GALASSIA FREUD
Materiali sulla psicoanalisi apparsi sui media
di Luca Ribolini

Maggio 2016 III - Giovani, tecnologie, generi

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5 giugno, 2016 - 20:15
di Luca Ribolini

«L’ARTE DI NEGOZIARE CON I FIGLI». Ne parliamo con gli esperti Giuseppe Maiolo e Giuliana Fanchini, autori del libro

di Nadia Clementi, ladigetto.it, 21 maggio 2016
 
Il rapporto tra genitori e figli è oggi profondamente mutato: caduto il mito del padre padrone e della madre angelo del focolare. La famiglia per così dire «tradizionale» non esiste più e le dinamiche tra genitori e figli, ma anche all’interno della stessa coppia genitoriale, sono radicalmente cambiate. Sono cambiati le relazioni e il modo di stare insieme, è diverso il processo di crescita e di sviluppo e si è profondamente trasformata la convivenza tra congiunti, basti pensare alle famiglie allargate, a quelle monogenitoriali oppure alle coppie omosessuali. In sostanza la struttura e la dinamica familiare hanno subìto nel corso degli ultimi vent’anni una radicale trasformazione e con essa l’educazione dei figli ha necessariamente bisogno di nuove prospettive e di riflessioni utili a trovare soluzioni adatte a far crescere gli adulti di domani. E se cambiano le strutture, i rapporti e i legami, inevitabilmente, muta anche lo stile educativo. Nell’epoca di internet, del continuo cambiamento sociale, delle trasformazioni ultradinamiche, un’educazione improntata su regole granitiche, genitori autoritari (o peggio ultrapermissivi) e litigate concluse con la perentoria frase «fai così perché lo dico io!», non sono più credibili.
 
Segue qui:
http://www.ladigetto.it/permalink/54366.html

 

PSICOLOGIA, FREUD TORNA A GOETHE PER AIUTARCI: LA TERRA È MADRE. Dal 26 al 29 maggio il congresso della Società Psicoanalitica italiana

di Redazione, corriere.it, 22 maggio 2016
Viviamo in un’epoca di crisi in cui l’orizzonte del futuro si è fatto opaco. Difficile per i giovani elaborare un progetto di vita in una società statica, dove il ricambio generazionale sembra essersi inceppato. La stagnazione, indebolendo la speranza, favorisce comportamenti ripetitivi, monotoni e coatti, come quelli indotti dalle dipendenze. Questo è uno dei problemi che saranno discussi nel prossimo Congresso nazionale della Società Psicoanalitica Italiana (Spi), che si terrà a Roma da giovedì 26 a domenica 29 maggio intitolato Le logiche del piacere, l’ambiguità del dolore. Sotto il segno dell’ambivalenza tra piacere e dolore saranno affrontati molti temi, quali la malattia, l’anoressia, l’autismo, la seduzione della violenza, la corruzione, il terrorismo suicida, le mutilazioni genitali.
 
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http://www.corriere.it/cultura/16_maggio_22/psicologia-congresso-societa-psicoanalitica-italiana-c8bde266-204b-11e6-9888-7852d885e0fc.shtml

 

BALLERINI TRIONFA AL PREMIO BANCARELLINO CON «IO SONO ZERO», ROMANZO DISTOPICO PER PREADOLESCENTI

di Donatella Trotta, ilmattino.it, 23 maggio 2016
 
E’ un momento fortunato per Luigi Ballerini, medico, manager, psicoanalista e apprezzato scrittore ligure, originario di Sarzana ma residente a Milano con moglie e quattro figli. In questo 2016 in cui il suo bagaglio di libri per ragazzi – avviato nel 2004 con Io Supereroe, Giunti – si arricchisce di almeno due ottimi nuovi titoli, come l’albo illustrato Un posto silenzioso, con immagini di Simona Mulazzani, e il romanzo fantascientifico Il mistero del bosco, entrambi editi da Lapis, ecco che arriva il trionfo dello scrittore per ragazzi al 59esimo premio Bancarellino. Conferitogli, a Pontremoli, dalla giuria di 1.346 studenti delle scuole medie di tutta Italia che hanno assegnato ben 441 preferenze a Io sono zero, il romanzo distopico-fantapolitico e di formazione di Ballerini, pubblicato dall’editrice Il Castoro.
Un verdetto doppiamente significativo, per l’autore già premio White Raven 2010 con Zia Dorothy (Giunti 2009), e premio Andersen 2014 con La signorina Euforbia (San Paolo) che è stato più volte finalista ma mai vincitore, sinora, al prestigioso Selezione Bancarellino negli anni passati. Anche perché Ballerini competeva, in questa edizione, in una cinquina di tutto rispetto: che annoverava libri e autori come Olga di carta. Il viaggio straordinario, di Elisabetta Gnome (Salani, che si è aggiudicata 245 voti); La storia di Marinella. Una bambina del Vajont di Emanuela Da Ros (Feltrinelli, 228 voti); Sarò io la tua fortuna di Loredana Frescura e Marco Tomatis (Giunti Junior, 224 voti); e A piedi nudi, a cuore aperto di Paola Zannoner (De Agostini, 208 voti).
 
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http://www.ilmattino.it/napoli/periferie/luigi_ballerini_premio_bancarellino-1751490.html

 

ITALIANI IN CRISI? SÌ, DI MEZZA ETÀ. Prima arrivava verso i 35 anni. Adesso si presenta più avanti e con molte ricadute. Ma ora come allora la psicoanalisi rimane un importante alleato. Anche fatta via Skype. Come spiega un terapeuta di provata importanza

di Mauro Querci, Panorama, 25 maggio 2016
 
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http://www.pressreader.com/…/panor…/20160525/282149290555250

 

L’INCONSCIO E IL SUO DESTINO DOPO FREUD

di Massimo Ammaniti, la Repubblica, 25 maggio 2016
La scelta di Freud di rinviare la pubblicazione de L’interpretazione dei sogni all’inizio del nuovo secolo, nel 1900, si è rivelata una di quelle profezie che si autoavverano, perché il suo libro ha rappresentato uno spartiacque che ha cambiato gli scenari sociali e culturali dei decenni successivi. Ma già prima di Freud nella letteratura e nella filosofia dell’Ottocento veniva prestata una forte attenzione al mondo inconscio. In uno dei suoi ultimi scritti, Un capitolo sui sogni, Robert Louis Stevenson aveva raccontato come le piccole persone che comparivano nei suoi sogni, i Brownies, avessero ispirato la stesura del suo famoso romanzo
Lo strano caso del dottor Jekyll e di Mister Hyde.
Anche le intuizioni di Nietzsche sulla natura dei sogni, in cui riemergerebbero frammenti della preistoria dell’umanità, avrebbero trovato conferme stupefacenti nel pensiero psicoanalitico. Ma Freud ebbe il merito speciale di svelare attraverso la simbologia dei sogni i meccanismi di funzionamento dell’inconscio dinamico, profondamente diversi dai codici dei processi consci. Questa scoperta spinse Freud a ridisegnare il modello della mente umana profondamente divisa fra conscio ed inconscio. Questa concezione, come ha raccontato il premio Nobel Kandel in un libro di grande interesse, L’età dell’inconscio (Raffaello Cortina), era probabilmente scaturita dagli insegnamenti di un grande medico viennese, Rokitansky, che aveva prefigurato le profonde connessioni fra corpo e mente anche alla luce della teoria darwiniana, di cui Freud era stato un attento allievo.Mentre in campo artistico le tradizionali forme espressive venivano messe in discussione dando spazio alla soggettività e all’esperienza inconscia, sia nella pittura con Kokoschka, Schiele e Klimt sia nella letteratura con Schnitzler, un alter ego del grande maestro della psicoanalisi.
 
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http://www.spiweb.it/rassegna-stampa/913-italiana-ed-estera/rassegna-stampa-italiana-2016/7248-l-inconscio-e-il-suo-destino-dopo-freud-la-repubblica-25-maggio-2016

 

IL FUTURO REMOTO? SI DECLINA NEL “POSTUMANO”: PSICOANALISTI E FILOSOFI A CONFRONTO A NAPOLI

di Donatella Trotta, ilmattino.it, 25 maggio 2016
Sconfinamenti tecno-umani della robotica da far impallidire il Frankenstein di Mary Shelley. Ibridazioni tra uomini e macchine che sfidano la virtualità degli Avatar con androidi tuttofare sempre più perfetti. E incessanti metamorfosi ai confini tra natura, techné e cultura che investono in pieno l’identità umana (transumana) e il suo futuro: individuale e sociale. Sono alcune delle tendenze che dalla fantasia distopica di autori come Philip K. Dick, o da scenari di fantascienza cinematografica (basti solo pensare, per gli anni ’80, a un film paradigmatico come «Blade Runner» di Ridley Scott) ci sono ormai divenute familiari, approdando in una quotidianità dove l’immaginario (ma anche la realtà, pervasa da biotecnologie che decostruiscono la natura umana e l’animalità mettendole in crisi) è sempre più segnato, e interpellato, da una nuova categoria oltre l’umanesimo: il cosiddetto postumano. Una condizione antropologica della contemporaneità peraltro già preconizzata da filosofi come Friedrich Nietzsche, ora avallata e registrata – in veste di neologismo relativamente recente – nel dizionario della Treccani, e non a caso diffusamente analizzata da pensatori (e pensatrici: veterane come Rosi Braidotti, o giovani come la filosofa e performer Francesca Ferrando, che nei giorni scorsi ha presentato a Napoli il suo ultimo libro Il postumanesimo filosofico e le sue alterità, edito da Ets), se non persino “teorizzata” da artisti come il londinese 53enne Robert Pepperell, molto coinvolto in temi che intrecciano i rapporti tra arte, tecnologia e scienza tanto da lanciare un Manifesto del postumano con il sottotitolo: «Capire come il mondo cambia è cambiare il mondo».
E sembra partire proprio da quest’ultima provocazione un’iniziativa di confronto e opportuno approfondimento, intitolata «Convegno Postumano», in programma venerdì 27 maggio a Napoli, presso l’Istituto italiano per gli studi filosofici (dalle ore 10 alle 17). Promosso dall’Istituto Freudiano per la Clinica, la Terapia e la Scienza e dalla Scuola Lacaniana di Psicoanalisi del Campo freudiano in collaborazione con l’Istituto italiano per lo Studio e lo Sviluppo del Territorio, l’incontro di studi – a cura di Gabriele Grisolia e Fulvio Sorge – intende infatti indagare, in particolare, «il corpo tra psicoanalisi, biopolitica, realtà virtuale e arte» dando spazio alle riflessioni e agli interrogativi di specialisti di diverse discipline: psicoanalisti (Antonio Di Ciaccia, Luisella Brusa, Giovanni de Renzis), filosofi (Fabio Ciaramelli, Davide Tarizzo), comunicatori sociali (Daniele Pitteri), letterati comparatisti (Gabriele Frasca) e architetti (Gaetano Cantone). Chiamati a confrontarsi sulle conseguenze – non soltanto etiche ma storiche, sociali, politiche – che si prefigurano all’orizzonte del presente e dell’immediato futuro.
 
Segue qui:
http://www.ilmattino.it/napoli/periferie/convegno_postumano-1755797.html

 

IL MITO DI POUND. Il fascismo romantico di Ezra e il pericolo di fissare per troppo tempo sia il sole sia la morte

di Umberto Silva, ilfoglio.it, 25 maggio 2016
 
Mary de Rachelwiltz, raffinata quasi centenaria poetessa figliola dell’iperaffinato e misterico padre Ezra Pound, inorridì quando le parlarono di CasaPound, e sconfessò ogni parentela con i suoi adepti. Pare che nei loro proclami la nobile dama non vedesse il cosmico oceano in cui sguazzava il grande Ezra, anzi, ne ravvisasse una brutale negazione. Quando ci s’investe di una successione di cui non si è all’altezza, ci si riduce alla scimmiottatura di colui che si è elevato a proprio Dio, e allora sono guai. Tanto più che delle scimmie il poeta non aveva un buon ricordo, essendo stato nell’immediato Dopoguerra catturato e rinchiuso in un più che angusto carcere che chiamava “gabbia da gorilla”. Si proclamava ancora fascista, ma era il suo un fascismo romantico, in cui univa la poesia all’economia, di cui dava una versione delirante né più né meno di quelle in voga oggidì, con in più la fissa di aiutare i poveri e i deboli. Aveva lasciato gli amici di Parigi, Brancusi, Braque, Picasso, Joyce, per la radiosa Rapallo, e per radio si sorbiva fiotti di giovinezze primavere di bellezze e nere faccette e all’armi fuoco di Vesta che fuor dal tempio irrompe; per disintossicarsi giocava a tennis. Era innamorato dell’antichità, del sole, degli dei, di quelle cose che possono anche rimbecillire se prese a forti dosi, come ci ammonisce La Rochefoucauld: “Né il sole né la morte si possono guardare fissamente”; e Pound le fissava tutto il giorno e tutta la notte.
 
Segue qui:
http://www.ilfoglio.it/la-politica-sul-lettino/2016/05/25/il-mito-di-pound___1-vr-142425-rubriche_c136.htm

 

SOCIAL: OPPORTUNITÀ E RISCHI. La grande «piazza» ha sostituito il Giro al Sass o le Vasche che un tempo caratterizzavano il modo più comune di osservare e mettersi in mostra

di Giuseppe Maiolo, ladigetto.it, 25 maggio 2016
 
Sui Social ci siamo tutti ormai, grandi e piccoli. Nella realtà virtuale di Facebook, il più famoso Social network, a qualunque ora ci si può incontrare, chiacchierare, condividere. La grande «piazza» ha sostituito il Giro al Sass o le Vasche che un tempo caratterizzavano il modo più comune di osservare e mettersi in mostra. Ma anche di conoscersi. Se c’era una volta il corpo, l’abbigliamento e il portamento che ti connotavano mentre passavi sotto un portico o nella piazza del paese, ora sei riconoscibile da quello che posti e da cosa metti in comune, dalle foto o dai video che pubblichi. Un tempo c’erano gli sguardi più o meno diretti che ti facevano intendere se piacevi, adesso ci sono i like e le faccine. E più ancora le condivisioni. Cosa abbiamo perso e cosa abbiamo guadagnato da quella che possiamo considerare una vera e propria rivoluzione dei comportamenti?
 
Segue qui:
http://www.ladigetto.it/permalink/54453.html

 

INTERNET E CELLULARI NUOVE DIPENDENZE. Vere patologie che superano cibo, shopping, sesso e videogiochi. Le logiche del piacere, l’ambiguità e il dolore: psicologi a confronto

di Chiara Buoncristiani, iltempo.it, 26 maggio 2016
Può essere il lavoro da cui non ci si vuole staccare neppure per le ferie estive oppure l’uso del cellulare che diventa una specie di protesi; o ancora quello di Internet con le sue infinite possibilità di evadere in mondi paralleli. Alzi la mano chi non ha presente quella «specie di fissa» che sta per diventare – o è già – una forma di dipendenza. Si tratta di un piacere compulsivo, allo stesso tempo intenso ed effimero. Spesso cercato per autocurarsi e tenere lontane preoccupazioni e angosce. Per aggirare un vuoto che non si sa come attraversare. D’altra parte siamo nella società del tutto pieno e della confusione dei confini del tempo e dello spazio. Siamo incoraggiati a «usare anche i ritagli di tempo», ci sentiamo spinti a fare più cose contemporaneamente. Lavoriamo da casa, mangiamo camminando, parliamo guidando. Il campionario delle nuove dipendenze è lungo: passa per il cibo, lo shopping, il sesso e i videogiochi. Ma include pure le ben note sostanze stupefacenti e molti psicofarmaci: cannabis, benzodiazepine, alcol, droghe sintetiche, cocaina, eroina e la lista potrebbe continuare. Tossicomanie con o senza sostanza, quello che è spiazzante è la diffusione, inedita fino a qualche anno fa, e le motivazioni profonde che spingono al consumo e impediscono all’individuo di sentirsi libero e padrone della propria vitalità.
 
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http://www.iltempo.it/rubriche/salute/2016/05/26/le-logiche-del-piacere-l-ambiguita-e-il-dolore-psicologi-a-confronto-internet-e-cellulari-nuove-dipendenze-1.1543434

 

COME SI SENTIRANNO I MALATI DOPO AVER LETTO I DATI EUROSTAT?”

di Luciano Casolari, ilfattoquotidiano.it, 27 maggio 2016
Ieri tutti i giornali titolavano che il 33% delle morti di italiani sotto i 75 potevano essere evitate nel 2013 citando come fonte l’istituto di statistica Europeo Eurostat. Coloro che rilanciano questa notizia si rendono conto dell’effetto devastante che può avere sulla psiche delle persone malate? Con che fiducia si rivolgeranno al loro medico e allestrutture sanitarie? Una notizia come questa può scatenare nella popolazione una sorta di epidemia di ipocondria con migliaia di persone non ammalate che, impaurite da dati oggettivamente terribili, potrebbero non fidarsi più della valutazione medica e richiedere esami a non finire per sentirsi più tranquilli. Da chi dovranno farsi curare queste persone una volta distrutta la fiducia nel medico? Dai maghi e guaritori che impazzano in internet? Ma la notizia è vera? Sono andato a leggere sul sito Eurostat e ho compreso che non si tratta di un dato “reale” come parrebbe sui giornali italiani ma di una sorta di ipotesi che si basa su quello che potremmo definire essere “un mondo ideale”.
 
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http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/05/27/come-si-sentiranno-i-malati-dopo-aver-letto-i-dati-eurostat/2771868/
 
LIBERI DAGLI ISTINTI DOBBIAMO INVENTARCI LA VITA
di Umberto Galimberti, Walter Macorano, d.repubblica.it, 28 maggio 2016
 
Mi incuriosisce un suo pensiero riferito alla natura dell’uomo. Lei dice sostanzialmente che l’uomo non è sicuro che venga da un’evoluzione animale, come sosterrebbe l’idea darwiniana, in quanto non ha istinti, ma solamente due pulsioni: la sessualità e l’aggressività. E che per queste caratteristiche principali l’uomo dal mondo animale si differenzia. Bene, qui nasce la mia domanda. Se Dio è una probabile invenzione dell’uomo (perché nel pensiero greco tutto nasce vive e muore senza un volere divino), allora secondo Lei, l’uomo da dove è venuto per essere quello che oggi è come lo conosciamo, cioè con caratteristiche radicalmente diverse dagli animali? Walter Macorano
Da dove venga l’uomo non lo so. Quel che so è che non può essere definito un “animale ragionevole” perché non possiede la caratteristica tipica di tutti gli animali, cioè l’istinto. Questo infatti, è una risposta “rigida” agli stimoli, per cui se per esempio offro della carne a un erbivoro, questi non la percepisce come cibo. Lo stesso “istinto sessuale” nell’uomo è così poco “istintivo” che può esprimersi nelle più svariate perversioni (cosa che non sembra concessa agli animali), o, come dice Freud, si può “sublimare” in espressioni non sessuali, come una creazione poetica o artistica.
Nel Protagora, Platone ci racconta che Zeus aveva dato a Epimeteo l’incarico di consegnare a tutti i viventi le loro qualità, ma Epimeteo, il cui nome significa “colui che pensa dopo, l’improvvido”, essendo stato troppo generoso nella distribuzione, giunto all’uomo non aveva più nulla da dare. Allora Zeus incaricò il fratello di Epimeteo, Prometeo (il cui nome significa “colui che pensa in anticipo”) di dare all’uomo, oltre al fuoco e alle tecniche, la virtù di prevedere per quel che è possibile il futuro e quindi provvedervi. Il motivo è ripreso da Hobbes là dove dice che mentre gli animali mangiano quando hanno fame, «l’uomo è affamato anche dalla fame futura», per cui, anche a stomaco pieno, provvede a procurarsi il necessario per quando avrà fame. Che l’uomo non abbia istinti è una tesi sostenuta, oltre che da Platone, da Tommaso d’Aquino, Kant, Herder, Nietzsche e persino da Freud, che nel corso degli anni abbandona l’espressione tedesca Istinkt, per sostituirla con Trieb, che, a differenza dell’istinto diretto a una meta, è una semplice “spinta” o una “pulsione a meta indeterminata”.
 
Segue qui:
http://d.repubblica.it/dmemory/2016/05/28/lettere/rispondeumbertogalimberti/138lette20160528691380138.html
 

FREUD E BINSWANGER DIVISI DAL DEMONE DELLA METAFISICA. Introdotto da Jung, Binswanger conobbe Freud nel 1907 e avviò subito con lui un carteggio, che fu preludio di una lunga amicizia

di Andrea Calzolari, ilmanifesto.info, 29 maggio 2016
 
Sentii parlare per la prima volta dello psichiatra svizzero Ludwig Binswanger da Luigi Gozzi, membro del Gruppo 63, drammaturgo allora esordiente, poi direttore a Bologna del Teatro delle Moline. Era la fine degli anni sessanta e Gozzi stava elaborando una poetica centrata sul manierismo dell’attore, ispirata, tra l’altro, anche a Tre forme di esistenza mancata, il primo libro di Binswanger, del 1956, tradotto in italiano nel ’64. Dedicato al manierismo, il saggio ne proponeva una accezione assai ricca e complessa, nutrita non solo dall’esperienza clinica ma anche da vaste conoscenze in ambito figurativo e letterario: utilizzava, per esempio, il capolavoro di Ernst Robert Curtius, Letteratura europea e medioevo latino, del 1948, per dimostrare come la pratiche linguistiche di alcuni manierismi schizofrenici, che affettano caratteristici stereotipi espressivi, si apparentino a antiche tecniche letterarie e retoriche.
Mentre si capisce, dunque, l’analogia tra il manierismo attoriale cui Gozzi si dedicava nel teatro d’avanguardia di quegli anni e la «paranoia critica» surrealista, ancora più interessante è vedere come il risultato delle ricerche di Binswanger fosse un brillante esempio di quella che egli chiamò la Daseinanlyse, tradotta un po’ approssimativamente qui da noi (e in francese) come «analisi esistenziale», vale a dire una indagine che cerca la fondazione delle categorie psichiatriche nella fenomenologia husserliana e nel pensiero di Martin Heidegger.
Una delle conseguenze di questo orientamento, e uno degli aspetti più significativi della Daseinanalyse, stava nello sfumare il confine tra il normale e il patologico, mostrando le radici dei fenomeni studiati dalla psichiatria nell’esistenza umana cosiddetta normale, vale a dire nell’essere-del-mondo dell’Esserci (Dasein) come era stato indagato in Essere e tempo da Heidegger. Poco dopo che Binswanger pubblicò Tre forme, dedicato a Heidegger, questi sconfessò lo psichiatra svizzero – che del resto era sempre stato consapevole del fatto che le sue indagini riguardavano i problemi dell’esistenza e non la domanda sull’esistenza – e liquidò con pochi, sprezzanti giudizi quel Freud che, viceversa, Binswanger avrebbe considerato sempre un maestro. Figlio e nipote di psichiatri, Binswanger aveva studiato nel Burghölzli di Zurigo, la celebre clinica diretta dal grande psichiatra Eugen Bleuler, dove aveva lavorato con 0Chiunque conosca le affascinanti ma turbolente vicende della nascita e del primo sviluppo della psicoanalisi sa che quasi mai il distacco degli allievi dal padre fondatore si è consumato senza traumi e recriminazioni, e sa come di solito questi si concludessero non solo nell’interruzione di ogni relazione, ma nella reciproca disistima: il rapporto tra Binswanger e Freud costituisce una felice eccezione.
 
Segue qui:
http://ilmanifesto.info/freud-e-binswanger-divisi-dal-demone-della-metafisica/
 
POLEMICHE NEGLI USA: È COSÌ DIFFICILE ACCETTARE SE STESSI?
di Luigi Campagner, ilsussidiario.net, 30 maggio 2016
È ancora polemica negli Usa su bagni e transgender. Dopo la circolare dell’amministrazione Obama del 13 maggio sull’accesso degli studenti omosessuali e transgender nei bagni delle scuole, undici Stati, capeggiati dal Texas, denunciano le linee guida del governo centrale colpevoli di calpestare la costituzione, il senso comune e di trasformare “luoghi di lavoro e di studio in un gigantesco laboratorio sociale”. Messo in cassaforte il matrimonio gay, dato ormai per acquisito a prescindere dalle resistenze dei singoli Stati, l’elettorato americano si trova ora a confrontarsi con la tematica transgender. Una tematica estremamente di nicchia che le moderne leggi della rappresentazione della società da parte dei media fanno schizzare in cima alle classifiche degli argomenti di pubblico interesse. A una delle notizie che hanno fatto il giro del mondo in poche ore, ha dato il la Ted Cruz. Il senatore del Texas ha cercato di mettere in imbarazzo Donald Trump al cospetto dell’elettorato conservatore, chiamandolo a pronunciarsi sulle recenti leggi del North Carolina, che obbligano le persone transgender a utilizzare i bagni corrispondenti al sesso registrato all’anagrafe. Cruz ha sostenuto che “se anche Trump si vestisse da Hillary Clinton, non potrebbe comunque utilizzare i bagni delle donne”. Ne è venuto fuori un assist per lo stesso Trump, che si è guadagnato le simpatie degli avversari, commentando che “tutti dovrebbero poter usare i bagni dove si sentono maggiormente a proprio agio”. Così Caitlyn Jenner, notissima trans newyorkese — nonché padre della modella Kendall Jenner — ha subito messo alla prova la credibilità del candidato repubblicano, recandosi al Trump International Hotel di New York, il prestigioso hotel che affaccia su Central Park, per utilizzarne i bagni delle donne e postare, contestualmente, un video divenuto virale sui social. Oltre alla divaricazione tra rappresentanza sociale e rappresentazione sociale nei media, già messa in evidenza da Roland Barthes alla fine degli anni sessanta, si pone — a proposito dei quesiti su bagni e transgender — un nuovo problema semantico relativo alla simbologia e alla cartellonistica da utilizzare. Basti pensare che nei tre musei più importanti di New York la simbologia utilizzata è completamente diversa.
 
Segue qui:
http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2016/5/29/WC-E-TRANSGENDER-Polemiche-negli-Usa-e-cosi-difficile-accettare-se-stessi-/707737/
 
 
(Fonte dei pezzi della rubrica: http://rassegnaflp.wordpress.com
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