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Bambini illegittimi come selvaggi ( e selvaggi come bambini illegittimi)

1 Mag 20

A cura di Luigi Benevelli

 

Enrico Ferri nel suo trattato Sociologia criminale (1892,vol. II, pag. 487) scriveva:
“La legge universale di evoluzione ci mostra che il progresso di ogni specie vivente si deve  ad una continua selezione operata con la morte  dei meno atti alla lotta per l’esistenza, selezione che nell’umanità, e del resto, embrionalmente, anche fra gli animali, come si fa naturalmente,  si può anche fare in omaggio alle leggi della vita artificialmente. Sarebbe quindi conforme, non solo al diritto ma alle leggi naturali, alla selezione artificiale, l’estirpare dal seno della società gli elementi nocivi, gli individui antisociali, non assimilabili, deleterii”.
Egli si appellava cioè alla necessità e al dovere da parte di uno Stato moderno di severe politiche di “difesa sociale”, a partire dalla prevenzione, ossia dalla individuazione precoce dei soggetti a rischio.  Fra i soggetti a rischio furono studiati gli “esposti” ossia le nate e i nati da relazioni irregolari, non riconosciute/i dai padri e affidate/i dalle madri alla Pubblica Assistenza.
Andrea Cristiani, psichiatra che operava nel manicomio di Fregonaia (Lucca), pubblicò nel 1892 nell’Archivio di psichiatria, scienze penali e antropologia criminale  i risultati dell’indagine condotta su 150 “illegittimi alienati” accolti nel manicomio nel ventennio precedente. Queste le sue osservazioni:
“Gli esposti si comportano nella stessa maniera dei nati legittimamente quanto alla eziologia delle frenopatie, cioè cause fisiche, morali, miste ecc. Così ho notato presso a poco gli stessi fatti tanto negli esposti quanto nei legittimi riguardo all’influenza della sensibilità meteorica nello sviluppo della pazzia, e riguardo all’influenza dell’età, dello stato civile e della forma di alienazione mentale nei suoi esiti (guarigione, miglioramento, morte, passaggio alla cronicità) e nella durata delle forme guaribili e sulle cause di morte”.
Da tale notazione conseguivano il suo appellarsi al criterio della degenerazione come causa delle malattie mentali e l’elencazione delle seguenti conclusioni:
  1. Gli esposti sono più inclini alla pazzia
  2. In essi, al contrario dei figli legali, prevalgono di gran lunga le degenerazioni psichiche sulle psiconevrosi
  3. Gli esposti hanno minor esito di guarir dalla pazzia e muoiono prima dei figli legittimi
  4. Gli illegittimi pazzi hanno un grado di sviluppo intellettuale minore che negli alienati legittimi: ciò che in parte dà ragione della maggiore frequenza delle alienazioni mentali in genere e delle forme psicopatiche degenerative in specie fra gli esposti.
In sostanza, l’illegittimo in quanto nato da genitori portatori di tare ereditarie e in quanto cresciuto in condizioni di forte deprivazione fuori dalla famiglia “regolare”, era per se stesso espressione di uno sviluppo anormale.
Così Cristiani argomentava:
“Riandando un po’ l’evoluzione psicofisica degli esposti, si troverebbe nell’influenza ereditaria dei loro genitori, i quali possono ben dirsi addirittura degenerati, o per lo meno ottusi di senso morale e che sono inoltre tristemente segnati dalle  malattie veneree, nelle condizioni anormali di concepimento, di gravidanza, parto, ecc. degli esposti, le quali sono rappresentate dall’ansia, dalla trepidazione, rimorso, non tanto di fronte agli illeciti amplessi quanto più poi per nascondere il frutto di questi riprovevoli amori, sul quale talora vengono fatti i più svariati tentativi di aborto, o d’infanticidio, ed infine, nel triste ambiente psico-fisico in cui l’esposto è condannato a vivere, si troverebbe, ripeto, la spiegazione della degenerazioni fisica e psichica degli illegittimi, di cui si comprende in tal modo, la grande facilità, come alla delinquenza, alle alienazioni mentali, specie alle forme più gravi di queste, quali sono appunto le degenerative, come l’epilessia e l’imbecillismo, e si comprende inoltre la scarsità delle guarigioni, la frequenza delle recidive e delle morti dei pazzi illegittimi”.
Impostata in tali termine la questione, il medico alienista e il criminologo assumevano evidentemente un ruolo centrale, a partire dal fatto che avevano a disposizione una grande quantità  di soggetti anormali da osservare, studiare. È per questo che Cesare Lombroso poteva, autorevolmente, scrivere ne L’uomo delinquente (1871):
Noi abbiamo veduto come molti dei caratteri che presentano gli uomini selvaggi, le razze colorate, ricorrono spessissimo nei delinquenti nati. Tali sarebbero: la scarsezza dei peli, la poca capacità cranica, la fronte sfuggente, i seni frontali molto sviluppati, la frequenza maggiore delle ossa wormiane, specie epactali, la sinostosi precoce, specie frontale, la salienza della linea arcuata del temporale.
E ancora:
lo sviluppo enorme  delle mandibole e degli zigomi, il prognatismo, l’obliquità delle orbite, la pelle più scura, il più folto e arricciato capillizio, le orecchie voluminose, l’appendice lemuriana, le anomalie dell’orecchio, l’aumento del volume delle ossa facciali, il diastema dentario, la grande agilità, la ottusità tattile e dolorifica, la buona acuità visiva, la disvulnerabilità, la ottusità degli affetti, la precocità ai piaceri venerei e al vino, e la passione esagerata per essi.
De Sarlo, sempre a proposito dei piccoli “corrigendi”, in un testo del 1892 affermava che:
In questa tipologia di bambini si possono incontrare tutti quei sentimenti primitivi che li rendono, appunto, simili ai selvaggi: un certo spirito di associazione che li porta riunirsi per formare combriccole e complotti, l’appagamento delle proprie voglie, il bisogno di dominare, la smania di usare prepotenze.
Buon 1° Maggio!!!
                                    

P.S. le citazioni sono tratte dal libro di Gianluca Giachery, Idioti, reietti delinquenti- pedagogia. Medicina e diritto tra Otto e Novecento, Ibis, Como, 2010, pp. 173-179, passim.

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