L'AMBIENTE NON UMANO E LA FOLLIA: PERCORSI ERMENEUTICI E CLINICI DELL'ABITARE - Giordano G.

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30 novembre, 2012 - 16:31

 

“Il viaggio che ci porterà a essere-pienamente-nel-mondo parte da ogni piccolo angolo della nostra casa..”

Il mare di Cannizzaro (Catania) e i suoi scogli lavici hanno fatto da “sfondo” a questo incontro a cui hanno partecipato medici specializzandi in Psichiatria dell'Università di Catania e psicologi che operano soprattutto in strutture residenziali “psi”.
Giovanna Giordano, psicoterapeuta e didatta dell'Istituto di Gestalt HCC di Ragusa, è stata l'animatrice di questo interessante stage sull'abitare e sulla casa “ luogo del conoscersi e del riconoscersi come persone uniche e sole, che dopo diventa una provenienza che ci fa incamminare fuori da noi stessi, ci mette di fronte gli altri, ce li fa riconoscere”.
La casa appartiene ai “fatti della vita”, a quelle cose che vengono date per scontate finchè ci sono con naturalezza…Non ci si accorge che l'abitare è in realtà una situazione privilegiata, conquistata e a volte sofferta, come la cima di una montagna per lo scalatore, sicuramente successiva al costruire una casa. Una casa veramente vissuta è progetto di intimità e di ammissione di chi e di ciò che verrà e diverrà da esso, è immediatamente spazi, luci, angoli, ripostigli, penombre fortemente amati. 
Così gli oggetti che essa racchiude e custodisce sono le cose che prediligiamo, che ci rappresentano, con cui viviamo, che tocchiamo, che ci fanno sentire, come dirà Heidegger, “posti nella pace”. Allora una casa vissuta è una casa piena di libri, sassolini, cappelli, giochi, borse, indumenti e quant'altro ci fa innamorare e ci ha fatto innamorare di essa e del pensiero di stare dentro quegli spazi e in mezzo a quegli oggetti.
La casa accudita è come vestita a festa ed è pronta per essere aperta ad altri cuori, ad altri odori e altri dolori, a nuovi pensieri e nuovi amori che servono a ritagliare, rivedere, e donare il nostro cuore e i nostri pensieri...
La casa è la realtà, cammino e metafora allo stesso tempo: l'essere-nel-mondo inizia dall'essere-nella-casa. Solo se l'uomo ha pienamente vissuto quello stato d'animo che la casa rivela come interiorità, non è un essere disperso e lo spazio vissuto nel mondo non è “freddo vuoto negli interstizi dell'essere”, ma un mondo il cui senso è dato dalla presenza dell'Altro.

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