PSICHIATRIA E RAZZISMI
Storie e documenti
Colonialismo interno: la follia nelle "due Italie"
Alfredo Niceforo (Castiglione di Sicilia, 23 gennaio 1876 – Roma, 10 marzo 1960) è stato un criminologo e antropologo italiano di scuola lombrosiana.
Niceforo sosteneva che esistessero due Italie, una latina - e barbara - al Sud e una germanica - e civilizzata - al Nord, abitate da genti diverse “nelle costumanze, nella civiltà, nella razza”.
In Italiani del Nord e italiani del Sud [1]passa in rassegna e commenta dati relativi a parametri quali forma del cranio, statura (pigmeismo), colore degli occhi e dei capelli, calvizie, altezza della fronte, perimetro toracico, colorito, età del menarca, psicologia collettiva, “sentimento di organizzazione e disciplina” e loro rapporto col clima, alimentazione, diffusione della cultura, analfabetismo, produzione editoriale, produzione artistica, genialità, vita politica, partecipazione al voto, gioco del Lotto, moralità, delinquenza, indici economici (industria, credito, trasporti, ricchezza), partecipazione a scioperi, natalità, patologie, numero dei riformati alla leva militare, città e campagne, densità della popolazione, e, infine, suicidio e pazzia come indici di modernità.
A proposito della pazzia (pp. 496-500), scrive che:
“La pazzia, figlia del surmenage mental e delle enormi sollecitazioni che porta seco la civiltà, è un fenomeno strettamente legato al progredire della civiltà che […] aumenta rapidamente quelle due grandi forme di naufragio che sono il suicidio e la pazzia: il suicidio che è il naufragio della volontà e la pazzia che è il naufragio della intelligenza”.
E qui cita Lombroso che “ha chiaramente dimostrato” il nesso fra la moderna civiltà e la pazzia, come confermato dall’andamento dei ricoveri in manicomio. Così infatti,
nell’ultimo secolo in Italia […] le ammissioni nei manicomi crebbero negli ultimi anni in queste proporzioni:
Nel manic. di Reggio Emilia dal 1822 al 1897 del 18,57%
“ “ Genova dal 1841 al 1881 “ 177, 00 %
“ “ Siena dal 1864 al 1885 “ 263. 00%
“ “ Ferrara dal 1872 al 1897 “ 72,00%
“ “ Roma dal 1874 al 1880 “ 58,00%
“ “ Novara dal 1886 al 1880 “ 59,00 %
Altre cifre ci rendono più evidente questa marcia in avanti della pazzia: le cifre che ci indicano, proporzionato a 100.000 abitanti, il numero totale dei pazzi, ammessi in tutti i manicomi d’Italia:
1872 51,0
1877 54,0
1880 61,25
1885 66,6
1888 67,7
Per tutto ciò che abbiamo detto, le statistiche della pazzia possono essere – nell’attuale momento- un indice del grado minore o maggiore di civiltà. Poiché uno dei frutti della civiltà moderna è l’aumento della pazzia, chiaro è che un gruppo di popolazione a civiltà altissima, darà una cifra dei pazzi maggiore di quella che darà un gruppo di popolazione a civiltà minore […]. Ora, studiando la ripartizione generale della pazzia in Italia, vediamo che il nord dà una quota di pazzi maggiore del sud. Sino dalle statistiche del 1877 si nota assai chiaramente questa differenza, essendo così disposte le cifre dei pazzi su 100.000 abitanti:
Italia del Nord 12,3
“ “ Centro 11,7
“ “ Sud 6,5
Venendo poi alle cifre del 1880, raccolte e studiate da Verga, vediamo la pazzia aumentare in tutte le zone d’Italia; ma conservarsi sempre l’abisso tra il nord e il sud. Infatti, su 100.000 abitanti, i pazzi si distribuiscono così:
Italia del Nord 89,14
“ Centro 81,99
Mezzogiorno 14,92
Sicilia 25,80
Sardegna 14,04
Un 2017 che sia il migliore possibile anche per la psichiatria italiana.
Mantova, 1 gennaio 2017