuropsichiatria infantile; i Servizi devono pertanto prevedere forme organizzative integrate, con un forte radicamento territoriale, un saldo rapporto con le politiche di welfare locale, e con una leadership che sintetizzi le diverse competenze professionali con quelle gestionali.
Psychiatry on line Italia: Il terzo è il tema del rapporto con le famiglie e coi care givers dove la sensazione di “abbandono” è spesso avvertita. Cosa si può fare? Come diffondere le buone pratiche?
Fabrizio Starace: Occorre estendere alcune buone prassi, come i comitati misti dove utenti, familiari e operatori si ritrovano a cadenza regolare per discutere del funzionamento del sistema di cura, delle criticità da superare, delle proposte operative da realizzare; alcune Regioni li hanno finanche regolamentati, considerandoli organismi propri del buon funzionamento dei Dipartimenti. Nel DSMDP di Modena, oltre alla convocazione regolare di questo comitato, abbiamo introdotto la partecipazione di rappresentanti di familiari e utenti in riunioni di equipe dedicate, e più recentemente la presenza di utenti esperti – persone che hanno attraversato il problema della malattia mentale e che oggi, dopo un percorso di recupero e formazione, mettono a disposizione degli altri esperienza e sensibilità – alle attività delle equipe stesse.
Psychiatry on line Italia: Il quarto tema è il rapporto tra il pubblico e il privato convenzionato. Personalmente credo sia soprattutto una questione di controlli efficaci e di protocolli condivisi che ne pensi?
Fabrizio Starace: Sono convinto che non abbiano senso le guerre di religione tra un pubblico nobile ed un privato che pensa solo al profitto. Quando in una Regione, o in un DSM le cose non funzionano le responsabilità sono da ambo le parti. Ciò che va ribadito è il messaggio sui principi che ispirano il nostro agire: su quelli non vi possono essere fraintendimenti. Poi ciascuno agisce secondo norma e responsabilità. I controlli sono necessari, ma è più importante la condivisione dei principi di fondo.
Psychiatry on line Italia: Il quinto e ultimo tema è la questione sul tappeto dell’agenda politica delle autonomie regionali molto spinte in materia di Sanità. Vorrei il tuo parere al riguardo
Fabrizio Starace: Il federalismo sanitario, nel senso di un'autonomia organizzativa che ha condotto a 20 sistemi sanitari regionali, è già una realtà di fatto, solo marginalmente modificata dai rimedi sinora adottati, destinati unicamente al rientro dal disavanzo economico. Io credo che la vera questione sia il rientro dal disavanzo di diritti, che si aggrava giorno dopo giorno nel nostro Paese, e come rendere operativa la previsione dell'art. 120 della Costituzione, laddove considera la possibilità di un intervento sostitutivo del Governo centrale rispetto alle inadempienze di Regioni o Enti Locali "quando lo richiedono la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali…". Il lavoro dovrà necessariamente partire dalla definizione – mai avvenuta sinora – dei livelli essenziali delle prestazioni.
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