L'intero Convegno verrà trasmesso in diretta streaming
sul Canale Tematico YouTube di Psychiatry on line Italia
Saranno cinque giorni di studio e di confronto sul tema della cura dell’uomo e del modo in cui essa è interdipendente alla cura e alla bellezza dell’ambiente in cui vive. Ambiente inteso sia come contesto fisico entro cui si snoda la cura, sia come atmosfera terapeutica necessaria al benessere psicologico, ma anche come metafora della vita che necessita nel suo svolgersi di bellezza e attenzione del luogo che abita.
Gli uditori saranno coinvolti in un vero e proprio percorso tra le isole della laguna veneta, un viaggio che dallo spazio interiore dell’uomo arriva a interrogarsi sull’ambiente, inteso anche come madre terra generatrice di vita quale luogo d’origine della storia collettiva e personale che intreccia nei suoi diversi paesaggi le varie possibilità di vita.
L’attenzione alla Natura si declina nell’attenzione alla Natura Umana in ogni sua singolarità in ogni suo modo di rappresentarsi, in ogni forma originale, bizzarra, patologica, deviante o “normale”. Queste giornate oscilleranno dall’individuale all’universale, dall’Uomo alla Natura e i relatori, grazie ai loro contributi, cercheranno di stimolare pensieri e riflessioni nell’intrecciarsi delle questioni. Il tema della bellezza della natura e della necessità di preservarne le sue caratteristiche richiama fortemente la stessa necessità di preservare la natura umana in tutte le sue forme, forme anche devianti o patologiche, ricercando la ricchezza di quel particolare modo di stare nel mondo. La sofferenza psichica, la malattia, alterano la natura della persona stessa che fatica a riconoscersi nel suo cambiamento. La cura rappresenta il tentativo di ritrovare un nuovo equilibrio dentro una sofferenza che modifica il “paesaggio” di quella vita.
I primi due giorni del Festival saranno curati dell’Associazione Imaginalis in collaborazione con la Casa editrice Moretti&Vitali, i quali si propongono di fondere nella divulgazione intorno ai temi della mente e della coscienza, spazi espressivi e momenti di approfondimento culturale. Queste due giornate saranno dedicate al sogno osservato da un punto di vista psicoanalitico e filosofico oltre che artistico e alla coscienza, agli stati modificati di coscienza, trance, esperienze e terapie psichedeliche nella tradizione e nella clinica moderna con riferimento al regno vegetale come partecipativo nella relazione uomo-ambiente. Non mancherà un approfondimento sull’ipnosi e sulla terapia con l’ipnosi.
Nei giorni seguenti, a cura della Fondazione Emilia Bosis, si cercherà, attraverso diversi linguaggi, dall’arte alla clinica, di dare vita a nuove forme del possibile e dell’immaginario per descrivere la vita e per portare all’attenzione il delicato tema della salute dell’uomo e del pianeta.
Programma
Mercoledì 15 giugno
Conduce l’editore Enrico Moretti
Ore 15.00 -15.40 con dibattito
Gustavo Rol: La magia come espressione potenziale della relazione fra realtà e psiche
Andrea Calvi
La cura psicologica, nella pratica, tende quasi sempre a smarcarsi dalle teorie che l’hanno postulata; essa è fatta perlopiù di relazione umana, di incontro fra soggettività e di risonanze emotive. In alcuni casi tale tipologia di incontro espone ad esperienze enigmatiche, spesso di forte impatto emotivo, che inducono ad interrogare la struttura stessa del cosiddetto “reale”. C.G. Jung ha, per così dire, fondato la sua teoria psicologica a partire dall’osservazione e dallo studio dell’espressività psichica, che nelle sue forme collettive si esprime attraverso le religioni, le filosofie, l’arte o i fenomeni occulti. Da questo punto di vista la vita e l’esperienza di un mago come G. Rol può interessare anche chi si occupa di clinica psicologica: attraverso la narrazione di chi ha partecipato ai suoi esperimenti possiamo infatti trovare interessanti spunti per dare una forma ulteriore al complesso tema del rapporto fra psiche e materia. Attraverso gli esperimenti del mago torinese possiamo trovare infatti interessanti rimandi ai rapporti non causali fra pensiero e realtà, utili per continuare ad immaginare l’incontro fra soggettività.
Andrea Calvi, psicoterapeuta, analista junghiano, socio didatta dell’Associazione ARPA di Torino, membro IAAP, docente di Psicologia della religione presso la Facoltà di Psicologia dell’Istituto Universitario Salesiano Torino Rebaudengo, docente presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia IPAP (Istituto di Psicologia Analitica e Psicodramma), membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione FeNaCoPsi (Federazione Nazionale Comunità ad orientamento Psicoanalitico), presidente Associazione Tiarè, servizi per la salute mentale. Ha pubblicato: Quel che resta di Dio, forme del Sacro nella cultura contemporanea e nella clinica, Bergamo, Moretti & Vitali, 2019, e La via labirintica: percorsi iniziatici nel mito, nel rito e nella clinica psicoanalitica, Bergamo, Moretti & Vitali, 2021.
Ore 16.00 -16.40 con dibattito
Il sogno, la follia e l’estasi
Carla Stroppa
Se cede lo sbarramento dell’Io la ragione perde il suo orientamento? Può darsi. Allora la follia trova un varco per infiltrarsi nella coscienza e con lei i suoi fantasmi deliranti. Ma può anche darsi che quel varco la apra ad una visione più ampia ed inclusiva: la coscienza si dilata e non teme più l’Oltre che la sconcertava. Riconosce in sé, a monte di sé, quella originaria sapienza che precede l’argomentazione e il dibattito e appartiene alla visione dell’invisibile, all’estasi della percezione del Tutto. Una lunga e trasversale tradizione di esperienza e di spirito è lì a testimoniare questo doppio approdo degli stati alterati di coscienza. La linea di confine tra follia e sacra percezione dell’unità tra micro e macrocosmo è fragile e sempre reversibile; occorre intercettare la via di mezzo.
Carla Stroppa, scrittrice, psicologa, psicoterapeuta e psicoanalista dell’ARPA (Associazione ricerca in psicologia analitica) e membro della IAAP (International Associaton of Analytycal Psycology). È stata docente di Teorie e tecniche della psicologia analitica presso la Scuola superiore di Psicologia della salute dell’Università di Torino. È responsabile del settore psicoanalitico della casa editrice Moretti e Vitali. È autrice di numerosi saggi pubblicati in riviste e libri collettanei; si è segnalata in particolare con i seguenti libri tutti pubblicati da Moretti e Vitali: La luce oltre la porta (2007), Il satiro e la luna blù (2009), Fantasmi all’opera (2013), Il doppio sguardo di Sophia (2016), Sulla soglia di casa (2019), Gli spostati (2020).
Ore 17.00 – 17.20 pausa
Ore 17.30 – 18.10 con dibattito
Rabdomantiche deambulazioni attraversano gli incerti confini
tra follia, genialità e Brut Art.
Monica Manfredi
“Molta follia è saggezza divina /per chi è in grado di capire/–Molta saggezza – pura follia –/Ma è la maggioranza/in questo, in tutto, che prevale/Conformati: sarai sano di mente /Obietta: sarai pazzo da legare/immediatamente pericoloso e presto incatenato.” E.Dickinson
Evocate da questa lirica della poetessa americana, si svilupperanno trame e risonanze che, a partire dalla produzione ( pittorica, poetica, scultorea) di alcune artiste della BRUT ART, cercheranno antidoti contro la stigmatizzazione delle cosiddette “folli”, perché lo Spirito della creatività non fa differenza fra “normali” e “pazzi” quando vuole esprimere la propria profonda natura.
Monica Manfredi, medico chirurgo, specialista in Ginecologia ed Ostetricia, con Master in Sessuologia, psicoterapeuta gruppoanalista, analista junghiano, socio Arpa sede di Torino, socio IAPP, docente alla Scuola di Psicoterapia dell’ IPAP, membro del Comitato di Redazione della rivista L’Ombra, tracce e percorsi a partire da Jung. Da più di trent’anni, ormai, si occupa clinicamente, e attraverso appassionate e continue ricerche, dell’universo psicologico, con particolare focus sul femminile, in tutte le sue sfumature e sfaccettature: fisiche, sessuali, psicologiche, storiche e mitiche.
Ore 18.30-19.10 con dibattito
Tra le crepe del Paradiso. Quando le certezze crollano e il cielo resta senza gli dèi
Roberto Caracci
La follia e la mania alimentano già le domande dell’infanzia, soprattutto quelle inerenti alla permanenza della verità come certezza e al bene eterno come amore, ed alla bellezza che non si dissipa. Le esperienze della maturità si incaricano di fornici risposte sommarie a tali domande, soprattutto a quelle sul senso finale di ogni cosa. Ma le risposte della maturità rischiano di impantanarci nello scetticismo della ragione che svuota di significato ogni fantasia, ogni utopia, ogni illusione. E il Paradiso delle domande che aprono all’oltrepassamento della morte, in vista dell’eterno in noi, subisce le sue crepe precoci, annunciando le eclissi progressive di ogni visionaria infanzia rimossa.
Roberto Caracci narratore e saggista, si occupa di filosofia e psicoanalisi. Da oltre 30 anni conduce un noto Cenacolo letterario-filosofico a Milano, il Salotto Caracci. Ha pubblicato numerosi libri di saggistica e romanzi fra cui: di narrativa Le maschere del senso (2016). La cella della dea (2018), Le crepe del paradiso (2021) e saggi fra cui Epifanie del quotidiano (2010), Le maschere del senso (2016) tutti per Moretti&Vitali e Le radici del silenzio (ATI 2007) Preludi & deliri (Pentagora 2020).
Ore 20.45
Concerto In Cosmo
Emanuele Wiltsch Barberio – live electronics e Gabriele Tai – violoncello
I due musicisti di base a Venezia propongono una performance musicale con elettronica e violoncello, basata sulla moltiplicazione dello strumento classico attraverso il campionamento dal vivo. Un processo di liquefazione e trasformazione del suono che traspone la grammatica classica dello strumento in una dimensione atemporale e magmatica, in cui tutte le timbriche e gli elementi sonori sono generati dal vivo in tempo reale, per presentare estratti dall’album solista di Emanuele Wiltsch Barberio dal titolo “In Cosmo”, la cui uscita è prevista per maggio 2022.
Emanuele Wiltsch Barberio è musicista e performer in attività da oltre 15 anni, autore di progetti musicali e sonori per il teatro, la cinema e le arti visive. Ha collaborato tra gli altri con la compagnia Fanny & Alexander, la cantante Claron McFadden, Zapruder Filmmakersgroup, il violoncellista Michael Reuter, Giorgio Andreotta Calò, Marco Paolini, Ooopopoiooo, esibendosi e producendo per numerosi festival nazionali ed internazionali. Ha recentemente fondato a Venezia lo spazio di produzione “Cosmo” ed è prossimo alla pubblicazione del suo primo album solista.
Gabriele Tai, classe 1995, è violoncellista di formazione classica che ha studiato nei conservatori di Milano, Gallarate e Venezia, dove si sta perfezionando sotto la guida del maestro Angelo Zanin. Ha esperienza concertistica in ambito orchestrale e cameristico. Ha suonato per diversi festival e nei maggiori teatri italiani e cinesi con l’Orchestra Giovanile Italiana e l’Orchestra Filarmonica di Sanremo.
Giovedì 16 giugno
Conduce lo psicologo psicoterapeuta Mario Ganz
Ore 9.30 – 12.30
Nodi archetipici: Sogni e Visioni
Marco Gay con Anna Periz
Laboratorio esperienziale (a numero chiuso per partecipazione attiva, ma con possibilità di assistere come osservatori) in cui si utilizzeranno a partire da sogni dei partecipanti le pratiche di lavoro sul sogno e la possibilità di approccio all’immagine archetipica che sostiene e orienta la coscienza in un dato momento della vita del sognatore. I partecipanti porteranno i loro sogni e il lavoro vedrà un approfondimento immaginativo intorno al tema del sogno e le sue implicazioni trasformative.
Marco Gay, laureato in Filosofia, è psicoterapeuta e analista junghiano. Si è formato a C.G. Jung Institut di Zurigo, dove per sei anni ha lavorato nella Clinica psichiatrica junghiana Zürichberg. È tra i fondatori della rivista La Pratica Analitica ed ha diretto Immediati dintorni; è cofondatore della Scuola psicoterapeutica Li.sta di Milano. Ha fondato l’onlus Metis Africa, nella quale ha messo in opera progetti di cooperazione nell’area Dogon del Mali. È autore de La relazione analitica. Da Asclepio a Don Giovanni (Red, 1998); curatore di Là dove il mito vive (Moretti & Vitali, 2002); curatore con Isolde Schiffermüller de Lo Zarathustra di Nietzsche: C.G. Jung e lo scandalo dell’inconscio (Moretti & Vitali, 2013). Oltre a vari saggi, conferenze, laboratori tra cui l’“immaginazione attivata”, legata alla trance e all’esperienza olotropica di Grof.
Ore 15.00 -15.40 con dibattito
Musica e stati modificati di coscienza: alcune esperienze
Antonello Colimberti
La relazione della musica e più in generale del suono con quelli che oggi vengono denominati STATI MODIFICATI DI COSCIENZA non è certo una novità, anzi si può ben dire che tale relazione è rintracciabile nelle più diverse culture sia dell’antichità sia di interesse etnologico. Forse solo la cultura europea post-rinascimentale se ne è disinteressata, almeno fino a quando nel corso del Novecento sono emersi nuovi movimenti musicali di varia tendenza (minimalismo, soprattutto degli inizi, canto difonico, rock psichedelico e vari altri). In tale ambito alcune esperienze si qualificano come particolarmente interessanti, perché uniscono una competenza antropologica ad una pratica artistica interculturale che porta a collaborare fra musicisti di origine molto diversa. Un esempio fra tutti è quello del duo di improvvisatori inglesi Tom Hodgkinson e Ken Hyder, da anni nel coniugare le pratiche della libera improvvisazione europea con le sonorità centro asiatiche, attraverso la collaborazione con artisti del luogo come il cantante, percussionista e sciamano di Tuva Gendos Chamzyryn.
Antonello Colimberti, giornalista RAI esperto di musica e stati modificati di coscienza e direttore della Società Italiana per lo Studio degli stati di Coscienza che dal 1990 si propone come sede aggregativa e di diffusione delle informazioni che riguardano il vasto e multidisciplinare campo di ricerca sugli stati di coscienza, divulgando attraverso la rivista Altrove i contenuti di questi studi antropologici psicologici e filosofici. Le tematiche affrontate spaziano dalle trance sciamaniche alla neurofisiologia degli stati estatici, dai nuovi movimenti religiosi e filosofici “psichedelici” alla storia del rapporto umano (tradizionale e scientifico) con i vegetali e i composti psicoattivi, dall’etno-botanica alla psicologia dell’estasi.
Ore 16.00 – 16.40 con dibattito
Incontrare l’Altrove: esperire il numinoso nel campo psicoterapico
Andrea Vianello
Il percorso che ci costringe a prendere atto dell’esistenza di una componente non cosciente della mente ha a che vedere con il tema del disturbo, dell’interferenza o del sintomo. La parola inconscio per sua natura ci obbliga a prendere coscienza di qualcosa che sembra, nei suoi tratti distintivi, essere inconoscibile dall’essere umano, ma costantemente esperibile nei nostri sogni, nelle fantasie, nelle paure o nei desideri. Il percorso ha come fine quello di gettare una luce su questi contenuti, analizzandoli da un punto di vista individuale e collettivo, comprendendo come il mito e il simbolo in realtà raccontino questioni profonde e consentano all’uomo di immaginare qualcosa che non ha nel visibile la sua natura: l’inconscio. Ci chiederemo cosa sia la coscienza, quali stati siano possibili, quali meccanismi interferiscano nel nostro quotidiano e come la mente inconscia guidi subliminalmente le nostre scelte, come sia possibile che una “influenza” sempre presente possa non essere percepita come dotata di intenzionalità e quali ostacoli incontri la coscienza nell’affacciarsi a questa dimensione. Metteremo a fuoco quali forze entrano in gioco e per quali motivi queste stesse organizzano l’economia psichica di ognuno di noi in quel profondo e invisibile rapporto che in ogni momento ci accompagna nella relazione che l’essere umano ha con il cosiddetto Inconscio.
Andrea Vianello, è psicologo psicoterapeuta ed ipnologo clinico. È fondatore e presidente dell’Associazione Imaginalis per lo studio e l’approfondimento della psicologia immaginale, è stato vice presidente e fondatore della Associazione Culturale Anadiomene che si é proposta di divulgare e approfondire la psicologia analitica di matrice junghiana. Ha svolto formazione in EMDR nell’ambito della psicotraumatologia ed è socio dell’Accademia italiana di ipnosi clinica rapida. Ha fondato il progetto di psicologia dello sport e del benessere “I Figli di Eracle” che si occupa di preparazione mentale negli sport e nelle competizioni. È formatore in ambito aziendale di comunicazione efficace, team building e negoziazione. Fa parte della Direzione scientifica dell’Associazione Kentauros che propone percorsi di consapevolezza emozionale individuale e di gruppo. Fa parte del Cestudir, Centro Studi per i Diritti Umani del Dipartimento di Filosofia dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Vive e lavora a Mestre.
Ore 17.00- 17.20 pausa
Ore 17.30 -18.10 con dibattito
Controstoria della psichiatria alla luce della psichedelia
Piero Cipriano
Come può essere riletta l’intera storia della psichiatria, che ovviamente si embrica con la storia della psicanalisi e delle varie forme di psicoterapia, alla luce dell’ingresso nella scena sia psicofarmacologica sia psicoterapica, negli anni 50-60, della psichedelia.
Piero Cipriano, (1968), medico psichiatra e psicoterapeuta, di formazione cognitivista ed etnopsichiatrica, ha lavorato in vari Dipartimenti di Salute Mentale d’Italia, dal Friuli alla Campania, e da qualche anno lavora in un SPDC di Roma. Autore di numerosi saggi sull’argomento, con elèuthera ha pubblicato «la trilogia della riluttanza», che comprende, insieme a La fabbrica della cura mentale, anche Il manicomio chimico (2015) e La società dei devianti (2016), oltre a un volume dedicato allo psichiatra che più lo ha influenzato: Basaglia e le metamorfosi della psichiatria (2018).
Ore 18.30 – 19.10 con dibattito
La new wave psichedelica dell’editoria italiana
Federico di Vita
Fino a pochi anni fa le pubblicazioni a tema psichedelico nel panorama editoriale nazionale erano così sporadiche da avvenire a distanza di anni, e per lo più passavano sotto silenzio. Da qualche tempo il panorama è cambiato radicalmente e il discorso culturale e scientifico che ruota attorno alle molecole enteogene ha conquistato sempre più spazio tanto nei cataloghi degli editori, quanto nel dibattito intellettuale. In questo intervento passerò in rassegna quella che dal punto di vista editoriale sembra una piccola “corsa all’oro”, durante la quale diverse case editrici italiane hanno cominciato non solo a pubblicare nuovi testi dedicati all’universo psichedelico ma anche, e meritoriamente, a ritradurre o portare per la prima volta in Italia i grandi classici del genere.
Federico di Vita, è nato a Roma e vive in Toscana. Scrive di cibo, psichedelia e cultura su diverse testate, tra cui Esquire, Vice e L’Indiscreto. È autore del saggio-inchiesta Pazzi scatenati (Tic, 2012) – Premio Speciale nell’ambito del Premio Fiesole 2013; del libro I treni non esplodono. Storie dalla strage di Viareggio (Piano B, 2016); ed è curatore del libro collettivo La scommessa psichedelica (Quodlibet, 2020). Da gennaio 2021 conduce Illuminismo psichedelico, un podcast completamente dedicato alla psichedelia. Su Elle Decor scrive due rubriche: le “Cartoline” e il “Diario di una ristrutturazione”.
Ore 20.45
Spettacolo teatrale “Della stessa sostanza dei sogni” di Matricola Zero
La Tempesta di Shakespeare vive di un forte parallelismo: la vicenda vede Prospero accogliere e assoggettare tutti i personaggi in quest’isola, regno fisico dei suoi poteri esoterici, esattamente come Shakespeare accoglie attori e spettatori a teatro, luogo dove comanda la sua capacità di affabulare.
In questa riscrittura Matricola Zero e il Centro teatrale Da Ponte vogliono approfondire questo parallelismo magico, sviscerando le questioni proprie della realtà che ci circonda: che cosa è reale? Il luogo in cui siamo da quali leggi è controllato? Il mio agire che conseguenze ha su di me, sugli altri e sul mondo circostante?
Il testo del Bardo diventa quindi un punto di partenza per sviluppare una realtà alternativa, esattamente come fece Shakespeare a suo tempo, per disegnare con un tratto sottile quel confine fra reale e immaginario, gioco teatrale e realtà fisica, verità e affabulazione.
Matricola Zero è una compagnia teatrale professionale di Padova formata da dieci attori diplomati presso l’Accademia del Teatro Stabile del Veneto. La compagnia garantisce una proposta ad ampio spettro, adatta ad ogni fascia di pubblico e contraddistinta da un’unica cifra distintiva: l’assoluta originalità.
Venerdì 17 giugno
Ore 9.20-10.10 con dibattito
Sull’interdipendenza e la neurodiversità
Susanna Mati
L’Antropocene è un’èra nella quale la specie umana cambia irrimediabilmente il volto della Terra e determina il concetto stesso di che cos’è natura; un’epoca che vede tutti gli esseri, e il pianeta medesimo, coinvolti in processi globali, siano essi il climate change o le pandemie. Proveremo a pensare questo cambiamento di paradigmi teorici attraverso alcune riflessioni del pensiero orientale (diffuse in misura sempre maggiore anche in molti ambiti occidentali), così come attraverso gli apporti delle neuroscienze e degli studi sulle “altre menti”. Nel primo caso, ci sarà utile il concetto buddhista di interdipendenza tra tutti gli esseri, per riscoprire, nella nostra pratica quotidiana, il beneficio anche mentale della coappartenenza a un unico grande Sé, molto più esteso del nostro piccolo sé egoistico. Nel secondo, vedremo come le neuroscienze, gli studi sul cervello e le reti neurali, comprovano sempre più la similarità della specie umana con gli (altri) animali, e talora anche con le piante, muovendo verso un’estensione delle forme della coscienza, tesa a rispettare la neurodiversità non solamente umana, bensì di tutti gli esseri viventi, comprese entità collettive come gli oceani o le foreste. Questi contributi ci aiuteranno a rimuovere le distinzioni artificiose del pensiero cartesiano e a vedere la natura relazionale della realtà; e, contro l’illusione della separazione e di un’identità fissa e gerarchica, a pensarci come nodi nella rete della vita universale, una rete mutevole e impermanente di esseri e cose, ognuno dei quali deve essere salvaguardato per il beneficio collettivo.
Susanna Mati, filosofa e scrittrice, ha insegnato Estetica per molti anni allo IUAV di Venezia; è stata anche docente presso l’IRPA di Milano; fa parte del gruppo di ricerca internazionale “Hyper-nietzsche” (École Normale Supérieure-CNRS). È autrice del volume Friedrich Nietzsche. Tentativo di labirinto (Feltrinelli 2017). Per Feltrinelli è curatrice di una riedizione delle opere di Nietzsche, della quale sono usciti finora i seguenti volumi: La nascita della tragedia (2015), Così parlò Zarathustra (2017), L’anticristo (2018), Poesie (2109), Al di là del bene e del male (2020), Crepuscolo degli idoli (2021). Per lo stesso editore ha curato F. Hölderlin, Poesie scelte (2010); Novalis, Inni alla notte (2012); Platone, Fedro (2013). Si è occupata inizialmente di studi sul mito, pubblicando per Moretti&Vitali, tra gli altri, Ninfa in labirinto (2006; riediz. 2021); La mela d’oro. Mito e destino (2009); Filosofia della sensibilità. Per un’estetica come pensiero mitologico (2014) e, per il Melangolo, La decisione di Platone. Sulla “condanna dell’arte” (2010). Per Mimesis ha scritto con F. Rella le ricerche su Georges Bataille, filosofo (2007) e Nietzsche: arte e verità (2008). Ha curato inoltre Le Muse di W.F. Otto (Fazi 2005), la Storia dell’erotismo di G. Bataille (Fazi 2006), I miti di Platone di K. Reinhardt (il Melangolo 2015).
Ore 10.30 – 11.10 con dibattito
Il fattore ambientale nel processo di soggettivazione. Umanizzazione e deumanizzazione
Goriano Rugi
La nostra epoca, che dopo Lyotard in molti indicano come post-moderna e che oggi alcuni preferiscono individuare come “iperstoria”, ci sta avviando rapidamente verso un mondo che non conosciamo, l’“infosfera”, un mondo in cui le tecnologie interagiscono con altre tecnologie, rendendo l’essere umano sempre più marginale e meno partecipe dei processi. L’autore si propone quindi di indagare l’importanza del fattore ambientale nel processo di soggettivazione umana, riflettendo sugli elementi di umanizzazione e di disumanizzazione. La ricerca implica quindi una nuova e più comprensiva definizione del fattore ambientale. Il processo evolutivo non può infatti prendere in considerazione solo la specie umana, ma anche la sua nicchia ecologica, come aveva indicato Bateson. L’autore mostra come il fattore ambientale, è entrato solo tardivamente, con Winnicott e Bion, nei processi psicopatologici, e ancora più recentemente nel processo di soggettivazione. Da una parte la bellezza, la cura dell’ambiente, delle cose, ma anche l’ambiente emozionale, l’empatia, che conducono all’umanizzazione e una nuova alleanza uomo natura come scriveva Prigogine. Dall’altra i nuovi media, la globalizzazione, lo sfruttamento dissennato della natura, la riduzione dell’uomo e della natura a oggetti di profitto, gli algoritmi che condizionano il desiderio, la società senza dolore, l’anestesia di massa e il pensiero di massa che portano alla disumanizzazione.
Goriano Rugi, medico, psichiatra, psicoterapeuta, psicoanalista di gruppo, è membro con funzioni di training dell’Istituto Italiano Psicoanalisi di Gruppo. Attualmente svolge attività come libero professionista. È docente presso la scuola di specializzazione dell’Istituto Italiano di Psicoanalisi individuale e di Gruppo di Milano, ove ha ricoperto la carica di Direttore per 4 anni, e presso l’Istituto Europeo per la Ricerca in Psicoterapia Psicoanalitica di Padova. Svolge il ruolo di supervisore clinico in varie comunità e Fondazioni, tra cui la Fondazione E. Bosis di Bergamo. Per anni è stato formatore presso il Servizio Territoriale dell’Ospedale universitario S. Paolo e S. Carlo di Milano.
Ore 11.30 -11.50 pausa
12.00-12.40 con dibattito
L’angolo della psichiatria
Tavola rotonda condotta da Carlo Saffioti
Con Emi Bondi e Moreno De Rossi
Confronto tra le criticità relative ai modelli organizzativi dei Dipartimenti di Salute Mentale di Bergamo e Venezia e alle patologie più frequentemente prese in carico. Verranno illustrate alcune soluzioni innovative che vengono attuate nei due Dipartimenti. Questi aspetti saranno oggetto di dibattito della tavola rotonda.
Emi Bondi, laureata in Medicina e Chirurgia nel 1990 all’Università degli Studi di Pisa, si è specializzata in Psichiatria (Pisa, 1994). È Direttrice del dipartimento di Salute Mentale dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Vicepresidente della Società Italiana di Psichiatria. È responsabile del Coordinamento nazionale degli SPDC. E’ autrice di trenta pubblicazioni scientifiche di cui sette su importanti riviste internazionali.
Moreno De Rossi, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale – Azienda Ulss 3 Serenissima di Venezia. Formatosi presso l’Università degli Studi di Verona ha ricoperto numerosi incarichi di direzione in vari Dipartimenti di Salute Mentale. Autore e coautore di numerose pubblicazioni in riviste scientifiche nazionali ed internazionali in materia di epidemiologia psichiatrica e psicofarmacologia.
Dalle 15.00 alle 16.30 saranno attivi i seguenti workshop per un massimo di 25 partecipanti ciascuno. Ogni partecipante potrà scegliere a quale laboratorio partecipare.
1- Ben-essere. Pratiche Yoga e Viaggio Sonoro con Campane Tibetane per il benessere del corpo e dello spirito condotti da Maurizio Crivellari e Stefania Biancalana
Il progetto Ben-essere coinvolge due discipline olistiche: lo Yoga e la terapia del suono con Campane Tibetane. Il laboratorio è volto al riequilibrio del corpo con la mente e con lo spirito per ritrovare l’armonia interiore, il benessere personale in connessione e in risonanza con quello della Terra e del Cielo. Il workshop prevede esercizi corporei, di respirazione, di contatto con il suono e con le vibrazioni delle Campane Tibetane e del Tamburo Sciamanico. L’incontro prevede anche una breve parte teorica sul concetto di risonanza in relazione ai centri energetici, agli altri e all’ambiente.
Stefania Biancalana, operatrice olistica in Massaggio Sonoro con le Campane Tibetane. Inizia il suo percorso di formazione nel 2015 frequentando il training “Singing Bowl” con il maestro Aidan McItayre. Negli anni successivi incontra il Maestro Mauro Pedone del Centro Studi e Ricerche “la Voce del Carro” di Roma, e con lui si forma in Campane Tibetane con olii essenziali e come operatrice in Massaggio Sonoro. Nel 2016 frequenta il corso di Campane Tibetane di I e II livello con il maestro Thonla Sonam, nello stesso anno conclude il livello Master e nel 2019 consegue la specializzazione. Approfondisce la sua formazione con il Master Kundalini tenuto dal Maestro Kundalini Singing Bowl Dario Gasparato. Nel 2021 partecipa al corso monografico di “Le Campane Tibetane secondo i metodi sonori di Peter Hess” condotto da Simone Campa e di Cantoterapia presso l’Accademia di Medicina Vibrazionale. Da sempre si dedica alla crescita personale, ha frequentato il Corso di Guarigione Taoista, meditazione contemplativa, pratica del silenzio al Centro Studi e pratica Taoista di Lucca e da circa 15 anni frequenta un percorso di Psicologia e Astrologia Esoterica presso il centro Aur di Firenze.
Nel tempo ha conseguito i seguenti attestati: Reiki I livello, Ontological Life Coach, Radioestesia I livello, Fiori di Bach I modulo, “Vediamo-Sentiamo” attraverso l’evoluzione delle nuove vibrazioni 1 e 2 livello.
Maurizio Crivellari, 63 anni e fa yoga per passione da quando aveva 23 anni. È rimasto affascinato dalla disciplina fin da piccolo e, appena gli si è presentata l’occasione, ha iniziato come tutti con un corso settimanale. Ha conosciuto Ida Pezzini, famosa insegnante di Bergamo, che lo ha aiutato e guidato su tutto il percorso formativo verso l’insegnamento. Dapprima alla fine degli anni ottanta ha frequentato il corso triennale della scuola della Federazione italiana yoga, poi un corso biennale di Yoga dell’energia della scuola francese che gli ha dato il giusto indirizzo verso uno yoga un po’ più vicino a noi occidentali. Nello stesso periodo e anche successivamente, ha avuto modo di partecipare a diversi seminari e congressi con insegnati di vario tipo che gli hanno insegnato molto. Tutto questo gli ha permesso di coltivare vari corsi yoga collaborando con associazioni ed enti, sempre con il proposito di poter trasmettere un poco di questa splendida disciplina ai partecipanti.
2- Fantascienza, lo sguardo al futuro per riconoscere la follia del presente.
Laboratorio di scrittura creativa condotto da Paolo Aresi e Giulia Benetti
Si tratterà di fantascienza come narrativa di anticipazione che entra in tanti settori del vivere umano. Anche della cura dell’uomo e della natura. La fantascienza racconta dell’uomo e della società nei suoi romanzi “sociologici” con autori come John Brunner, Ray Bradbury e Frederik Pohl o Robert Silverberg, racconta della natura e dell’ecologia già dagli anni Cinquanta con autori come John Windham o John Christopher, Edgar Pangborn. Nella narrativa, ma anche al cinema, basti pensare a film come “28 giorni dopo” di Nolan o “I figli degli uomini” di Alfonso Cuaron. Ci sono state collaborazioni tra narrativa e cinema, per esempio con 2022 i sopravvissuti, romanzo degli anni Sessanta di Harry Harrison diventato un bel film nel 1973.
Sono metafore proiettate nel futuro, ma che parlano dell’oggi, storie che utilizzano situazioni catastrofiche e creazioni come androidi e umanoidi per tratteggiare parabole sulla condizione umana, pazzia compresa, individuale o dell’intero genere umano.
Spesso rappresentano un avvertimento… come per dire: attenzione, altrimenti finiremo così. Sulla pazzia del genere umano e sulla cura, verranno proposti degli spezzoni del film “I figli degli uomini” per poi avviare una discussione e un confronto con gli uditori, nonché un esperimento di piccola produzione scritta.
Paolo Aresi è giornalista e scrittore, ma anche ciclista e astrofilo. Ha pubblicato diversi romanzi a partire dal 1987 quando è apparso il suo primo romanzo di fantascienza (Oberon, l’avamposto tra i ghiacci editrice Nord). In seguito ha pubblicato libri sia di genere fantastico (nel 2004 ha vinto il premio Urania con Oltre il pianeta del vento), sia realistico (Ho pedalato fino alle stelle, Mursia 2009). Negli ultimi anni si è dedicato alla stesura di una trilogia di fantascienza cosmica centrata sul personaggio di Sergej Pavlovich Korolev, l’ingegnere che aprì all’Unione Sovietica, e all’umanità, la via dello spazio, con i lanci degli Sputnik, di Gagarin, con la navicella Vostok e Sojuz (i tre romanzi sono stati pubblicati da Delos Digital: Il caso Korolev, Korolev, la luce di Eris, La stella rossa di Korolev). Dal 1992 tiene regolarmente corsi di scrittura creativa. Tra i suoi testi alcuni sono teatrali (Il processo di Alessandro, Gimondi, una vita a pedali …), altri sono dedicati alla storia locale (Sulla Via Priula, una guida romantica, Bolis edizioni).
Giulia Benetti, si laurea in Filosofia presso l’Università di Pisa e contemporaneamente si forma come attrice frequentando prima l’Accademia Policardia Teatro fondata e diretta dall’attore e regista Andrea Elodie Moretti e poi il corso di formazione Attore Polifonico la Città del Teatro di Cascina. Da gennaio 2012 intraprende una formazione intensiva su teatro e follia con Alessandro Garzella ed entra a far parte della sua compagnia teatrale Animali Celesti – Teatro d’arte civile come attrice, aiuto regista e formatrice. Nel tempo si è specializzata nel gioco del sintomo e insieme a Alessandro Garzella ha organizzato e condotto laboratori artistici sull’immigrazione, sulla devianza, sulla malattia mentale, sul disagio sociale e sul dolore per la Clinica Psichiatrica dell’Università di Pisa, l’ASL 5 di Pisa, la Fondazione Emilia Bosis di Bergamo, il Comune di Capannori (Lu) e il Comune di Viareggio per la direzione artistica del progetto Cantieri delle Differenze che nel 2018 ha vinto il bando Migrarti per il progetto artistico sulla consegna del Passaporto Universale. Dal 2014 collabora con Teatro19 di Brescia e dal 2020 con il Collettivo Pikaia per lo spettacolo “Memoria del Fiorire”. Dal 2007 fino al 2019 si è occupata di ricerca artistica nell’età dell’infanzia e della adolescenza lavorando in numerose scuole della provincia di Pisa per conto del Teatro Lux e della provincia di Bergamo per conto dell’Associazione Aiuto a Vivere, per la quale negli anni ha scritto e diretto numerosi spettacoli per il Teatro Stalla di Verdello (Bg). Grazie all’unicità dei posti in cui ha lavorato: il Teatro Stalla in Cascina Germoglio (Bg) e il Nuovo Fontanile, maneggio nel parco di Coltano (PI), ha potuto intraprendere uno studio e una ricerca artistica sul rapporto tra attori, utenti, bambini/ragazzi e animali. Nel tempo ha arricchito le sue conoscenze incontrando numerosi maestri e si è specializzata nella pratica artistica in relazione alla salute mentale. Approfondisce i suoi studi frequentando, dal 2007, il corso di Meditazione Taoista e Guarigione Spirituale tenuto da Marco Ragghianti e di Qi Gong tenuto da Silvia Gusmaroli. Nel 2015 viene riconosciuta da Siaf come operatrice olistica professionista per i suoi studi da Life Coach completati nel 2009. Nel 2020 inizia a lavorare per Fondazione Emilia Bosis come Referente Culturale e a Febbraio 2021 diventa Responsabile della C.P.A Il Sottile Filo Rosso.
3- Trasparenza. Laboratorio artistico condotto da Giorgio Vicentini
Il luogo del laboratorio, dove la natura di Venezia risplende, si presenterà al primo sguardo vuoto e spoglio. I partecipanti lavoreranno con fogli di polifoil trasparentissimi. Formeranno un grande cerchio e si guarderanno attraverso la speciale trasparenza delle superfici.
Il silenzio e lo stupore regneranno sovrani. Un lavoro di osservazione e ascolto in relazione al gruppo e all’altro. Ad ognuno verrà chiesto di trovare e scegliere dal gruppo l’anima gemella. A coppie formate verrà chiesto a ciascuno di avvicinarsi fino a trovarsi l’uno di fronte all’altro. La protezione del filtro-membrana trasparente proteggerà il pudore di ciascuno evitando il naturale imbarazzo. Da qui inizia l’avventura, artistica e relazionale.
Giorgio Vicentini, nasce a Varese il 16 agosto 1951, vive e lavora a Induno Olona (Varese). Nel 1974, anno della sua prima mostra personale, lascia gli studi di Giurisprudenza per dedicarsi interamente all’attività artistica. Formatosi a Milano, orienta la sua ricerca in ambito concettuale, scegliendo poi un linguaggio autonomo basato sul colore. Conduce i laboratori di storia dell’arte al corso di laurea in Scienze della Formazione e nel Master universitario in Servizi educativi per il patrimonio artistico, dei musei storici e di arti visive presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, LAC edu Lugano e Giovani Pensatori Varese. Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. È consulente artistico dell’architetto Ivano Gianola, della Fondazione Emilia Bosis di Bergamo ed è autore di marchi di impresa che si sono imposti a livello internazionale.
4- Del fiorire: strategie. Laboratorio di Teatro a cura di Collettivo Pikaia
con Francesca Mainetti, Daniele Gatti e Bianca Caldonazzo
Il laboratorio è proposto in forma esperienziale, propone un training attoriale ispirato alle strategie vegetali e animali nella relazione con l’ambiente naturale e relazionale. Il lavoro sarà basato sulla consapevolezza e l’integrazione corpo-mente, il movimento, l’intelligenza collettiva, la relazione sensoriale con l’ambiente, l’improvvisazione in relazione alla musica dal vivo. La proposta di lavoro, adatta sia a chi abbia alle spalle un percorso di formazione teatrale, sia a chi voglia sperimentare per la prima volta sé stesso in una dimensione teatrale, nasce dalla biodiversità del collettivo: una attrice di trentennale esperienza, un giovane apprendista-attore che ha anche l’esperienza di essere utente dei servizi di salute mentale, una giovanissima musicista. Verranno valorizzate e condivise con i partecipanti competenze che derivano dai tre percorsi dei componenti del collettivo, in un clima di coproduzione che coinvolgerà i partecipanti in qualità di parte attiva del percorso.
Francesca Mainetti, attrice e regista, laureata in Psicologia Clinica. Si forma con il Centro Teatrale Bresciano dove è allieva attrice nel ‘91 con i registi Nanni Garella, José Caldas e Sandro Sequi, prosegue l’esperienza con lo Stabile cittadino in varie produzioni. Frequenta la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano e la scuola di Kuniaki Ida. Dal ‘93 collabora con la Fondazione Sipario Toscana di Cascina; attrice in numerosi spettacoli, si occupa al tempo stesso di formazione. Negli stessi anni lavora al Centro di Ricerca Teatrale di Pontedera dove fonda con Paola Bea la compagnia Infanzia Feroce dedicata alla ricerca fisica e vocale. In teatro lavora coi registi Marco Baliani, François Kahn, Stefano Vercelli, Tatiana Olear. Al cinema è protagonista del film L’aria del lago di Alberto Rondalli prodotto da Rai Cinema nel 2006. Dal 2006 è una delle direttrici artistiche dell’associazione culturale Teatro19 di Brescia, per la quale progetta e organizza rassegne e festival (Metamorfosi-scena mentale in trasformazione e Barfly Teatro Fuori Luogo), e firma regia e drammaturgia di numerosi spettacoli. Dal 2010 si occupa in particolar modo della relazione fra teatro e salute mentale: collabora con l’Unità Operativa di Psichiatria n. 23 degli Spedali Civili di Brescia e, stabilmente, con la compagnia Animali Celesti Teatro d’Arte Civile di Alessandro Garzella. È autrice di opere in particolar modo connesse al lavoro con utenti psichiatrici. Ha creato con gli anni un metodo di lavoro specifico sul contagio virtuoso fra attorialità e follia, alla base del lavoro della Compagnia Laboratorio Metamorfosi, che fonda nel 2015 grazie alla collaborazione fra Teatro19 e Unità Operativa di Psichiatria n 23 Spedali Civili di Brescia.
Dalle 16.30 alle 17.00 ci sarà una breve condivisione e restituzione tra i gruppi di lavoro.
Ore 20.30
ex Chiesa di Santa Chiara di Murano – The Glass Cathedral
Concerto di Michele Gazich e Alessandro Sipolo con poesie di Serena Brieda
Michele Gazich è musicista, produttore artistico, compositore e scrittore di canzoni. Il suo strumento principale è il violino, ha uno stile personale e decisamente innovativo. Ha collaborato con numerosi artisti italiani e si è fatto apprezzare soprattutto fuori dal paese natale con significativi e ripetuti tour in USA ed Europa. Gazich è un artista sensibile e attento ai temi sociali e con la sua arte indaga le periferie dell’essere occupandosi di numerosi temi tra cui la follia.
Alessandro Sipolo dopo un anno di lavoro e viaggio tra Perù, Bolivia, Cile e Argentina, rientra in Italia e pubblica il suo primo album, Eppur bisogna andare, prodotto da Giorgio Cordini, storico chitarrista di Fabrizio De André. Erede della preziosa storia cantautorale italiana, Alessandro Sipolo porta sul palco, da circa un decennio, il suo sound in perfetto equilibrio tra canzone d’autore e folk internazionale. Ritmi ossessivi si alternano a ballate eteree ed enigmatiche, tracciando un percorso ricco di riferimenti letterari e filosofici, senza perdere la voglia di far sorridere e ballare. Camus e Calvino, London e Fanon, Malatesta e Foscolo, incontrano storie piccole, esistenze periferiche, raccolte lungo le strade di quattro continenti.
Durante il concerto verranno lette le poesie di Serena Brieda, amica della Fondazione Emilia Bosis, che quest’anno sono state pubblicate dall’editore Moretti&Vitali.
Sabato 18 giugno
Ore 9.30-10.10 con dibattito
La bellezza salva il mondo
Luciano Valle
I) La Bellezza presenta varie forme, vari aspetti.
1) Bellezza ontologica (dell’Essere; di Dio)
2) Bellezza matematica (la bellezza di un teorema geometrico)
3) Bellezza naturale (la bellezza della natura)
4) Bellezza della natura in quanto Kosmos, ovvero mondo “ordinato” (Galileo, Newton, Einstein)
5) Bellezza artistico-poetica
– arte: pittura, scultura, architettura (Leonardo, Raffaello, Michelangelo…)
– musica: Beethoven, Bach, Mozart…
– poesia: la Bibbia, Omero, Virgilio, Dante, Shakespeare, Goethe…
II) Ma allora, come può essere intesa la celebre questione che Dostoevskij solleva ne L’Idiota, cioè
se “la bellezza può salvare il mondo”?
III) Come ha fatto notare il Card. Martini, dentro la gerarchia del concetto di bellezza “bisogna irradiare la bellezza di ciò che è vero e giusto nella vita, perché solo questa bellezza rapisce veramente i cuori e li rivolge a Dio”.
IV) Per completare il movimento di pensiero legato al tema della “bellezza”, si può come concludere con la dinamica che anima e proietta la dimensione della bellezza in una duplice tensione dialettica.
Per rimanere sul rapporto bellezza/natura/cosmo:
– il silenzio e la contemplazione preparano all’incontro col bello della natura. Bisogna purificarsi, fare vuoto nell’anima e nella mente per aprirsi e vedere e godere del bello del cosmo (Papa Giovanni Paolo II).
– Allora, la mente e l’animo diventati “belli” possono aprirsi ad una dimensione superiore di “bellezza”, la bellezza morale e spirituale, quella che, come dimensione di grazia “psicologica”, “spirituale”, finanche religiosa, può portare ristoro e “salvezza” all’uomo, alla Polis tutta.
Luciano Valle, filosofo e teologo, con più di trent’anni di impegno e ricerca sui temi dell’Etica Ambientale. Sono tappe di questo itinerario la fondazione e direzione dell’INAB (Istituto Nazionale Agricoltura Biologica, 1988), dell’Istituto di Epistemologia Ecologica “Gregory Bateson” (1989), del Centro di Etica Ambientale della Regione Lombardia (2002), dell’Associazione “Etica Sviluppo Ambiente – Adriano Olivetti” (2008), del Centro di Etica Ambientale di Bergamo (2008). Dal 2010 al 2019 ha insegnato Deontologia all’Università degli Studi di Pavia (Dipartimento di Scienze del Farmaco). È Presidente del Centro di Etica Ambientale di Bergamo e dell’Associazione “Etica Sviluppo Ambiente – Adriano Olivetti”. È impegnato nella costruzione della rete dei Centri di Etica Ambientale in Lombardia e in Italia. Ha pubblicato una ventina di libri, tra cui: Dall’Ecologia all’Ecosofia. Percorsi epistemici ed etici tra Oriente e Cristianesimo, tra scienza e saggezza (Ibis Edizioni, 2011) Papa Francesco e l’ambiente. Percorsi sulla teologia della Creazione dai Padri della Chiesa alla “Laudato si”(Ibis Edizioni, 2015) Albert Einstein – Il progetto di un nuovo umanesimo (Ibis Edizioni, 2017)
Ore 10.30-11.10 con dibattito
Custodire e Coltivare l’umano
Roberto Donadoni
Il rapporto tra uomo e natura è cambiato, in questi ultimi decenni, quanto e più del rapporto tra uomo e uomo. La sensibilità ecologica ha obbligato la teologia e l’esegesi a scavare di più. Ha chiamato tutti a occuparsi del degrado del creato come di un problema non accessorio, ma uno dei più gravi e urgenti, questione di vita o di morte. Ci è richiesta una metànoia; niente si può fare se non partendo da qui: da una conversione. Da qui un percorso che parte dalla Genesi con due racconti:
Genesi 1,29
Dio attento, attraverso il suo amore, alla vita e alla sua ricchezza, oggi questo si chiama Bio-diversità. Atto creativo di Dio, attento a tutto ciò che nell’universo ha la forza della vita, Dio tesse la tela multicolore del creato a cui dona il suo amore.
Genesi 2,8
Nel secondo racconto Dio pianta alberi, giardini, fiori. E l’uomo lo pone in relazione con il creato. Dio nel giardino mette le mani nella terra, la lavora la apre, Dio che impasta la polvere dal suolo e la modella pertanto i due verbi fondamentali sono, Custodire, shamar, e Coltivare, abad.
Custodire, custodia e cura del giardino e del fratello, pertanto prendersi cura del giardino e del fratello.
Coltivare, il cui senso è servire, e il culto a Dio non nasce nel tempio ma nel giardino nella vita, significa collaborare con il creatore e rendere il primo servizio alle creature.
Il percorso dell’enciclica di Papa Francesco ci aiuta a fare questo percorso, dentro il potere del servizio, attraverso il magistero dei papi si coglie il senso di questo percorso necessario per la chiesa e per l’umanità.
Roberto Donadoni, frequenta il Corso Istituzionale Filosofico – Teologico presso il Seminario “Giovanni XXIII ” in Bergamo e nel 1992 il Biennio di Licenza in Teologia presso la Pontificia Università Lateranense in Roma. Partecipa ad un corso di approfondimento presso il Sole 24 ore a Milano: Editoria in generale e Comunicazione e Marketing Strategic; Nel 2002 frequenta il Corso di approfondimento presso il SDA Bocconi School of Management: Management verifica e gestione aziendale; Nel 20006 consegue il titolo di Dottore in Teologia (specializzazione Cristologia). Nel 1986 viene ordinato Diacono per la Diocesi di Bergamo da Sua Ecc.za Mons. Giulio Oggioni, Vescovo di Bergamo e nel 1987 Presbitero per la Diocesi di Bergamo dall’Em.mo Cardinale Carlo Maria Martini, Arcivescovo di Milano; Nel 1992 su richiesta dell’Ecc.mo Mons. Gaetano Bonicelli, Arcivescovo Metropolita di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino, il Vescovo di Bergamo lo invia come Prete fidei donum, nell’Arcidiocesi di Siena; dal 1992 al 1999 ricopre il ruolo di Vicerettore del Pontificio Seminario Regionale “Pio XII”; Nel 1999 su richiesta dell’Ecc.mo Angelo Scola, all’epoca Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, viene inviato a Roma per svolgere il Ministero presso l’Università stessa; Diviene Responsabile del Comitato Verifica e Gestione della Pontificia Università Lateranense e Direttore della Casa Editrice “Lateran University Press”; Nel 2005 su richiesta dell’Em.mo Cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia, il Vescovo di Bergamo lo invia presso il Patriarcato di Venezia per collaborare con il Patriarca; È Direttore Editoriale della Casa Editrice Marcianum Press; Coordinatore della rivista internazionale OASIS (tradotta in inglese, francese, arabo, urdu) e insegnante presso l’Istituto di Scienze Religiose del Patriarcato di Venezia, e presso Studio Teologico del Patriarcato di Venezia. È inoltre Direttore Editoriale della Casa Editrice Studium e Marcianum Press, Presidente dell’Associazione Chorus per le Chiese del Patriarcato di Venezia, Parroco delle Chiese di San Salvador, San Zaccaria e San Moisè, Rettore delle Chiese di Santa Maria del Giglio e di San Zulian e Direttore editoriale del giornale diocesano Gente Veneta.
Ore 11.30-11.50 pausa
Ore 12.00 – 12.40 con dibattito
ONE HEALTH
Agostino Da Polenza
2.400 anni fa Aristotele affermava: “il medico cura, la natura guarisce”. Nulla di più vero e attuale per gli esseri umani in uscita da una lunga e dolorosa pandemia. Nel mondo odierno non c’è natura che non interagisca con l’umano, che la esplora e la modifica e dunque la salute della natura dipende sempre più dal paziente che essa stessa “guarisce”. ONE HEALTH è un concetto e un modo di guardare il futuro che mette al centro la protezione e promozione della salute di ogni esser vivente vegetale, animale e uomo che sia. Pare un buon modo di guardare avanti. La salute mentale poi, sta all’uomo come l’armonia, il paesaggio e la bellezza anche aspra, talvolta terrificante, stanno alla natura.
Agostino Da Polenza, alpinista, manager e coordinatore di progetti scientifici in altissima quota, una figura poliedrica nel mondo della montagna e vicepresidente della Fondazione Emilia Bosis. Giovanissimo inizia la “carriera” alpinistica. Nel 1983 inizia lo stretto rapporto con il K2 (8611 m) ed è stato co-organizzatore della spedizione al K2 per il versante cinese. Nel 1984 fonda e fino al 1987 dirige “Quota 8000”. Nel 1988 fonda e gestisce con l’amico Benoît Chamoux il progetto “Esprit d’Equipe”. Nel 1989 viene chiamato dal Prof. Ardito Desio a occuparsi di logistica per delle spedizioni scientifiche in Himalaya; insieme fondano il Comitato Ev-K2-CNR, che da allora dirige e che dopo alcuni anni presiederà, fino al 2014. Fonda nel 2000 l’Istituto Nazionale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica sulla Montagna – INRM. Nel 2004 dirige la Spedizione Commemorativa per le celebrazione del 50° anniversario del K2, sviluppando anche alcuni degli aspetti scientifici legati alla medicina e fisiologia e alle misure geodetiche delle montagne. Nel 2006 fonda e da allora presiede l’Associazione Riconosciuta EvK2CNR che ha coordinato le attività svolte dall’Unità di Ricerca del CNR sulle montagne e al Laboratorio Osservatorio Piramide che è tutt’ora in attività. Negli ultimi 30 anni si è dedicato, con un gruppo di ricercatori e specialisti italiani e internazionali al Progetto EvK2CNR composto da molteplici progetti specifici di monitoraggio Ambientale – SHARE e NEXTDATA. È Cavaliere della Repubblica Italiana, e membro dell’organizzazione “Eco-Himal” per la tutela e la salvaguardia della cultura Himalayana, membro del Gruppo d’alpinismo d’élite “Ragni della Grignetta”, fondatore e vicepresidente della Fondazione Emilia Bosis per il recupero del disagio mentale, fondatore Presidente della “Fondation Benoît Chamoux”, membro della Corte Costituzionale francese. Nel 2004 viene insignito della medaglia d’oro della Società Geografica Italiana. Nel 2021 viene nominato dal governo del Gilgit-Baltistan: “Goddwill Ammbassador of Tourism and Adventure Sport” e gli viene dedicato il nome di una via a Skardu, la città- porta di accesso al Karakorum, dove Da Polenza ha realizzato il museo dell’alpinismo e degli italiani in Karakorum.
Dalle 15.00 alle 16.30 saranno attivi i workshop descritti sopra per un massimo di 25 partecipanti ciascuno. I partecipanti sono invitati a partecipare a un laboratorio differente
rispetto a quello scelto il giorno precedente.
1- Pratiche Yoga e Viaggio Sonoro con Campane Tibetane per il benessere del corpo e dello spirito condotti da Maurizio Crivellari e Stefania Biancalana
2- Scrittura creativa condotto da Paolo Aresi e Giulia Benetti
3- Laboratorio artistico condotto da Giorgio Vicentini
4- Laboratorio di Teatro condotto da Collettivo Pikaia con Francesca Mainetti, Daniele Gatti e
Bianca Caldonazzo
Dalle 16.30 alle 17.00 ci sarà una breve condivisione e restituzione tra i gruppi di lavoro.
Ore 18.00 – 20.00
Aperitivo tra Estetica e Ipnosi con Lucio Saviani
e con Giuseppe Regaldo con performance a sorpresa
Lo sguardo di Orfeo
Lucio Saviani
In Lo spazio letterario, nel capitolo che ha per titolo Lo sguardo di Orfeo Maurice Blanchot pone la domanda cruciale: ma perché Orfeo si volta? È talmente sproporzionata, talmente insana, folle, questa sua decisone – come dice Virgilio: insana follia, furor – talmente irrazionale. Perché? Dopo aver ottenuto l’impossibile, andare nel regno dei morti e riprendersi Euridice, proprio nel momento in cui sta per compiersi la sua opera, si volta e compie un gesto irreparabile. Perché una tale demenza? Virgilio: «quando un’improvvisa follia (subita dementia) colse l’incauto amante, perdonabile invero se i Mani sapessero perdonare» – si fermò e proprio sulla soglia della luce: “Ahi, immemore vinto nell’animo si volse a guardare la sua diletta Euridice” – la quale esclama: «Chi ha perduto me sventurata e te, Orfeo, quale grande follia?». Ma la domanda di Blanchot ne nasconde un’altra, che ha a che fare con l’artista, l’opera d’arte e la folle, divina ispirazione…
Lucio Saviani filosofo e scrittore, è uno dei principali esponenti dell’ermeneutica in Italia, come attestano i suoi numerosi libri, scritti a partire dalla metà degli anni Ottanta e tradotti in diverse lingue, dedicati anche alla filosofia come genere di scrittura e pensiero del limite e al dialogo tra filosofia e teologia. Dirige le collane Oggetti del desiderio, dedicata alle narrative dei luoghi del corpo (Fefé Editore), e Narrazioni della conoscenza (Moretti & Vitali) per la quale ha curato la prima edizione italiana di Filosofia prima di Vladimir Jankélévitch (2020). È socio fondatore di S.F.E.R.A (Società Filosofica Europea di Ricerca e Alti Studi). Ha insegnato Storia della Filosofia, Fondamenti di Scienze Umane, Estetica all’Università La Sapienza di Roma e presso il Master della Luiss “Arts and Cultural Skills for Management”. Già consulente di Rai Educational e collaboratore dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, è membro della Società Italiana di Estetica. Tiene seminari e conferenze nelle Università italiane ed europee. Negli ultimi anni, per le Giornate della Cultura Italiana, ha tenuto conferenze per l’Università di Breslavia, per la City University di New York e per gli Istituti Italiani di Cultura di Parigi, di Cracovia e di Praga. Da oltre un decennio, numerosi i testi scritti e pubblicati insieme al poeta e paroliere Pasquale Panella.
Che cos’è l’ipnosi rapida?
Giuseppe Regaldo
L’ipnosi è uno stato modificato di coscienza in cui la nostra mente si trova spontaneamente diverse volte al giorno, per esempio quando sogniamo ad occhi aperti, o quando siamo assorti in un compito o in un’attività che assorbono completamente la nostra attenzione. Tecnicamente si parla di monoideismo plastico: è la capacità della mente di focalizzarsi su un contenuto, tipicamente su un’immagine, al punto da generare nel soggetto vere e proprie reazioni fisiche. Come quando pensiamo a un piatto succulento e ci viene l’acquolina in bocca, o come quando sentiamo uno scricchiolio nel buio, il nostro cervello ansioso genera all’istante un film horror e il cuore si mette a battere più forte sulla base di quell’immagine mentale. Esiste una storia dell’ipnosi, una mitologia sull’ipnosi ed esiste l’ipnosi utilizzata ed utilizzabile in ambito clinico con l’aiuto di un terapeuta e con tecniche che possono essere sperimentate da ognuno di noi. Come poter utilizzare questo stato modificato di coscienza a nostro vantaggio, per ottimizzare le nostre risorse e aiutarci? L’incontro si propone di approfondire e mostrare alcune peculiarità alla portata di tutti noi che possono essere guadagnate grazie alla conoscenza più profonda del funzionamento della nostra mente.
Giuseppe Regaldo è laureato in medicina e chirurgia e specializzato in ginecologia e ostetricia. Ipnologo, si è diplomato nel 1991 al Centro Italiano di Ipnosi Clinica e sperimentale di Torino e dal 1993 è didatta in tale Scuola. Responsabile della sala parto e ostetricia dell’Ospedale di Ciriè, da oltre 20 anni utilizza l’ipnosi in sala parto. Insegna ipnosi applicata al parto all’Università di Pavia e di Torino nel Corso di Laurea in Ostetricia. Insegna anche ipnosi per le procedure mediche e per le emergenze presso l’Ospedale Molinette di Torino. Esperto di tecniche di induzione rapide e delle applicazioni in campo medico e chirurgico dell’ipnosi, ha tenuto centinaia di corsi di formazione sulla induzione ipnotica rapida. Conduttore di workshops di ipnosi rapida in molti congressi internazionali, ha pubblicato su riviste scientifiche numerosi articoli su ipnosi e parto e sugli effetti neurologici e cardiovascolari delle tecniche rapide e ha partecipato alla stesura di alcuni libri sull’ipnosi.
Ore 21
Proiezione di “Ero Alice”
Lungometraggio sull’Eros realizzato da Fondazione Emilia Bosis
Inizialmente volevamo raccontare una storia con personaggi realistici, ma fin da subito abbiamo capito che questo progetto artistico era irrealizzabile perché non si adattava alla nostra espressività e nascondeva i nostri punti di forza. Non solo, le norme anti-contagio erano così stringenti da rendere impossibile ogni tipo di contatto, vicinanza e tentativo di relazione. Durante una delle giornate di confronto abbiamo scoperto Alice nel Paese delle Meraviglie. Questo testo ci ha fin da subito affascinato e ci ha permesso di adottare un linguaggio onirico che ci permettesse di indagare la nostra interiorità, individuale e di gruppo. Leggendo, pensando e rielaborando abbiamo scoperto che i personaggi del testo rappresentavano per noi parti di un’unica personalità sfaccettata, a volte sfacciata, nonché diverse parti dell’essere nella sua complessità. Attraverso questi personaggi ognuno di noi si è interfacciato con archetipi, sfruttando la maschera per sviluppare alcune caratteristiche del sé, in risonanza con il sé degli altri. Ogni personaggio rappresenta una fase e un aspetto dell’erotismo di Alice. Alice si guarda allo specchio, che in realtà è un caleidoscopio, che la divide in tanti frammenti nei quali scopre la sua parte oscura, la sua ombra, le sue angosce per il tempo, la sua parte carnale, quella istintuale che si sublima nel cibo, la parte nobile, a volte lontana, quella fanciulla e quella adulta ed equilibrata. La traccia erotica si sviluppa su più binari e ogni parte di lei è attratta da qualcosa e chiede di essere soddisfatta nel profondo, sia nel suo lato carnale che in quello della conoscenza. Lavorando abbiamo capito che per noi era impossibile parlare di Eros, un Eros inteso come desiderio, energia vitale, anelito verso l’altro, senza parlare di Follia e di come essa influenza l’esperienza erotica. Un ruolo importante lo hanno avuto gli animali di Cascina Germoglio che nel loro significato simbolico ci hanno aiutato a indagare l’onirico che ci abita.
Domenica 19 giugno
(Giornata non accreditata)
Ore 10.00
L’ultimo giorno si concluderà sull’isola di Torcello con la straordinaria partecipazione delle associazioni remiere, le quali accompagneranno il pubblico con le loro barche in un viaggio tra le barene, per poi condurli nella piazza di Torcello per lo spettacolo conclusivo. Lo spettacolo si intitola Memoria del Fiorire ed è realizzato da Collettivo Pikaia, un gruppo eterogeneo che vede la collaborazione di due attrici professioniste, una giovane violoncellista ed un utente attore. L’opera è scritta e diretta da Francesca Mainetti ed è uno spettacolo in divenire che utilizza la relazione con comunità e territori per evolvere. In questo caso sarà l’esito di un laboratorio teatrale condotto durante l’anno con gli ospiti della Fondazione Emilia Bosis, che faranno parte dello spettacolo in qualità di coro umano. Collettivo Pikaia con questa opera indaga le possibilità della metafora vegetale, applicata alla vita e alle sue interdipendenze, nell’ecosistema delle relazioni umane. È una drammaturgia che attraverso diversi capitoli, e una certa dose di ironia, indaga differenze e similitudini fra animale umano e piante, nonché la loro interdipendenza. Quali aspetti vegetali possono essere d’ispirazione per innovare sguardi e atteggiamenti umani e sociali? In scena un gruppo eterogeneo che rappresenta una preziosa biodiversità umana e artistica. Il mondo vegetale, la botanica e la natura, si coniugano al sociale, all’educazione, alla diffusione della cultura e al valore della biodiversità.
Il viaggio in barca a remi è riservato ai primi 20 iscritti, i quali assisteranno dalle imbarcazioni ai primi due capitoli della storia. Per loro l’appuntamento è alle 10.15 nel bacino di Burano davanti all’Imbarcadero. Per coloro che sono interessati, è possibile seguire il viaggio tra le barene con una propria imbarcazione a remi.
Per tutti gli altri sarà possibile seguire in streaming sul canale YouTube http://www.YouTube.com/PsychiatryonlineITA1 la prima parte dello spettacolo e potranno vedere gli altri capitoli della storia alle ore 11.15 sull’isola di Torcello presso l’Atelier Domus Emilia di Fondazione Emilia Bosis, alla quale si accede dal Ponte del Diavolo. Alle ore 12.30 il pubblico potrà mangiare, grazie alla collaborazione dell’associazione Remiera Voga e Para, il fritto misto e i dolcetti buranelli con un costo di 20euro a persona.
Grazie alla preziosa collaborazione di Psychiatry on line Italia tutto l’evento sarà trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube http://www.YouTube.com/PsychiatryonlineITA1.
Le registrazioni delle conferenze saranno trasmesse sul canale radio online Bosis Radio.
Le giornate del 15, 16, 17 e 18 giugno sono accreditate dalla Cooperativa DIEFFE FORMA SERVICE per il rilascio di 20 crediti ECM. Coloro che sono interessati ad ottenere i crediti formativi dovranno iscriversi sul sito https://www.dieffegroup.it/iscrizione-eventi e versare la quota di partecipazione di 80 euro sul cc
Iban Bper Banca IT 88 G 05387 11110 000042430841
Causale: Iscrizione Festival con rilascio ECM NOME E COGNOME
Per confermare l’iscrizione è necessario inviare la disposizione di bonifico all’indirizzo benetti@fondazionebosis.it
Gli iscritti, ai fini del rilascio dei crediti ECM, dovranno firmare un registro presenze, sia all’entrata che all’uscita, e alla fine di ogni giornata dovranno compilare un test di valutazione.
Per coloro che vogliono partecipare al Festival senza ottenere gli ECM l’evento sarà gratuito e dovranno prenotarsi sul sito www.fondazionebosis.it.
Per informazioni chiamare il numero 3475514107 o scrivere all’indirizzo benetti@fondazionebosis.it
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