Riflessioni (in)attuali
Uno sguardo psicoanalitico sulla vita comune
di Sarantis Thanopulos

Voyeurismo contro Dr House

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24 febbraio, 2014 - 15:19
di Sarantis Thanopulos
La competenza dei medici in Germania è alta.
Ciò non ha impedito a un cittadino tedesco di rischiare la morte dopo una serie di errori diagnostici impressionanti. Soffriva di grande  affaticamento ma i vari medici a cui si era rivolto non riuscivano a individuare il suo problema.
Al sopraggiungere di un progressivo deterioramento della vista e dell’udito, è stato operato di cataratta e gli é stato prescritto un apparecchio acustico. Il quadro clinico ha continuato a peggiorare ma i medici non riuscivano a collegare tra di loro le diverse declinazioni di un malessere fisico oscuro. Quando la pompa cardiaca è arrivata a funzionare solo a un quarto della sua potenza  l'uomo si è rassegnato all'idea di un trapianto.
Qui è entrato in scena Jűrgen Schäfer, un cardiologo di Marburg appassionato della serie televisiva Dr House. Schäfer si è reso conto che il caso somigliava in modo impressionante a quello di un paziente di Dr House curato per avvelenamento da cobalto. Gli esami hanno confermato la presenza di altissimi livelli di cobalto nel sangue e nei tessuti dovuti alla rottura di una protesi all’anca impiantata anni prima.

La storia del paziente tedesco è una metafora efficace della parcellizzazione delle visuali di cui soffriamo. Questa parcellizzazione è il cobalto che intossica la nostra esistenza, che impoverisce la nostra comprensione (offuscando la nostra vista e ottundendo il nostro udito e le nostre sensazioni) e fiacca il nostro senso della vita (riducendo drammaticamente la potenza del desiderio dentro di noi). Il tramonto delle teorie/prospettive teleologiche (conseguenza di una giusta  critica a modelli astratti che imprigionano in schemi predefiniti la vita reale) ha portato via con sé non solo la finalizzazione predefinita dell'esperienza ma anche la possibilità stessa di una finalizzazione. Eppure il gesto dell'artista che abita in ognuno di noi se da una parte non può creare nulla di vero quando cerca di riprodurre un oggetto ideale che lo precede, dall'altra non approda a nulla se a un certo momento le diverse prospettive che lo animano non prendono la strada di una loro connessione che le fa convergere verso il punto in cui la potenzialità diventa finalità, direzione verso una forma. Il riduzionismo che domina la nostra concezione della realtà  è l'accostamento di sguardi isolati non comunicanti la cui molteplicità (scambiata come ricchezza di approcci) dà la falsa impressione di una visuale globale.
Dr House rappresenta per il nostro immaginario l'amore per le connessioni che stiamo smarrendo: il suo sguardo clinico che predilige la complessità è carico di passione conoscitiva che rinunciando all'ottimismo della volontà (la perseveranza nel battere la testa contro il muro) trasforma, a ragion veduta, il pessimismo della ragione in fiducia nella verità. Il suo personaggio ci piace perché rimette in movimento la nostalgia di Sherlock Holmes, il ricordo di un mondo in cui l'intelligenza compiaciuta della sua capacità investigativa ma legata al senso di responsabilità amava espandere la comprensione del mondo senza ambizioni di potere.
In antitesi al Dr House si aggira nel nostro paese un giornalista abusivo che va  in giro a praticare la forma più illegale (e impunita) delle intercettazioni: carpire con l'inganno (fingendo un'identità che non ha) i pensieri privati altrui. È la personificazione del voyeurismo che ispira la frammentazione del nostro sguardo sulla realtà: il piacere di penetrare, violare lo spazio dell'invisibilità che falsificando il legame con la conoscenza rende falsa anche l'identità del soggetto investigante.
 
 

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