APPORTI VIDEO SUL TARANTISMO - PARTE 1

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questo articolo è apparso in originale sul blog Il Bosco di Diana

di Raffaele Avico

IL LAVORO DOCUMENTARISTICO DI GIANFRANCO MINGOZZI SUL TARANTISMO

L'interesse rinnovato per i fenomeni di tarantismo nel contesto dell'Italia meridionale, riflette il compimento di un processo di patrimonializzazione delle tradizioni centenarie che queste pratiche hanno ricalcato, soprattutto nel territorio pugliese.

Il libro Interviste sul tarantismo di Sergio Torsello raccoglie alcune interviste rivolte a importanti studiosi di settore a riguardo di questi argomenti; vengono messi in luce molteplici aspetti: da un lato si chiede agli intervistati il loro punto di vista personale a riguardo del fenomeno, ancora adesso al centro di discussioni incentrate sull'interpretazione antropologica (rituale di possessione/transe? Dispositivo finalizzato al reintegro della tarantata entro la società di appartenenza? Disturbo conversivo di natura isterica?); dall'altro si vuole sondare l'opinione degli intervistati a proposito del rischio di un nuovo esotismo, per lo più estetico, affascinante ma svuotato di significato.

Ciò che emerge dalle interviste sembra essere, trasversale e ridondante, il riferimento alla questione identitaria (il revival della pizzica come segno distintivo, l'uso del folclore come linea di demarcazione territoriale/di appartenenza). Inoltre, costante è il riferimento all'opera seminale di Ernesto De Martino La terra del Rimorso, citato e citato come esempio fulgido di opera a cavallo tra etnografia e letteratura, ancora oggi grande esempio di lavoro antropologico di portata internazionale.

La bibliografia intorno al tarantismo, è stata raccolta, e gli archivi compulsati e assommati, fino alla creazione, nel 2009, di una biblioteca dedicata a Melpignano (LE), grazie al lavoro dell'Istituto Diego Carpitella (http://www.istitutodiegocarpitella.it). La bibliografia intorno al tarantismo (i cui apporti più antichi risalgono al 1500/1600) sembra essere in costante crescita.

VIDEO

Per quanto riguarda il materiale video, va citato in particolare il lavoro documentaristico di Gianfranco Mingozzi, cineasta e appassionato di antropologia, che a partire dal 1961, sulle orme dell'equipe demartiniana che pochi anni prima aveva attraversato il Salento, per circa 20 anni raccolse materiale video di rituali di tarantismo in tutto il territorio pugliese.

L'opera di Mingozzi, spalmata su 20 anni, confluisce in un unicum chiamato Sulla terra del rimorso, e composto da quattro momenti distinti:

 

  1. del 1961, un documentario di eccezionale valore ispirato dalla Terra del rimorso, primo nel suo genere ed effettuato con la consulenza dello stesso Ernesto De Martino, di durata di 19 minuti, narrato dai testi di un Salvatore Quasimodo reclutato per l'impresa (anni dopo Mingozzi, documentando la Sicilia, chiese lo stesso favore a Leonardo Sciascia). Lo si trova per intero qui: https://www.youtube.com/watch?v=PTi_hAdwsR0. Questo lavoro di ripresa venne effettuato da Mingozzi insieme a un operatore trovato un po' per caso: l'assenza totale di una troupe televisiva favorì la non invasività delle telecamere, comunque mal viste dalla popolazione locale (per esempio, l'immagine della tarantata che corre in cerchio, alza lo sguardo e mostra il pugno alla camera)

     

  2. sempre del 1961, ma montato con maggiore perizia e ritmo, le immagini di un altro rituale di tarantismo, inserito al minuto 41'30'' del film Le italiane e l'amore, reperibile per intero qui: https://www.youtube.com/watch?v=uj5o6ZtnIww&t=2823s. Questo spezzone viene chiamato “La vedova bianca”

     

  3. Nel 1977 Mingozzi tornò in Puglia per filmare le puntate di un programma tributo a De Martino, Sud e Magia: questo reportage incluse un territorio più vasto (ci si concentrò anche su altre questioni, come il rapporto con la morte in Lucania, o le tradizioni campane). Il taglio è qui più professionale, con uso di interviste e immagini a colori, un miglior approfondimento dei personaggi (meno “poeticizzati”, più reali nel loro quotidiano) e un tono maggiormente didascalico. Non è possibile reperire il materiale per intero se non forse facendo una ricerca mirata presso la Rai; qui è possibile reperire altre informazioni: http://www.archiviosonoro.org/archivio-sonoro/archivio-sonoro-puglia/fondo-teche-rai-puglia/sud-e-magia-puglia.html

     

  4. Infine, Mingozzi fece ritorno nel 1982 in Puglia, per osservare un fenomeno già spento: si scelse un ritmo più lento per le immagini, come a rappresentare la chiusura del lavoro di documentazione del fenomeno e il “senso di desolazioni della festa antica ridotta a merce e a consumo” (dalle parole dello stesso regista).

     

(Vanno citati inoltre i lavori di Edoardo Winspeare: http://www.archiviosonoro.org/archivio-sonoro/archivio-sonoro-puglia/fondo-documentari-e-fiction/edoardo-winspeare.html)

PER LA PARTE DUE, QUI
 

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