RECENSIONE di "Chiamami col tuo nome"

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30 gennaio, 2018 - 14:16
di: Manlio Converti
Anno: 2017
Regista: Luca Guadagnino
Il tema del film è quello di LOLITA, ci arriverebbe chiunque, ed è l'unico che nessun critico cita.
Ho letto recensioni che negano che sia un film gay, ma che sia stupendo ed altre che affermano che sia un film radical chic orrendo, nonostante sia un film gay.
Ho letto solo improperi di destra razzista contro gay, dem, ebrei, radicali et al., ma anche altre critiche talmente spudoratamente a favore solo perché due maschi si baciano entrambe assolutamente ridicole.
Libere opinioni, non lo nego, ma nulla a che fare con la critica cinematografica.
Adesso vi aiuto...

Il tema di Lolita era già stato trattato in salsa gay da IL COMPLEANNO di Filiberti, che a me piace molto di più perché dotato di una tale ironia ed una massa di citazioni romantiche (a partire dalla celebre scena sulla Vespa) che lo rendono un vero capolavoro poco apprezzato. Il vero motivo per cui fu poco apprezzato è sicuramente il tema gay, che all'epoca era ancora un tabù, ma anche la pessima distribuzione e la stessa angolazione comica fino alla scena finale che dovrebbe essere un funerale, che rende da sempre poco (ne sanno qualcosa anche Plauto e Aristofane).

All'epoca ne feci una critica cinematografica con intervista.

Torniamo al Nome col quale farsi chiamare.

Usare toni romantici, trasformando gli anni ottanta in passato storico ed epoca d'oro del liberalismo, rispetto alle aperture razziste delle attuali politiche internazionali e contemporanee, è assolutamente falso. All'epoca era assolutamente vergognoso essere gay e anche nelle classi elevati era considerato un lusso perverso se adulti e una malattia curabile se adolescenti.
Il tema del film di Guadagnino non è universale, perché la condizione delle relazioni omosessuali cambia moltissimo nel tempo, Paese per Paese, ma anche paese per paese e quindi rappresenta un film storico in costume secondo un taglio abbiamo detto assolutamente ucronico.
Essere però  un film molto elegante e raffinato, anche per le sue musiche e la fotografia, potrà forse superare i suoi limiti cinematografici e prendere qualche premio secondario (dubito però vada oltre la nomination agli Oscar).
I commenti di chi nega l'omosessualità del film sono ipocrisie omofobe molto anni ottanta e preferisco le critiche degli omofobi o di chi sostiene si tratti addirittura di pedofilia.
La questione va posta decisamente . Siamo in epoca di #metoo e dopo il caso anche omosessuale, consimilare per fascia d'età di Kevin Spacey, dobbiamo chiederci della opportunità di candidarlo proprio a Los Angeles ad essere premiato anche se in modo molto dimesso.
Ovviamente una cosa sono i maltrattamenti, le molestie e le violenze sessuali o i ricatti sul posto di lavoro ad Hollywood , altra cosa è un amore romantico (troppo romantico) venduto in epoca di Unioni Civili in Italia e Matrimoni Paritari nel resto del mondo.
Personalmente spero sia tradotto in Cinese e in Inglese venga distribuito anche in India, perché la Tigre e il Panda sono continenti che potrebbero apprezzarlo moltissimo, nonostante i troppi riferimenti alla politica italiana anni '80, e trarne spunti per i Diritti Civili Lgbt, ma anche per un genere meno chiassoso e defilato, capace ancora di guardare (lungamente) ai tratti interiori complessi e ambigui dell'animo umano.
Il film anche in Italia, grazie alla sua notorietà permetterà più del Compleanno di Filiberti a molte persone di capire la differenza tra amore e molestie, pedofilia e omosessualità, libertà e ideologia...

Quindi andatelo a vedere (ma se trovate il Compleanno di FIliberti vedetevi questo e non quello), ma andatevici soprattutto a specchiare per capire se quelle emozioni, che sono l'unica parte interessante dell'intera struttura cinematografica, e tutte le loro sfumature e complessità, ambiguità e ricchezze, mutevolezze e miserie, vi abbiano o vi possano mai fare cambiare il modo con cui vedete e amate il o la vostra partner.

L'amore è una cosa complicata e se una volta quello gay era (Wilde) l'amore che non dice il suo nome, questa volta il nome dell'amore dovete dirlo e spero che sia con voi nella sala cinematografica per potervi baciare.

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