INTERVISTA AL PROF. DANIELE LA BARBERA

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28 novembre, 2012 - 20:42

I – Professore, qual'è l'attuale situazione italiana per quel che riguarda le nuove dipendenze e soprattutto quelle da Internet?

Credo che oramai in Italia siano parecchi i centri e i gruppi di ricerca che si occupano di definire in maniera sempre più accurata questa nuova area della cosidetta patologia emergente legata al rapporto 'mente-nuove tecnologie dell'informazione'. Come ho detto anche nel simposio di oggi la nostra esperienza come clinici mostra frequentemente questa patologia nel corso di situazioni cliniche che giungono alla nostra osservazione per motivi differenti (pazienti che soffrono di depressione, ansia, che ci raccontano contestualmente d avere una problematica di questo genere). Questo è molto interessante perchè ci dà l'idea che esiste una comorbidità piuttosto elevata che riguarda i disturbi d'ansia, i disturbi ossessivo-compulsivi, i disturbi depressivi, quindi con aree ampie di sovrapposizione clinica. Nonostante che i casi di dipendenza da Internet sono ancora limitati, è possibile dire che, però, questi casi ci danno una serie di informazioni molto importanti, tra queste più che una dipendenza è un ABUSO, che però è già in grado di determinare un disagio soggettivo, di compromettere in parte anche la vita di relazione e socio-lavorativa del soggetto, con ricadute importanti sulle fasce adolescenziali, e in particolare, nelle nostre ricerche più recenti, risalta con molta importanza quella che è a dipendenza da CHAT , perchè, a parte gli aspetti simili alle altre forme di dipendenza tecnologica e da Internet, in più la dipendenza da chat sembra determinare nei soggetti “forti utilizzatori” (ragazzi che stanno in chat anche fino a 8 ore al giorno) una sorta di perdita graduale della competenza sociale, cioè il riferimento a delle norme di comportamento sociale adeguate, per cui ci sembra che a lungo andare questi soggetti applichino anche “off-line” quesi caratteri di immediaezza, onnipotenza, istantaneità, ricerca compulsiva della relazone, al di fuori di quelle che sono le norme sociali del gruppo di appartenenza.

I – Quali sono le novità per quanto concerne i criteri diagnostici proposti per i disturbi correlati all'uso delle nuove tecnologie come la IAD?

Abbiamo un aspetto un pò paradossale, perchè in effetti sembra che l'orientamento dell'APA per quanto riguarda il DSM V e per quel che concerne le nuove dipendenze comportamentali, compresa la IAD, ricalca quelle che era stata la proposta provocatoria e scherzosa di Goldberg di utilizzare gli stessi criteri diagnostici per le dipendenze da sostanze , applicandoli alle dipendenze comportamentali, IAD inclusa. Questo è un aspetto piuttosto strano e paradossale che dimostra che Goldberg, comunque, aveva intuito questa relazione in maniera corretta.

I – Professore, lei pensa che questi disturbi di dipendenza da tecnologie informatiche siano in aumento? E' necessario un vero e proprio addestramento per gli psichiatri italiani per poter aiutare questi soggetti? La IAD è in aumento?

Io premetterei che i vantaggi, le opportunità, le risorse, la possibilità di un uso adeguato di queste tecnologie sono ovviamente preponderanti su qualsiasi aspetto di disagio e negativo. Certamente esiste un area di difficoltà che riguarda la dipendenza, l'abuso, soprattutto sui più giovani, che a noi pare in aumento. Quest'area effettivamente è in aumento (vedi uso dei nuovi cellulari con tecnologia UTMS e così via), perchè l'avanzamento degli strumenti tecnologici può aumentare notevolmente quella dipendenza psicologica da questi strumenti e n alcuni casi può indure comportamenti patologici. Abbiamo appena ultimato una ricerca su 800 adolescenti siciliani che frequentano il primo anno delle scuole superiori, per mettere a fuoco qual'è la modalità con cui utilizzano il cellulare e che significato danno allo scambio di messaggi SMS, e vengono fuori degli aspetti straordinari: l'adolescente sta pieando ormai da alcuni anni questo strumento tecnologico per le proprie esigenze di contatto, vicinanza e intmità, con degli abusi veramente strani e particolari, se non proprio dannosi, come l'abitudine a tenere acceso il cellulare 24 ore su 24 (anche di notte) e la possibilità di scambiare fino a 80 messaggi SMS al giorno. Sono dati che ci fanno capire che sono in atto fenomeni di trasformazione socio-culturale e probabilmente alcuni di questi aspetti implicano un uso patologico di questi strumenti.

I – E' nata così l'esigenza per gli psichiatri italianai di avere un supporto per la ricerca e il dibattito su questi temi e che si è concretizzata nella SIPTECH, di cui Lei è il Presidente. Attendiamo il secondo Congresso...

Il secondo Congresso ha già un titolo e si chiama “I bambini nei mondi virtuali” e riguarda alcune delle tematiche che ho anticipato al Simposio quali il fenomeno particolare della competenza tecnologica che bambini piccoli di 3-4 anni hanno nei confronti dell'uso del televisore, videogames e computers. Siamo di fronte all'emergere di una nuova generazione tecnologica, i “baby-internet” o i “tecno-baby” che sicuamente avrà delle caratteristiche dfferenziali rispetto alle altre generazioni che l'hanno preceduta, e speriamo che queste caratteristiche siano postive, e sicuramente ne dibatteremo al prossimo congresso.

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