Intervista a Giovanni Regesta e Gianluigi Mancardi

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27 novembre, 2012 - 20:43

 

D: Ritenete possibile che la SIN si avvicini nell'organizzazione societaria al modello della SIP all'interno della quale la componente ospedaliera è perfettamente integrata con quella universitaria?
R (Mancardi): Vorrei ribadire il concetto che la SIN è la società italiana di neurologia quindi è una società che rappresenta o dovrebbe rappresentare tutti i neurologi italiani senza distinzione di sorta tra università, ospedale e neurologi del territorio. Ci sono stati in un recente passato problemi di conflittualità tra le varie componenti che hanno anche portato alla nascita di altre società. La SIN in questi anni ha attuato una politica che ha cercato di attutire questi attriti, ma riconosco che molto deve ancora essere fatto. In futuro comunque l'assetto delle società cambierà: forse tutte le società daranno crediti, saranno impegnate nella formazione, alcune daranno addirittura dei fondi per la ricerca e questo cambierà moltissimo nei prossimi anni la funzione delle società. A mio parere è impossibile pensare a delle società divise al loro interno e le divergenze che c'erano in passato dovranno necessariamente essere appianate anche con importanti modifiche statutarie, superando le cristallizzazioni che oggi esistono.

R (Regesta): Io sono convinto che due società pesino molto meno di una sola e l'auspicio sarebbe quello di avere un'unica società. Tuttavia non sono così sprovveduto da non capire le difficoltà che si prospettano. Innanzitutto la SNO è una società multidisciplinare che comprende neurologi, neurochirurghi, neuroradiologi, neurofisiopatologi e questo già rappresenta un ostacolo. Inoltre la SNO nasce negli anni '60 da una situazione di svantaggio dei neurologi ospedalieri rispetto a quelli universitari, tale condizione è stata in parte superata. Credo che esistano le condizioni perché si possa lavorare nella direzione di una riunificazione, penso anche che questo percorso possa partire utilmente dalla periferia. Esistono situazioni regionali in cui ci sono già buone premesse in tal senso.
La neurologia ha sicuramente bisogno di riunire le forze e investirle nel campo della ricerca e della formazione, con l'obiettivo di modificare l'attuale organizzazione degli ECM che è attualmente una procedura più burocratica che di reale aggiornamento del medico

 
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