Intervista al Prof. Vincenzo Caretti, Università di Palermo

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3 dicembre, 2012 - 17:47

Quali sono le possibili cause di un cattivo utilizzo della Realtà Virtuale?

Nell'ottica del nuovo modello di sviluppo ideato da Fonagy e Targier è possibile notare come alcuni disturbi relativi all'abuso e dipendenza dalla Rete derivano dall'impossibilità ed incapacità di entrare in questo mondo sapendo come usarlo al servizio del consolidamento della propria condizione psicologica dell'identità e del Sé. La difficoltà ad utilizzare la rete implica un'incapacità a saper giocare con la realtà. La possibilità di usare la Realtà Virtuale necessita di alcune condizioni di base dello sviluppo psicologico e se queste mancano nell'ambito della relazione madre-bambino e in generale nelle relazioni familiari, allora si può andare incontro a condizioni psicopatologiche analoghe alle vere e proprie condizioni dissociative.

Potrebbe farci un bilancio su questo 2° Convegno Internazionale sui Media Digitali e psicotecnologie.

Il convegno ha consentito di poter studiare le psicotecnologie con un approccio più completo. Abbiamo potuto sentire relazioni sull'ospedale virtuale e sull'uso della Realtà Virtuale nella riabilitazione e nella psicoterapia. Le nuove tecnologie si prestano sia ad un'analisi sia di carattere psicodinamico che clinico, ripensando in un'ottica tutta nuova alcune questioni fondamentali quali ad esempio l'identità, il Sé, la relazione interpersonale e la relazione terapeutica. Tutte queste tematiche sono di estremo interesse in questo momento e sono particolarmente i giovani, sia come studiosi che come studenti, che in questo convegno ericino si sono avvicendati nell'esposizione e nell'ascolto attento di questi argomenti.

Qual è, secondo Lei, il futuro della interazione tra Psichiatria e Psicotecnologie?

E' di grande portata. Sarà fondamentale l'integrazione di queste nuove tecnologie con il rapporto medico-paziente. Necessitano ancora molti studi volti a ridiscutere e ripensare i fondamenti epistemologici della relazione terapeutica e delle nuove possibilità di intervento date dalle tecnologie e le problematiche ad esse conseguenti in termini di setting, rapporto ed intervento. Si apre un grande futuro su cui tutti noi siamo chiamati a dare il nostro contributo in termini di ricerca e di approfondimento e certamente questo convegno risponde a queste necessità sia portando i risultati della ricerca che discutendo le sue possibili implicazioni sul piano clinico.

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